venerdì 31 gennaio 2020

DEPRESSIONE POST PARTO E SONNO?

        Nel giugno 2016 ha preso il via uno dei più ambiziosi progetti di ricerca scientifica cui abbia mai preso parte l’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC): si chiama Life-ON e si occupa del tema particolarmente ostico della depressione in gravidanza e post parto, una patologia purtroppo molto frequente.

      Il progetto coinvolge diversi centri diagnostici e ha come campione di riferimento un gruppo di cinquecento donne in attesa di nazionalità svizzera e italiana.
sonno dopopartoA capo di Life-ON ci sono il dottor Mauro Manconi del Centro Sonno/EEG, il Neurocentro della Svizzera Italiana, e il professor Christian Cajochen, del Centro di Cronobiologia dell’Università di Basilea.
      Tra i collaboratori, invece, figura il dottor Thomas Gyr, primario di ginecologia e ostetricia dell’Ospedale Regionale di Lugano.
      Il progetto si avvale inoltre della collaborazione attiva di diverse strutture ospedaliere italiane specializzate in materia.

      Tra gli obiettivi primari di Life-ON, c’è quello di individuare la relazione esistente tra la depressione perinatale, una condizione grave e non di rado invalidante che colpisce neo-mamme e future mamme, e i disturbi del sonno.
      Si cercheranno di individuare quei fattori di rischio genetici e psicologici legati al sonno che potrebbero avere un ruolo attivo nel determinare l’insorgere della depressione perinatale.
      Per capire quali caratteristiche hanno le donne predisposte a soffrire di queste patologia e cercare di evitarne l’insorgenza, nel corso del progetto i ricercatori coinvolti sperimenteranno l’efficacia della terapia della luce nel contrastare e prevenire questa particolare tipologia di depressione.

      Per questo motivo, nei prossimi tre anni gli esperti di Life-ON esploreranno in maniera sistematica e approfondita le caratteristiche del sonno di queste donne, misurando i loro livelli ormonali e monitorando il loro umore e gli stati d’animo collegati per tutto il periodo dell’attesa e nei primi mesi dopo il parto (per la precisione fra le settimane dieci e quindici di gestazione e fino a un anno dopo il parto).
      Solo un’attenta osservazione, infatti, permetterà loro di individuare i fattori di rischio che predispongono l’insorgere della depressione perinatale.

      Si tratta di una ricerca molto importante non solo per le donne che soffrono di questa patologia, le quali si trovano a sperimentare sulla loro pelle una condizione di disagio profondo che le fa sentire inadatte al ruolo di madri, ma anche per i bambini che purtroppo risentono moltissimo dello stato d’animo della madre, la figura cui nei primi mesi di vita sono legati indissolubilmente e dalla quale dipendono.
      Una volta compresi i meccanismi che scatenano la malattia, sarà possibile individuare preventivamente quali donne sono a rischio depressione e mettere a punto interventi terapeutici da approntare durante la gravidanza e l’allattamento.


Fonte
Comunicato Stampa EOC

Sintomi di gravidanza: i 10 più frequenti

sintomi di gravidanzaSintomi di gravidanza: l’assenza di mestruazioni
       In gergo medico si chiama amenorrea. Le cause sono molteplici: stress, disfunzioni ormonali, menopausa, variazioni significative di peso, disturbi alimentari. Quando si cerca un bambino però l’assenza di mestruazioni è il primo importante “campanello d’allarme” che indica che la gravidanza è iniziata.

       Quando si decide di avere un figlio è dunque importante tenere sotto controllo il ciclo mestruale. Il primo giorno dell’ultima mestruazione infatti serve a stabilire quando comincia la gravidanza e, soprattutto, a calcolare la data presunta del parto. Quindi bisogna tenerla bene a mente.

Nausea e vomito
       Tra i sintomi gravidici più comuni c’è la nausea, molto spesso accompagnata dal vomito. Alcune mamme li sperimentano molto presto, in altre compaiono dopo, intorno alla quinta-sesta settimana, in altre (fortunate) mai. La nausea si presenta prevalentemente al mattino, ma non è una regola: purtroppo c’è chi ne soffre in altre fasce della giornata, se non tutto il giorno. La colpa è dell’ormone beta Hcg. L’organismo lo produce dopo il concepimento e raggiunge il picco intorno alla dodicesima settimana, per poi lentamente calare. Ecco perché nella maggior parte dei casi nausea e vomito scompaiono dopo il primo trimestre. 

