martedì 30 giugno 2015

10 domande sull’endometriosi

Si parla di endometriosi quando un tessuto simile all’endometrio si sviluppa in altre zone fuori dall’utero. E' una malattia che colpisce le donne in età riproduttiva e che può provocare sterilità. Leggi quali sono le cause, i sintomi e la cura.

È una malattia che colpisce le donne in età riproduttiva, che può provocare sterilità o disturbi anche molto invalidanti. Più frequente di quel che si creda – interessa all’incirca il 10% delle donne - non è sempre facile da riconoscere, perché i sintomi possono essere poco specifici e quindi comuni ad altre patologie. È una patologia che può diventare severa soprattutto se sottovalutata, pertanto è necessario diagnosticarla per tempo per poter instaurare rapidamente la terapia più idonea (che può essere farmacologica o chirurgica). Ne parliamo con Massimo Bardi, ginecologo e responsabile del Centro per la diagnosi e la cura dell’endometriosi da poco inaugurato presso il reparto Ostetrico-Ginecologico dell’Ospedale F.M. Passi di Calcinate (BG).
Che cos’è l’endometriosi?
La parola deriva da endometrio, che è il tessuto che riveste all’interno la superficie uterina e che ogni mese cresce e si sfalda durante il ciclo mestruale. Si parla di endometriosi quando un tessuto simile all’endometrio si sviluppa in altre zone fuori dall’utero, dando origine a quelli che vengono definiti endometriomi.

