martedì 10 maggio 2016

NUOVE SCOPERTE SULLA FERTILITÀ: LA KISSPEPTINA

      Fra le nuove scoperte sulla fertilità, la kisspeptina sembra avere un ruolo di primo piano, almeno stando a quanto ci viene rivelato dalle ultime ricerche in corso sull’argomento.

      La dieta ipocalorica, alla quale si sottopongono molte donne, a maggior ragione se unita a un’attività fisica rilevante, è una delle prime cause di infertilità. Lo testimoniano i casi di molte atlete professioniste che sono esposte a questo problema in una misura di circa 10 volte superiore a quella riscontrata nella media della popolazione femminile.

      Sulla base di queste considerazioni, all’European Congress of Endocrinology di Breslavia è stato recentemente presentato uno studio riguardante nuove scoperte sulla fertilità. La kisspeptina e l’importanza del suo ruolo è stata valutata dai ricercatori dell’Imperial College di Londra e questa indagine apre le porte della speranza a migliaia di donne.

      Un semplice trattamento ormonale, poco costoso e meno invasivo delle odierne tecniche di fecondazione in vitro, potrebbe risolvere problemi di mancanza di fertilità. Infatti, questa nuova scoperta sulla fertilità è in pratica un ormone che favorisce la liberazione di particolari molecole in grado di controllare la fertilità femminile.

ciclio_ovulare      Si tratta dell’ormone luteinizzante che, in condizioni normali, il cervello rilascia ogni due ore. Si è invece visto che, nelle atlete, i tempi di rilascio dell’ormone luteinizzante sono più lunghi, a causa della dieta ipocalorica e dell’attività fisica intensa. Nei casi più estremi può addirittura verificarsi una scomparsa del ciclo mestruale al quale seguono, come è ovvio, problemi legati al concepimento.

      Sempre grazie al medesimo studio è stato anche svelato un rapporto fra la sterilità o problemi che si manifestano con una difficoltà di avvio della pubertà e una mutazione del gene per la kisspeptina. Gli esperimenti che sono stati presentati a Braslavia hanno sottoposto 5 donne che presentavano amenorrea ipotalamica a una cura basata sulla somministrazione, in 6 occasioni differenti, di dosi diversificate di kisspeptina. L’ormone è stato iniettato direttamente in vena con un’infusione della durata di ben 8 ore. Ad alcune donne, invece, è stato somministrato un semplice placebo.

Fonte http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23256725

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