       Quali sono i rimedi contro la nausea in gravidanza? Sfortunatamente non esistono dei consigli validi per ciascuna donna perché è tutto molto soggettivo. Quello che si deve cercare di fare è non restare troppo tempo a stomaco vuoto perché è una situazione che peggiora la nausea. Sì quindi a piccoli spuntini ogni tanto. Vanno inoltre privilegiati alcuni cibi rispetto ad altri. Un’altra idea è quella dei braccialetti per il mal d’auto: schiacciando un punto preciso del polso alleviano il sintomo.

       Ci sono anche diversi farmaci e integratori adatti alla nausea gravidica, ma solo il ginecologo deve prescriverli.

Sintomi di gravidanza: sonnolenza e stanchezza
       La sonnolenza uno dei più comuni primi sintomi di gravidanza e, in generale, si verifica nelle prime settimane. Alla base ci sono i cambiamenti ormonali e metabolici che comporta la gravidanza. La voglia di dormire può anche rendere difficile la concentrazione, ad esempio sul lavoro.

       La sensazione di spossatezza va a braccetto con la precedente e, anche in questo caso, dura un po’. In genere, tutto il primo trimestre è caratterizzato da questa voglia di “dolce far niente”. Solitamente, la parte centrale della gravidanza è quella in cui ci sente meglio, mentre la stanchezza potrebbe ricomparire nel terzo trimestre, quando la pancia diventa ingombrante e si fa fatica a muoversi.

       Quando è possibile, bisogna cercare di riposare. Questo è l’unico rimedio. È comunque corretto verificare che non ci sia qualche particolare deficit (ad esempio una carenza di ferro). In questo caso, il ginecologo darà la terapia più adeguata.

Piccole perdite di sangue (da impianto)
       Non tutte le hanno, ma sono piuttosto comuni. Nella maggior parte dei casi, le piccole perdite di sangue (spotting) derivano dall’impianto della cellula fecondata nell’utero. Quando ciò avviene, può esserci un piccolo sanguinamento. In genere, è molto più leggero e meno abbondante di un flusso mestruale, anche se con differenze da donna a donna. Di solito, le perdite da impianto si verificano 6-12 giorni dopo il concepimento e durano poco.

Картинки по запросу Dolore e tensione al senoDolore e tensione al seno
       La sensazione è quella che più o meno tutte proviamo prima dell’arrivo delle mestruazioni: seno dolorante e turgido a causa degli ormoni. In quasi tutte le donne si gonfia subito e diventa così uno dei primi segnali di gravidanza. Allo stesso tempo, il seno diventa estremamente sensibile, tanto da non poterlo sfiorare e da provare fastidio anche col semplice contatto dei vestiti.

       Via via che passano le settimane, avvengono dei cambiamenti anche nei capezzoli e nell’areola. Diventano più grandi e scuri. Sull’areola potrebbero anche comparire alcune piccolissime escrescenze: sono i cosiddetti tubercoli di Montgomery. Da metà gravidanza in poi, dai capezzoli potrebbe uscire qualche goccia di colostro, il primo latte. Ma niente paura se questo non accade: non significa che non si potrà allattare.

       Fin dall’inizio della gravidanza è consigliabile utilizzare reggiseni comodi, possibilmente senza ferretto, in tessuto naturale e con spalline larghe.

Le irregolarità intestinali
       Anche chi non ha mai avuto alcun problema potrebbe andare incontro a qualche cambiamento di tipo intestinale: a causa degli ormoni, potrebbe comparire subito stitichezza, ma non è infrequente neanche qualche episodio di diarrea.

       Tra diarrea e stipsi, la seconda è più comune durante la gestazione e, come detto, può essere uno dei primi sintomi di gravidanza. Le cause sono molteplici: variazioni ormonali (soprattutto l’aumento del progesterone), cambiamenti nelle abitudini alimentari (per esempio la nausea rende difficile bere acqua), il peso del pancione e così via.

       L’alimentazione gioca un ruolo predominante per combattere la stitichezza. Le fibre vegetali e l’acqua sono i migliori alleati per cercare di risolvere il problema. Il rischio è che possano comparire le emorroidi. E lì sono dolori!