Sezione di tuba di falloppio con endometriosi
Dove si sviluppa l’endometriosi?
Più di frequente gli endometriomi possono comparire nelle ovaie e nel tessuto che riveste l’interno dell’addome (peritoneo), ma possono localizzarsi anche nella zona tra vagina e retto, sull’intestino, sulla vescica e, più raramente, anche in altre sedi più lontane. Gli endometriomi si comportano esattamente come l’endometrio e cioè ogni mese, sotto l’influsso degli ormoni del ciclo mestruale, si sfaldano e provocano piccoli sanguinamenti. La differenza è che queste micro-gocce di sangue non possono fuoriuscire, come succede con le mestruazioni, ma mese dopo mese si accumulano ed infiammano le aree circostanti, determinando la formazione di noduli e cisti, che in alcune sedi, come le ovaie, possono raggiungere anche le dimensioni di 9-10 centimetri. L’endometriosi porta anche alla formazione di tenaci aderenze tra i vari organi pelvici, fino ad infiltrare i tessuti di strutture circostanti. Leggi anche: ciclo mestruale, impara a conoscerlo
Qual è la causa?
La causa va ricercata nella cosiddetta ‘mestruazione retrograda’. Il sangue mestruale cioè non esce totalmente attraverso la vagina, ma passa nelle tube ed arriva nella pelvi. Se nel contesto di questo sangue sono presenti cellule endometriali ancora ‘attive’, queste si impiantano nei tessuti e si comportano come il normale tessuto intra-uterino, mestruando mensilmente, sia pure in quantità minimali.
Come si riconosce l’endometriosi?
I sintomi classici sono dolori mestruali molto intensi, flusso irregolare perlopiù abbondante, dolore durante i rapporti sessuali, cui si possono associare sintomi variabili a seconda degli organi coinvolti, come dolori al retto durante la defecazione o alla parete vescicale durante la minzione, diarrea e/o stitichezza; sintomi che si manifestano sempre in concomitanza con i giorni del ciclo, visto che si tratta di cellule che rispondono alle stimolazioni ormonali. Sono disturbi che possono alterare anche di molto la qualità della vita, non per niente nel 2006 l’endometriosi è stata dichiarata ‘malattia sociale’ dal Senato della Repubblica.
A che età insorge?
L’età tipica è fra i 25-30 anni, quindi a distanza di almeno una decina di anni dalla prima mestruazione. Se però i sintomi sono lievi, può capitare di identificarla anche più tardi.
Come si può diagnosticare l’endometriosi?
La diagnosi si fa innanzitutto su base clinica, ossia partendo dai sintomi che la donna riferisce. La conferma si può avere con la visita ginecologica e con un’ecografia transvaginale, in grado di rilevare la presenza di noduli e cisti. Nei casi di endometriosi lieve, senza nodularità, tuttavia, visita ed ecografia potrebbero non essere sufficienti ed in tal caso sarà più difficile arrivare alla diagnosi, di cui si potrebbe aver certezza solo attraverso esami più approfonditi, diversi a seconda della sede dove si sospetta la patologia.
L’endometriosi può causare sterilità?
Sì, il 30% delle donne con problemi di sterilità è affetta da endometriosi. Questo perché la malattia in stadio avanzato determina aderenze, ostruzione tubarica ed alterazioni anatomiche talora importanti, che impediscono fisicamente l’incontro tra ovulo e spermatozoi. Si ipotizza che anche nelle forme lievi di endometriosi potrebbero intervenire fattori immunologici, alterazioni dell’ovulazione e della mobilità degli spermatozoi nel liquido peritoneale. Ma sono ipotesi che allo stato attuale non hanno ricevuto conferme né smentite. D’altro canto è vero che vi sono donne con l’endometriosi che portano felicemente a termine la gravidanza. Anzi, si potrebbe dire che la gravidanza costituisce una delle cure migliori, grazie all’amenorrea che blocca per diversi mesi (tra gravidanza e allattamento) lo sfaldamento mestruale dei tessuti endometriali.
È sempre necessario curare l’endometriosi o può guarire da sé?
A volte può capitare che i tessuti endometriosici si stabilizzino, si atrofizzino o si riassorbano, ma questo succede più spesso in menopausa, col venire meno delle mestruazioni, mentre è più raro prima della menopausa. Il più delle volte la guarigione non è spontanea, anzi i sintomi possono peggiorare nel tempo e causare patologie secondarie, a carico degli organi interessati: se l’endometriosi è localizzata nel retto, ad esempio, può provocare la formazione di noduli che danno dolori fortissimi fino all’ostruzione intestinale; se ad essere intaccata è la vescica, compaiono segni di cistite cronica che peggiora ad ogni mestruazione; se è coinvolto l’uretere, può essere ostacolata la regolare fuoriuscita di urine. Per questo, se una donna giovane lamenta dolori forti durante le mestruazioni, è bene effettuare da subito dei controlli.
Come si cura?
La prima cura medica è la pillola anticoncezionale, che rallenta di molto fino a bloccare del tutto l’endometriosi, proprio perché riduce significativamente il sanguinamento mestruale. Ci sono anche terapie a base di progestinici che si adottano se l’endometriosi è di grado lieve-moderato o se si riscontra un’alterazione anatomica della pelvi talmente grave da rendere impossibile l’intervento. A breve arriverà in commercio in Italia un progestinico specifico per la terapia dell’endometriosi che ha la capacità di inibire le modificazioni endometriali senza alterare la normale funzionalità ormonale ovarica. Se invece i sintomi sono più severi e vengono individuati cisti o noduli importanti, la cura è elettivamente chirurgica. In caso di cisti ovariche, in particolare, si opta per l’intervento se il diametro supera i 4 cm, perché una crescita ulteriore potrebbe distruggere il tessuto ovarico e far perdere o ridurre notevolmente la capacità riproduttiva della donna. Trattandosi di una malattia che può alterare la percezione dell’immagine corporea e dell’identità femminile, è previsto anche un supporto psicologico per le donne colpite da endometriosi.
È necessario rivolgersi in centri specializzati?
Per una diagnosi iniziale basta andare dal proprio ginecologo, ma se il quadro diagnostico è poco chiaro, è opportuno recarsi in centri dedicati, che seguono precisi protocolli dove vari specialisti in team individuano gli esami più appropriati a seconda delle sede coinvolta. Dopo la corretta diagnosi, bisogna decidere se seguire il percorso terapeutico medico o chirurgico. Se è necessario l’intervento chirurgico, che preferibilmente avviene in laparoscopia, è d’obbligo rivolersi a centri con una cultura specifica su tale patologia, in cui siano presenti più specialisti, in primis chirurgo addominale e urologo.

