domenica 15 maggio 2016

Perché si parla sempre più di fertilità e il suo rapporto con l’età?

        La sterilità si definisce come incapacità di concepire. Può essere di origine femminile o maschile. La coppia si considera sterile quando dopo un anno di rapporti sessuali non protetti non si ottengono gravidanze. Il concetto di sterilità si deve distinguere da quello di infertilità. È detta sterilità primaria quella in cui non ci sono mai state gravidanze, mentre la sterilità secondaria si riferisce alla situazione in cui ci sono state delle gravidanze precedenti e in seguito sorge l’impossibilità di nuove gestazioni.
        Nell’infertilità la donna ottiene gestazioni, ma la gravidanza finisce in aborto. In sintesi, si parla di sterilità quando non si è capaci di ottenere la gravidanza, e di infertilità quando pur avendo ottenuto la gravidanza, questa non viene portata a termine.
Il 10% – 15% della popolazione occidentale è sterile o infertile.
        Secondo la SEF (Società Spagnola di Fertilità), il 25% delle coppie ottiene una gravidanza nel corso del primo mese in cui hanno rapporti sessuali regolari non protetti; l’85% dopo un anno e il 90% dopo 2 anni.
        Per tale ragione, si raccomanda si sottoporsi allo studio di base della sterilità se si sta cercando una gravidanza da 1 anno senza successo. Dato che il passare del tempo influisce negativamente sulla fertilità della donna, se questa avesse più di 35 anni, la coppia dovrebbe richiederlo dopo 6 mesi.
        L’età media della donna al primo parto è di 31 anni. Il tasso di sterilità a 30 anni è 6 volte più alto che a 20, si raddoppia di nuovo a 40 anni. L’età media delle donne alla prima gravidanza è tra i 29 e i 30 anni.
        La fecondità dell’uomo diminuisce progressivamente a partire dai 50 anni, sebbene si possono riscontrare alterazioni nei parametri dello spermiogramma a partire dai 25, ma con molta meno importanza che nella donna.

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