Sintomi gravidanza: sbalzi d’umore
       Passare dalle risate più sfrenate al pianto a dirotto può essere uno dei primi sintomi di gravidanza. Con tanto di partner a occhi sgranati che non sa proprio cosa fare! I cambiamenti ormonali che si verificano già dal concepimento hanno un’influenza molto forte sulla psiche (già complessa di per sé) di una donna. Irritabilità, malumore, tristezza alternati a stati d’animo allegri ed euforici possono indicare la gravidanza.

Come cambia l’appetito
       All’inizio di una gravidanza gli estremi possono essere questi: fame da morire oppure inappetenza totale. La seconda spesso è collegata alla nausea che, soprattutto nelle primissime settimane, può dare parecchio fastidio. Molte donne invece sperimentano fin da subito un aumento dell’appetito, anche con “voglie” particolari. In realtà, non esiste una seria spiegazione scientifica delle voglie, ma forse sono solo un modo per farsi coccolare di più.

       Quando si ha molta fame non bisogna lasciarsi andare troppo. Aumentare eccessivamente di peso ha diverse conseguenze negative, tra cui il rischio più alto di contrarre alcune patologie, come la gestosi. Insomma, non si deve “mangiare per due”, anche perché smaltire i chili di troppo dopo il parto non è una passeggiata.

       In gravidanza può capitare poi qualcosa di strano: si cominciano ad odiare alcuni cibi che prima si adoravano e viceversa. Non c’è base scientifica, ma succede. Inoltre, l’olfatto potrebbe diventare molto più affinato. Odori e profumi che prima piacevano possono improvvisamente disgustare, fino a dare nausea o addirittura vomito. Per molte donne questo può essere uno dei primi sintomi di gravidanza, tanto da decidere di fare il test.

Dolori addominali
       I dolori addominali ad inizio gravidanza possono essere associati o ai disturbi intestinali oppure essere simili ai dolori mestruali. Non è raro infatti che, prima di scoprire di essere incinta, la donna percepisca tutto il “pacchetto” di sintomi premestruali: mal di pancia, tensione al seno, nausea, mal di testa vengono scambiati per “ciclo in arrivo”, quando invece non è così.

Картинки по запросу Dolori addominaliSintomi di gravidanza: perdite bianche
       La leucorrea gravidica è caratterizzata da perdite bianche o trasparenti. A volte può cominciare già all’inizio della gravidanza, prima di fare il test. Deriva semplicemente dall’ispessimento della parete vaginale, un fenomeno normale dopo il concepimento.

       È sempre opportuno sentire il proprio ginecologo quando le perdite emanano cattivi odori e sono accompagnate da prurito o bruciore. Potrebbero essere i segnali di un’infezione (ad esempio da candida) che va curata.

Fonte https://imamma.it/sintomi-di-gravidanza-i-10-piu-frequenti/?fbclid=IwAR0Ra6g2vXXEqrDN5b0SU1H4xBeJV_Z1lN9XpBT5lk8R8KS5-dtwbL1aFtA

Cure materne: le prime esperienze di vita modificano il Dna cerebrale

Cure materne: le prime esperienze di vita modificano il Dna cerebrale      È stato dimostrato come le cure materne nella prima infanzia possano avere effetti sul Dna dei bambini. Lo ha analizzato uno studio pubblicato sulla rivista medica Science dai ricercatori del Salk Institute for Biological Studies di La Jolla (Usa)  I ricercatori sono giunti a questa conclusione dopo avere monitorato l’assistenza che alcuni topi hanno avuto in tenera età dalle loro madri. Successivamente, hanno analizzato il Dna dell’ippocampo (regione del cervello coinvolta nei processi legati alle emozioni e alla memoria, le cui anomalie sono state collegate ad alcuni disturbi psichiatrici degli animali durante il loro sviluppo.

L’importanza delle cure materne
      Alla fine dello studio gli autori hanno scoperto che nel Dna dei topi che erano stati trascurati dalle madri era presente un numero maggiore di copie di trasposoni o “geni saltatori”,  frammenti di Dna in grado di fare copie di se stessi e di spostarsi da un punto all’altro del genoma (in pratica si trascrivono prima nel braccio destro del Dna, ossia nel Rna, quindi si riconvertono in sequenze identiche di Dna che si inseriscono in altri siti del genoma) rispetto a quello presente nel genoma dei roditori che avevano ricevuto cure materne più assidue.