lunedì 29 giugno 2015

Cosa pensano le donne nigeriane della surrogazione

Cosa pensano le donne nigeriane della surrogazione.
E’ interessante notare che in Occidente le persone stanno regolarmente accettando il concetto di surrogazione. Anche le celebrità stanno affermando la loro approvazione, con star come l’ospite della TV E! Giulianna Rancic e suo marito Bill, ed anche le star del football, come Cristiano Ronaldo, che hanno avuto dei figli tramite questa procedura. Tuttavia, nonostante la sua popolarità, questo si è rivelato un trend non ancora diffuso dall’altra parte dell’Atlantico.
Per surrogazione si intende una donna che accetta di portare avanti una gravidanza per dei futuri genitori. In altre parole, la mamma surrogata semplicemente “presta” il suo utero ad una coppia che è fisicamente incapace di portare avanti una gravidanza, generalmente per problemi di salute.
Abbiamo recentemente parlato con un piccolo gruppo di donne nigeriane – single e sposate- della surrogazione ed è stato interessante apprendere cosa avevano da dire al riguardo.
Per prima cosa, la maggior parte di loro non riusciva a vedere se stessa come mamma surrogata senza un compenso… “Gratis? Perché gratis?” questa è stata la risposta ironica da parte di una di loro. Soltanto tre di loro erano aperte all’idea di farlo senza essere pagate.
Poi c’era Dorcas che credeva che l’essere pagata  non valesse il futuro dolore emotivo provocato al bambino. “Io potrei essere una mamma surrogata, ma per Dio, no…” Io credo che potrebbe essere una cosa vergognosa se il mio bambino, indipendentemente che sia nato dai miei ovuli oppure no, dovesse scoprire che la sua mamma surrogata l’ha fatto a causa dei soldi”.
Una donna che ha scelto di restare anonima era aperta all’idea di essere una madre surrogata senza essere pagata, ma solo per i membri della sua famiglia .
Dall’altra parte le altre hanno dichiarato che avevano bisogno di più motivazioni.
“un milione (di naira nigeriane) è troppo poco”, ha detto Subomi. “Dal primo al nono mese si tratta di lavoro. E poi che succede il giorno della consegna?”. Lei è già stata incinta prima e crede che lo stress della gravidanza sia  più pesante. E continua “Lo potrei fare per cinque milioni, se si prendono cura di me. Questi soldi mi basterebbero per iniziare una nuova vita”.
Un’altra interessante considerazione che è venuta fuori nella nostra discussione – “Cosa ne penserebbero gli altri?”  è che proprio questa potrebbe essere la principale ragione per cui alcune donne si rifiuterebbero di farlo.
Citando Isabella “Io non penso che vorrei che la gente sapesse quello che sto facendo. Il modo in cui ragioniamo, la nostra mentalità…”.
Secondo Sandra, “Se avessi intenzione di avere il bambino, non dovrebbe accadere in Nigeria”. Anche le altre che erano d’accordo con la maternità surrogata hanno affermato che non avrebbero detto a nessuno dell’accordo, a causa della preoccupazione del giudizio delle altre persone. Questo ci porta a chiederci cosa occorre affinchè la nostra società diventi più aperta nei confronti della maternità surrogata e di altri concetti considerati da altri come taboo.
La considerazione finale evidenziata è stata la conseguenza della separazione dal bambino dopo avergli dato la vita.
Secondo Isabella “Cosa succede se sviluppi un attaccamento emotivo al bambino? Pensi che sia così facile?
Citando Aisha “Io non credo di essere in grado di lasciar andar via il bambino”. “Sarei così legata a lui, che è un doppio no”.
“Alla fine di tutte quelle sofferenze, lasceresti andar via il tuo bambino?” ha detto un’altra donna che ha scelto di restare anonima.
Adesso a voi, lettori. Cosa ne pensate di questo argomento?. Da donna, sareste d’accordo ad essere una mamma surrogata, oppure concedereste alla vostra moglie/fidanzata di agire come un uomo?. Fateci sapere nella sezione commenti sotto.

venerdì 26 giugno 2015

Biotexcom: i nostri contatti!