I cambiamenti delle cellule cerebrali
      Il cervello cambia continuamente in risposta alle esperienze ambientali durante tutta la vita. Ci sono diverse prove che lo sviluppo e il comportamento del cervello sono influenzati dalle prime esperienze di vita come lo stress, l’esposizione a tossine, la disponibilità di nutrienti, le avversità e la qualità delle cure materne. Lo stesso team americano aveva già scoperto che il Dna delle cellule cerebrali dei mammiferi può cambiare durante lo sviluppo, proprio a causa della replicazione dei trasposoni, e che questo processo non sarebbe casuale. Alla luce dei risultati del nuovo studio, gli scienziati ritengono che i bambini che ricevono poche cure durante la prima infanzia potrebbero subire uno stress capace di stimolare una maggiore replicazione dei geni.

Fonte https://www.bimbisaniebelli.it/neonato/cura-bebe/cure-materne-le-prime-esperienze-di-vita-modificano-il-dna-cerebrale-84850?fbclid=iwar2mrjgzryyc_9qx0_epoye9qcnfkm7ogn9jinaqqr1xvxogeyccnix7qa4

DA DUE A TRE: E CHE NE È DELLA COPPIA?

Adesso non siete più solo tu e lui, adesso c’è qualcun altro che è entrato nella vostra vita.
Di frequente, a seguito di un cambiamento più o meno importante, all’interno di una coppia si sente dire che le cose non vanno più come prima.
famigliaL’arrivo di un bambino rompe gli equilibri che abbiamo creato, non solo all’interno della coppia, ma anche nella nostra routine.
Una coppia senza figli non deve pensare a come organizzarsi con il piccolo se vuole andare a cena fuori o al cinema, non ha problemi a far tardi sul lavoro, non ha problemi ad andare in vacanza e infine non ha problemi a creare dei momenti di intimità con il partner.

Se invece arriva un bambino, cosa succede, come cambia la nostra vita, come cambiamo noi?
Ci sono coppie che si lasciano prendere dal panico, si odono leggende di coppie che non escono più di casa, perché non vogliono destabilizzare il bambino che ha i suoi ritmi, le sue abitudini.
E la coppia? Che fine fa?
Dove sono andate a finire quelle seratine a lume di candela che tanto adoravamo? La complicità che abbiamo creato con il nostro partner?
Non ci manca tutto questo? Pensiamo di no? O, semplicemente, non ci pensiamo più!
Ci lasciamo prendere da questo tornado che è entrato dentro casa nostra ed ha rivoluzionato tutto.

Un bambino ti cambia la vita, ovviamente!
Inutile dire che te la cambia in meglio, ti aiuta a scoprire sentimenti e sensazioni nuove, a te ignote. L’idea di prenderti cura di lui poi ti fa sentire importante, speciale.
A volte, per non dire spesso, dimentichiamo che siamo speciali anche per qualcun altro, anche il nostro partner se ne dimenticherà se non facciamo nulla per ricordarglielo.

Dedichiamo del tempo alla coppia.
Come?
Apriamo le porte alla fantasia!
Il piccolo adesso dorme, perché non approfittarne?
Un bel bagno caldo, rilassante e magari accendiamo qualche candela per creare l’atmosfera giusta.
Una colazione di buon mattino, ammirando insieme il sorgere del sole.
A volte possiamo decidere di affidare il bambino a qualcuno e andare a cena fuori.
Dobbiamo continuare a prenderci cura della coppia, così come ci prendiamo cura del nostro bambino.
Adoro essere mamma, ma prima di essere ciò ho scelto di essere moglie e compagna ed avere un figlio non deve assolutamente significare non essere più tutto questo.

Gravidanza, la linea fitness che cresce col tuo pancione

Visualizza l'immagine su Twitter        Reebok ha lanciato una nuova “Maternity Collection” in modo che le donne incinte possano continuare ad allenarsi comodamente durante e dopo la gravidanza: d’altronde fare sport, seppur moderato, è altamente consigliato dagli esperti, dunque la linea fitness in commercio da qualche mese sembra un vero e proprio regalo per future e neo-mamme che non vogliono rinunciare a tenersi in forma.

        La collezione consta di indumenti tecnicamente progettati per crescere con il proprio pancione, così da evitare di comprare altri top, magliette e leggins mano mano che il girovita si allarga e il bambino diventa più grande. Anzi di soluzioni che offrono il massimo del comfort e della versatilità ce ne sono parecchie.

        La linea fitness firmata Rebook è composta da leggings e canotte realizzati con tessuti premium ad elevata elasticità, disponibili nelle taglie che vanno da XS – XL. “Il nostro obiettivo è quello di creare un abbigliamento comodo e di supporto per la donna attiva in ogni fase della sua vita e vogliamo che questa collezione versatile renda le mamme più potenti e sicure durante qualsiasi attività, che siano in palestra o al lavoro” hanno fatto sapere i vertici del brand sportivo.

      I leggins danno il giusto sostegno alla pancia che cresce adattandosi di settimana in settimana e si aggirano sui 65 dollari, mentre i top senza cuciture provvedono a coccolare la donna incinta regalandole un senso di avvolgente morbidezza ad un prezzo inferiore, 40 dollari circa.

       Può sembrare una cifra alta, ma se consideriamo che per i 9 mesi della gestazione e i successivi del post-parto non abbiamo bisogno di comprare altri indumenti sportivi, il costo è più che ammortizzato, non trovate?

Fonte https://www.supereva.it/gravidanza-la-linea-fitness-che-cresce-col-tuo-pancione-59122

giovedì 30 gennaio 2020

Ramona Badescu, mamma a 51 anni/ Fecondazione assistita: la vita con Narcis Godeanu

ramona_badescu_facebook_2017       Immortalata tra le pagine dal settimanale Diva e Donna mentre cammina serenamente al parco con il figlio di quattro mesi, Ramona Badescu, dopo la fine del matrimonio con un famoso avvocato della Capitale, si è fidanzata con Narcis Godeanu e proprio con quest’uomo ha voluto mettere in piedi la famiglia che sognava ormai da tempo. “Ho sempre desiderato avere un figlio, ma è importante farlo con la persona giusta – aveva raccontato qualche mese addietro al settimanale Ok salute – . Non avrei mai accettato l’idea di concepirlo con un uomo dal quale non fossi stata attratta e amata”. L’amore con il nuovo compagno è esploso all’improvviso, risvegliando nella showgirl un desiderio di maternità che era stato solamente “accantonato”. Proprio per questo motivo, la Badescu aveva deciso di ricorrere alla fecondazione assistita dopo aver congelato gli ovuli tempo fa.

Ramona Badescu mamma per la prima volta a 51 anni
       La showgirl del Bagaglino ha rivelato come ha scoperto di essere rimasta incinta naturalmente. “Quando sono andata dal ginecologo per iniziare la procedura mi ha guardata con un grande sorriso e mi ha detto che ero già incinta naturalmente di due settimane – ha spiegato, radiosa, lei – .Anche se ho 51 anni, per l’età biologica ne ho circa 32, lo dicono le analisi. Sarà che ho sempre fatto una vita sana”. La vita di Ramona, da quel momento, è radicalmente modificata e procede così anche attualmente. Già da un po’ di tempo, aveva deciso di allontanarsi dalle luci della ribalta ma, con l’arrivo della nuova relazione e un figlio, le cose si sono fatte ancor più “riservate” del previsto. Poi la maternità a 51 anni, con tutte le gioie e le emozioni del caso. Non è la prima donna del mondo dello spettacolo che diventa madre in età avanzata. Tra le donne vip che hanno superato la soglia dei 50, menzioniamo: Carmen Russo, Heather Parisi, Brigitte Nielsen, Gianna Nannini, Janet Jackson, Emanuela Grimalda e Rachel Weisz.

Fonte https://www.ilsussidiario.net/news/ramona-badescu-mamma-a-51-anni-fecondazione-assistita-la-vita-con-narcis-godeanu/1973640/

Fumare in gravidanza aumenta il rischio di fratture per il neonato

        Da un nuovo studio osservazionale, condotto dai ricercatori dell’Università di Örebro (in Svezia), emerge che i figli delle madri che fumano durante la gravidanza corrono un rischio maggiore di fratture durante il primo anno di vita. Nel corso della ricerca sono state monitorate le condizioni di salute di oltre un milione e 600mila bambini nati da donne fumatrici (377.367) e non (1.302.940). Tutti i risultati ottenuti sono stati pubblicati sulle pagine della rivista specializzata British Medical Journal.