Ovodonazione/Embriodonazione

Salve, mi chiamo dott.ssa Giulia Claudia sono la responsabile per i programmi di pma presso il centro medico Biotexcom. 
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Utero in affitto / Maternita' surrogata

Salve, mi chiamo dott.ssa Liudmila sono la responsabile per i programmi di maternita' surrogata presso il centro medico Biotexcom. 
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La mia mail: biotexcom@yahoo.it
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mercoledì 24 giugno 2015

Con l'aiuto della fecondazione assistita la probabilità di gemelli è 50%! =) Allattare i gemelli: come fare?

È possibile allattare al seno i gemelli? Contrariamente a ciò che si pensa non solo è possibile allattare 2, 3 e persino 4 gemelli, ma è anche altamente raccomandabile. La gemellarità, infatti, è un fattore di rischio per i neonati, principalmente per l’incidenza di parti pretermine, e sappiamo che il latte materno per un bimbo prematuro è importante quanto, se non più, di un farmaco.
Se i bimbi sono “solo” due e nascono a termine, valgono le solite raccomandazioni: favorire in ospedale il contatto pelle a pelle subito dopo la nascita, lasciando che la prima poppata al seno avvenga spontaneamente. È importante che i piccoli siano asciugati bene prima di essere messi pelle a pelle con la mamma, che siano mantenuti al caldo e che la madre sia in una posizione confortevole. Una volta in reparto, i piccoli andrebbero allattati a richiesta; nel caso di neonati sonnolenti, all’incirca ogni 3 ore per garantire un’adeguata stimolazione del seno ed evitare cali di peso eccessivi. In presenza di un buon avvio dell’allattamento al seno, a 2 giorni dal parto, il “calo fisiologico” non dovrebbe superare il 5-7% del peso alla nascita, se è maggiore, madre e bambini vanno seguiti con più attenzione per identificare e rimuovere eventuali ostacoli ad un corretto avvio dell’allattamento. Se madre e neonati stanno bene e sono seguiti adeguatamente, alla dimissione la madre avrà la montata lattea ed i piccoli staranno riprendendo il loro peso.
SEMPRE PIU' DIFFICILE!
Quando i gemelli sono tre o quattro, sono spesso prematuri e hanno bisogno di essere ricoverati in patologia neonatale per settimane; in questi casi si dovrebbe iniziare a rimuovere il colostro, con spremitura manuale o con tiralatte, entro le prime 6 ore dal parto; il tiralatte dovrebbe essere “a doppio attacco”, cioè in grado di rimuovere il latte da entrambi i seni simultaneamente, e dotato di un controllo della pressione di aspirazione e del numero di cicli al minuto, in modo da mimare la suzione del neonato. Questo doppio stimolo permette alla madre di incrementare la produzione di latte e di ridurre il tempo necessario a svuotare i seni. Maggiore è la frequenza di utilizzo, maggiore è la quantità di latte che si ottiene: L’ideale sarebbe ogni 2-3 ore, con una pausa più lunga di notte; questo schema può essere variato a seconda di quanto latte la mamma riesce a produrre in ogni sessione. Entro 10 giorni dal parto si dovrebbe avere una produzione di almeno 600 ml di latte nelle 24 ore per ciascun bambino. Anche in questo caso, è importante il contatto pelle a pelle, se le condizioni dei neonati lo consentono: la marsupio-terapia facilita il processo di “bonding” (attaccamento madre-figlio) e ha un effetto positivo su frequenza cardiaca, respirazione e temperatura dei neonati; e ancora, favorisce la ricerca del seno materno da parte del neonato prematuro. Perciò, appena possibile, si può iniziare a far succhiare i piccoli da un seno precedentemente svuotato, abbandonando questa precauzione una volta che abbiano raggiunto una sufficiente abilità nel gestire il flusso di latte materno.
DALL’OSPEDALE A CASA