Картинки по запросу fumare in gravidanza aumenta il rischio di fratture per il neonatoIl rischio di fratture durante il primo anno di vita
        I ricercatori hanno monitorato la salute delle ossa dei bambini per un tempo medio di 21 anni: in questo lasso di tempo sono state registrate complessivamente 377.979 fratture per l’intero campione. Dall’analisi dei dati ottenuti, è emerso che per i figli delle donne che fumano in gravidanza la probabilità di andare incontro a una frattura nel corso del primo anno di vita è maggiore del 20%, se la gestante fuma da 1 a 9 sigarette al giorno, o del 41%, se il numero di sigarette fumate è pari o superiore a 10 al dì. Per quanto riguarda il rischio di fratture durante il resto dell’infanzia e nella prima età adulta, i ricercatori non hanno riscontrato un legame con l’abitudine della madre a fumare durante la gestazione.

Fumo e alcol in gravidanza aumentano il rischio di morte in culla
        Nel corso di uno studio simile, i ricercatori dell’Avera Health Center for Pediatric & Community Research di Sioux Falls, in Sud Dakota, hanno scoperto che i bambini nati da madri che hanno fumato e bevuto alcolici dopo il primo trimestre di gravidanza corrono un rischio di sindrome della morte in culla (Sids) maggiore rispetto ai figli di donne che non hanno fatto uso di queste sostanze o le hanno consumate solo durante i primi tre mesi di gestazione. Per giungere a questa conclusione, gli autori della ricerca hanno monitorato oltre 12mila gravidanze, 28 delle quali hanno portato alla morte in culla del neonato.

Fonte https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2020/01/29/fumare-gravidanza-rischio-fratture-neonato.html

Fumo in gravidanza. Rischio di psoriasi per il feto

       In un ampio studio danese, i bambini nati da donne che fumavano durante la gravidanza hanno fatto registrare un aumento del 40% del rischio di psoriasi infantile. L’analisi, condotta sui dati di quasi 26.000 bambini nati in Danimarca, ha infatti associato il fumo materno durante la gravidanza all’aumento del rischio di psoriasi infantile. E questo rischio è cresciuto con il numero di sigarette fumate ogni giorno, arrivando a quasi il 300% tra i bambini le cui madri fumavano giornalmente16 o più sigarette durante la gravidanza.

      “Il nostro studio suggerisce che il fumo di tabacco può essere un fattore di rischio biologico per la psoriasi, anche per i feti con esposizione in utero al fumo materno – dice l’autore principale dello studio, Jonathan Groot, ricercatore nel dipartimento di sanità pubblica dell’Università di Copenaghen– Il fumo materno può aumentare il rischio di psoriasi pediatrica, in parte, esponendo il feto alla nicotina, che può stimolare i processi biologici implicati nella psoriasi. In alcune circostanze, il feto può risultare esposto ai metaboliti del tabacco in misura maggiore durante la gravidanza della madre, rispetto a un bambino esposto al fumo passivo”.

Lo studio
      Per valutare l’impatto del fumo materno sul successivo rischio del feto, i ricercatori hanno utilizzato i dati a livello nazionale sulle donne in gravidanza che sono state arruolate dal 1996 al 2002 per uno studio a lungo termine. L’analisi ha incluso 100.415 gravidanze. I ricercatori hanno analizzato l’uso materno di sigarette e prodotti sostitutivi della nicotina in diversi momenti: nel periodo prenatale, nella prima infanzia e quando i bambini avevano 11 anni.

      Tra i 25.812 bambini dello studio, 281 hanno sviluppato la psoriasi all’età di 11 anni. Quando i ricercatori hanno stimato l’impatto del fumo materno sul rischio di psoriasi, hanno scoperto che rispetto ai figli delle madri non fumatrici, i bambini avevano una probabilità 1,39 volte maggiore di svilupparsi psoriasi se le loro madri avevano fumato durante la gravidanza.

      Le evidenze dello studio non sorprendono Bernard Cohen, professore di pediatria e dermatologia presso il Johns Hopkins Medical Institutions di Baltimora. “Esistono dati che esaminano il fumo nei bambini più grandi e negli adulti che mostrano una connessione con l’aspetto della psoriasi e della sua gravità. E non è solo la psoriasi. Ci sono altre malattie infiammatorie della pelle per cui il fumo ha dimostrato di essere un fattore di rischio”.

Fonte: Journal of American Academy of Dermatology

Meglio la gravidanza in inverno o in estate? Cosa dice l'esperto

Картинки по запросу Meglio la gravidanza in inverno o in estate? Cosa dice l'esperto       La gravidanza è di per sé una fase della vita della donna molto dura (sai che il cane capisce prima di te se sei incinta): 9 mesi sono lunghi specie se ci si trova in paesi dove fa troppo caldo o troppo freddo a seconda delle stagioni.

       Su Reddit è iniziata una discussione tra mamme che si sono confrontate sui pro e i contro di una gravidanza invernale e una estiva. In inverno dobbiamo certamente fronteggiare una serie di malanni – come la febbre e l’influenza – che con la bella stagione tendenzialmente spariscono, anche se tra primavera e estate abbondano le febbri da fieno e le allergie al polline.

       La quantità di luce, che influenza il nostro umore, scarseggia in inverno e ciò si traduce in una tendenza alla tristezza e alla malinconia ma anche ad una possibile carenza di vitamina d, che possiamo integrare mangiando salmone, uova o questi altri cibi. Di contro, però, in estate il sole tende a metterci allegria, nonostante rischi di farci bruciare costringendoci a ricorrere alla protezione solare: il bello però è che almeno non abbiamo bisogno di allacciare le scarpe, azione che con il pancione non risulta tra le più semplici.
Картинки по запросу Meglio la gravidanza in estate?
       Un altro aspetto da tenere in considerazione è la fame: resistere alle tentazioni a Natale oppure tenere sotto controllo le nausee può diventare una vera impresa, mentre in estate siamo più portate a mangiare di meno e più sano. Ricordiamo sempre, però, che bisogna bere tanto per integrare i liquidi persi con la sudorazione.

       Infine chi vive una gravidanza invernale e vuole tenersi in forma ha meno alternative di chi invece la vive con la bella stagione: può infatti andare in palestra (guardate questa ragazza che alza pesi col pancione) perché uscire a fare una passeggiata all’aperto può risultare pericoloso a basse temperature (non se hai il raffreddore, fallo per 45 minuti).

Fonte https://www.supereva.it/meglio-la-gravidanza-in-inverno-o-in-estate-cosa-dice-lesperto-61113

GRAVIDANZA E AUMENTO DEL PESO: LE LINEE GUIDA PER TENERLO SOTTO CONTROLLO

        Il controllo del peso in gravidanza è un fattore essenziale per la salute della futura mamma e del bimbo. Ecco le linee guida dei più importanti studi scientifici in materia.

Gravidanza: studi e indicazioni sul controllo del peso
       In gravidanza ci si deve nutrire pensando al benessere proprio e del bimbo che si porta in grembo, ma ciò non significa né raddoppiare le porzioni di cibo né diminuirle troppo pensando che sia meglio avere qualche chilo in meno anziché in più.

gravidanza-e-aumento-del-peso:-le-linee-guida-per-tenerlo-sotto-controllo       Secondo un importante studio scientifico pubblicato nel 2019 sul "Journal of America Medical Association" e alle linee guida stilate dalla "National Academy of Medicine" (NAM), il monitoraggio del peso di una donna incinta inizia con il calcolo del suo indice di massa corporea (BMI) al momento del concepimento.

       Quest'indicatore biometrico è dato dal rapporto tra il peso in kg e il quadrato dell'altezza espressa in metri e ha dei limiti soglia che determinano le condizioni di sottopeso (BMI inferiore a 18,5 kg), normopeso (BMI compreso tra 18,5 kg e 24,9 kg), sovrappeso (BMI superiore a 25 kg ma inferiore a 30 kg) e obesità (BMI superiore a 30 kg).

       Durante la gravidanza, le donne che si trovano in condizioni di sottopeso o normopeso dovrebbero acquisire non più di 18 kg e non meno di 12 kg, mentre chi è in sovrappeso non dovrebbe superare gli 11 kg, limite che si abbassa a 9 kg per chi soffre di obesità.