Nel caso di gemelli ricoverati in terapia intensiva neonatale, può accadere che non tutti i bambini siano dimessi lo stesso giorno: in questo caso sarà necessario tirare il latte per chi rimane ricoverato. Il sostegno e l’aiuto pratico dei familiari è indispensabile per gestire questa “emergenza organizzativa”. Una volta a casa tutto diventa più semplice e la mamma imparerà lentamente ad organizzare tempi, posizioni e turni. Una delle possibilità può essere quella di attaccare i bambini al seno contemporaneamente: questa soluzione riduce il tempo dedicato alle poppate e, nel caso di 3 o 4 bambini, è quasi una scelta obbligata. Ma ogni situazione è diversa e una mamma può comunque preferire allattare i piccoli uno alla volta, anche perché spesso ha bisogno di tempo per acquisire la pratica necessaria per allattare due bambini allo stesso tempo l’allattamento di ogni figlio singolarmente potrebbe rappresentare uno dei rari momenti nei quali può dedicare ad ognuno la sua attenzione.
La mamma che aspetta dei gemelli dovrebbe informarsi, già in gravidanza, sull’allattamento dei gemelli; parto prematuro e taglio cesareo sono molto probabili nelle gravidanze gemellari e perciò è particolarmente importante la scelta dell’ospedale nel quale partorire. Informazioni e conoscenze sono fondamentali, ma per allattare dei gemelli, è indispensabile ricevere l’aiuto pratico e il sostegno dei familiari, senza i quali tutto può diventare veramente difficile. 

Coppia assolta in piena formula! Utero “affittato” a Kiev, assoluzione bis

Sentenza di primo grado confermata in Appello: i genitori erano accusati di alterazione di stato civile
Assolti. Anche per i giudici di Appello sono papà e mamma a tutti gli effetti. Così si è conclusa la vicenda giudiziaria di due genitori triestini, 71 anni lei e 58 lui. Erano accusati di alterazione dello stato civile. In pratica, di aver commesso un falso dichiarando di essere padre e madre naturali di due bambini nati in Ucraina con il sistema dell’utero in affitto. Il collegio presieduto da Igor Maria Rifiorati e composto da Gloria Carlesso e Donatella Solinas ha confermato la sentenza di primo grado del giudice Guido Patriarchi. Alla Corte d’Appello aveva ricorso - dopo la pronuncia di primo grado - il pm Lucia Baldovin, il magistrato titolare del fascicolo. Il pg Paola Cameran ha chiesto, al termine della sua requisitoria, il minimo della pena. La coppia è stata assistita dall’avvocato Sergio Mameli.
Dunque non c'è stato alcun falso. La coppia era andata in Ucraina dove appunto aveva “affittato” un utero in una clinica di Kiev pagando settemila euro. Poi i coniugi erano rientrati in Italia e nove mesi più tardi si erano ripresentati in Ucraina dalla donna “ingaggiata”, che stava per partorire. Infine erano rientrati a Trieste con due gemelli e un regolare certificato di nascita rilasciato dalle autorità di quel Paese.
L'indagine era stata avviata su segnalazione del Comune di Trieste: un funzionario dell’Ufficio anagrafe non aveva ritenuto possibile che una donna nata nel 1944, quando la seconda guerra mondiale era ancora in pieno svolgimento e dunque alla veneranda età di 67 anni, potesse avere assunto il ruolo di partoriente, mettendo al mondo due gemelli. Non si era fidato di quel certificato vero consegnato a Kiev alla coppia di triestini. Vi si legge che la triestina pensionata è la madre dei due bambini nati a Zhytomyr il 9 dicembre 2011. A Kiev la legge ammette come detto la cosiddetta maternità surrogata, mentre nel nostro Paese è reato affittare o prendere in affitto un utero per mettere al mondo un figlio che in altri modi non si riesce ad avere. O per incompatibilità genetica tra la coppia che lo desidera disperatamente, o, come in questo caso, per raggiunti limiti di età
biologica di uno o di entrambi i coniugi o conviventi, come è avvenuto. La sentenza d’Appello in sostanza ha interpretato il concetto secondo il quale può essere considerata comunque mamma in tutto e per tutto anche una donna che non abbia portato nel proprio grembo il bimbo. (c.b.)