       L'obesità è una condizione pericolosa per la gestante e per il nascituro. I rischi più probabili sono connessi a: diabete gestazionale, sindrome metabolica, difficoltà nel parto per macrosomia fetale (data da un peso del feto superiore a 4,5 kg), malattie cardiovascolari e ipertensione che, a sua volta, può provocare l'insogenza della preeclampsia, una condizione patologica che incide notevolmente sul regolare sviluppo della placenta e dei vasi sanguigni deputati a irrorarla. Per contro, anche le donne in sottopeso cronico possono avere grossi problemi nel corso della gestazione quali, ad esempio: malattie respiratorie, disfunzioni epatiche e renali, rischio di un parto pretermine, scarsa crescita fetale e ridotto sviluppo per età gestazionale, condizioni queste che possono portare conseguenze gravi per il nascituro, nell'immediato ma anche nel proseguo della sua vita.

Fonte https://www.mamme.it/gravidanza-e-aumento-del-peso-le-linee-guida-per-tenerlo-sotto-controllo/

Uomini, vi siete mai chiesti come sia essere incinti e fare i lavori di casa?

Картинки по запросу Uomini, vi siete mai chiesti come sia essere incinti e fare i lavori di casa?         Avete mai visto degli uomini incinti? Tre politici giapponesi hanno deciso di scoprire cosa prova una donna nel portare avanti le proprie faccende lavorative e nel sbrigare i lavori di casa durante il periodo della gravidanza. I tre hanno quindi pensato di indossare un pancione finto, dal peso di ben oltre sette chili, che simulasse la fase terminale di una gravidanza. I politici sono quindi andati a fare la spesa, hanno preso il bus, hanno dormito, lavorato e svolto le faccende domestiche, il tutto indossando il pesante pancione.

         Il bizzarro esperimento fa parte di una più grande campagna che punta a sensibilizzare gli uomini. Il Giappone infatti cerca di stimolare il sesso forte ad essere più gentile e rispettoso nei confronti delle proprie compagne in attesa. Il video nel quale vengono mostrati e resi noti gli esiti del buffo esperimento impazza sul web e, nel giro di pochissimi giorni, è già diventato virale.

Fonte https://www.supereva.it/uomini-vi-siete-mai-chiesti-come-sia-essere-incinti-e-fare-i-lavori-di-casa-20441

mercoledì 29 gennaio 2020

Cosa succede alla pelle durante la gravidanza?

      Durante la gravidanza l’intero corpo femminile vive una rivoluzione, a cominciare dalla pelle. Metabolismo e ormoni, infatti, hanno ampio effetto sulla nostra cute.

      In generale le future mamme possono avere beneficio degli effetti della gravidanza su pelle e capelli: l’azione degli estrogeni prolunga la fase di crescita dei capelli, che crescono di più e più velocemente, e molte malattie della pelle possono migliorare durante la gravidanza.

Картинки по запросу Cosa succede alla pelle durante la gravidanza?      Esistono però degli inestetismi tipici della gravidanza, alcuni dei quali si risolvono dopo il parto, mentre altri più persistenti possono essere trattati successivamente alla nascita del bimbo.

      Ne parliamo con la dottoressa Marta Brumana, dermatologa specialista di Humanitas San Pio X.

      Le smagliature sono dovute all’alterazione del tessuto connettivo cutaneo, e sono favorite dalla distensione della pelle e dalle alterazioni ormonali. Sono estremamente comuni sul seno, sull’addome e sui fianchi.

      L’unico modo per prevenirle è quello di prestare molta attenzione all’alimentazione e alla variazione di peso, evitando incrementi eccessivi, e utilizzare quotidianamente creme adeguate. Creme e massaggi per mantenere l’elasticità della pelle possono aiutare, ma vanno applicati con costanza e regolarità. Eventualmente, dopo il parto, possono essere fatte delle terapie mirate per diminuire la visibilità delle smagliature.

      Queste terapie, su consiglio del dermatologo, possono consistere nell’applicazione a domicilio di trattamenti specifici (come le creme a base di retinoidi) o nella laserterapia con laser frazionato CO2, il metodo scientificamente più validato per il trattamento delle smagliature.

      Attraverso uno speciale scanner computerizzato, viene erogato un raggio laser “frazionato”, ovvero diviso in tanti piccoli fasci di luce. Questi fasci di luce laser entrano in profondità nella pelle, arrivando a stimolare la produzione di collagene e fibre elastiche, ristrutturando la trama cutanea. Sono necessarie almeno 4-5 sedute, a distanza di circa due mesi l’una dall’altra.