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2015/06/22/news/utero-affittato-a-kiev-assoluzione-bis-1.11662291

martedì 23 giugno 2015

Più infertilità maschile senza la visita di leva

Da quando il servizio militare non è più obbligatorio sono aumentati i casi di infertilità dovuti alla presenza di un varicocele. Un disturbo sotto-diagnosticato, che colpisce circa un ragazzo su quattro dai 15 ai 25 anni di età
Ero meglio quando si andava a fare il servizio militare. E’ quanto sembrano suggerire gli specialisti del benessere maschile. “Da quando la visita di leva non è più obbligatoria, sono aumentati i casi di infertilità legati alla presenza di un varicocele non tempestivamente diagnosticato - afferma il prof. Giario Conti presidente nazionale della Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) - Il varicocele è la dilatazione delle vene attorno al testicolo che a sua volta può danneggiare il DNA degli spermatozoi. Si stima infatti che sia responsabile del 70% dei casi di infertilità. Questo disturbo oggi è sottovalutato e sotto diagnosticato eppure colpisce circa un ragazzo su quattro dai 15 ai 25 anni di età - ricorda il prof. Conti - Gli uomini nella stragrande maggioranza dei casi non si sottopone ad una visita specialistica come invece dovrebbe e non esegue l'autopalpazione che consente di sentire le vene sotto la pelle dello scroto".

Pochi controlli
 – Più in generale otto italiani su dieci non si sono mai fatti visitare da un urologo. Il 95% di loro dichiara di “non avere problemi” e di “essere ancora giovane”. Non solo, gli uomini vanno poco negli ambulatori, si vaccinano meno delle donne, utilizzano i farmaci in misura minore. Il risultato? I maschi si presentano dal medico quasi sempre con disturbi in fase avanzata, trascurati per settimane o mesi, talvolta per anni. 

Non solo varicocele, ma anche patologie sessualmente trasmesse, prostatiti, tumori urogenitali: sono tutte malattie in forte aumento, che possono essere efficacemente prevenute e affrontate con successo quanto più la diagnosi è precoce. “Oggi siamo di fronte ad un aumento preoccupante delle patologie maschili della sfera riproduttiva e sessuale - afferma il prof. Michele Gallucci, presidente nazionale dell’AURO (Associazione Urologi italiani) – dovute  nella maggior parte dei casi, a stili di vita sbagliati. Se trascurate, possono minare la qualità di vita con conseguenza importanti come l’impotenza e l’infertilità. Per questi motivi la prevenzione è fondamentale fin da una giovane età”.

SAM -  Per sensibilizzare gli italiani sull’importanza della prevenzione è partito la scorsa settimana Salute al Maschile (SAM), il primo progetto nazionale di sensibilizzazione interamente dedicato agli uomini che vede insieme la Fondazione Umberto Veronesi, SIUrO e AURO. Gli altri obiettivi dell’iniziativa sono:
- Informare i pazienti con tumore, aiutarli a scegliere la terapia migliore
- Mantenere alta l’attenzione sulle malattie sessualmente trasmissibili, ricordando le regole di una sessualità consapevole
- Sostenere concretamente la ricerca scientifica: nel corso del progetto saranno supportati i medici e i ricercatori che lavorano per trovare nuovi metodi di diagnosi precoce e nuove combinazioni terapeutiche per i tumori maschili. Nel 2015 la Fondazione ha già finanziato 3 borse di ricerca nell’ambito dell’oncologia maschile. Il valore annuale di ogni borsa è pari a 30.000 euro. 

“Quarant'anni fa dovevamo convincere le donne a sottoporsi a una mammografia – sottolinea il prof. Umberto Veronesi - Ora invece sono loro a mettersi in coda per l'esame, e proprio grazie alla diagnosi precoce il 95% dei tumori al seno può guarire. Adesso è il momento dell'uomo: la stessa rivoluzione culturale va fatta su di lui”.

Fonte http://sport.sky.it/sport/ritratto_della_salute/2015/06/18/campagna_sam_salute_al_maschile.html

Quarantesima e quarantunesima settimana di gravidanza

La quarantesima settimana di gravidanza va da 39+0 a 39+6 (iniziando a contare dalla data delle ultime mestruazioni).

COSA SUCCEDE AL TUO CORPO

Congratulazioni! Ce l’hai fatta! Questa è l’ultima settimana ufficiale di gravidanza (almeno si spera). Il tuo corpo si è preparato per il grande evento nelle ultime settimane.
Compaiono le contrazioni, sempre più regolari e dolorose, presto nascerà. Ogni travaglio è a sé, ogni donna è diversa dall’altra. Quindi non basarti sulle esperienze che ti vengono raccontate con dovizia di particolari!
Molte gravidanza proseguono oltre la data prevista per il parto. Solo il 4-5% delle gravidanze terminano nel giorno esatto previsto. La maggior parte delle donne partoriscono nelle 2 settimane precedenti o nelle 2 successive alla data prevista.
Finché aspetti riposati, rilassati e preparati per l’arrivo del tuo bambino!
Sicuramente sei in balia di tante emozioni fatte di eccitazione, speranze, aspettative, ma anche di paura ed apprensione perchè sai che il parto è ormai imminente.
Al termine la placenta misura circa 20-25 cm di diametro e ha l’aspetto di un disco spesso circa 2-3 centimetri. Verso la fine della gravidanza comincia ad invecchiare e a non svolgere più in modo ottimale il suo lavoro.Per tale motivo le gravidanze vengono indotte prima di arrivare alle 42 settimane.

COSA SUCCEDE AL BAMBINO

Il tuo bambino è pronto e può nascere in qualsiasi momento e finalmente potrai perderti nei suoi occhi!
Questa è l’ultima settimana di gravidanza ma se anche nascesse dopo non preoccuparti. In questi casi sarai monitorata giornalmente (tracciato in ospedale) e dovrai tenere sotto controllo i movimenti del bambino.
Cerca di rilassarti, manca veramente poco prima di potervi abbracciare!
Il bambino è  lungo circa 50,7 cm e pesa  circa 3,3 Kg (la lunghezza e specialmente il peso varieranno molto alla nascita).
Il bambino nasce con uno scheletro formato da 300 ossa, ben 94 in più di quelle di un adulto perchè le ossa in eccesso devono ancora fondersi con la crescita. Il suo corpicino è  costituito per il 15% di grasso che fornisce energia e lo aiuta a regolare la temperatura corporea.
Quando nasce, il momento del primo respiro comporterà cambiamenti irreversibili al suo cuore e alle arterie che portano il sangue ai polmoni. Come  spiegano benissimo su ABC Parma:
Durante la vita fetale l’ossigenazione del sangue e lo smaltimento dell’anidride carbonica non vengono effettuati dai polmoni (che iniziano a funzionare dopo la nascita), ma dalla placenta. Per questo motivo non è necessario che ai polmoni del feto arrivi molto sangue. Questa ed altre esigenze circolatorie del feto vengono ottenute attraverso alcune comunicazioni tra la parte destra e la parte sinistra del cuore, che sono tipiche del cuore fetale e che si chiudono dopo la nascita : esse sono il forame ovale che consente la comunicazione tra atrio destro e atrio sinistro, il dotto venoso di Aranzio che mette in comunicazione la vena ombelicale e la vena cava inferiore, il dotto arterioso di Botallo che mette in comunicazione l’aorta con l’arteria polmonare.
Alla nascita la legatura del cordone ombelicale e quindi il taglio della vena ombelicale, causa un crollo della pressione nell’atrio destro, che si porta a valori simili a quelli dell’atrio sinistro. Ciò innesca la chiusura del forame ovale. La chiusura  foro avviene in tempi variabili da pochi giorni a mesi. La chiusura del dotto venoso di Aranzio avviene mediante un meccanismo, non del tutto noto e viene sostituito dal legamento venoso. Il dotto arterioso di Botallo si chiude a seguito della respirazione autonoma e avviene in circa 12-36 ore. La completa obliterazione e sostituzione con tessuto fibroso (legamento arterioso) avviene in tempi più lunghi, anche diverse settimane.

PER IL PAPA’

Durante il parto massaggiala, mantieni il contatto visivo con lei, fa da tramite con il personale sanitario, ascoltala e falle aria se ha caldo. Aiutala nella respirazione e nei cambi di posizione.

CONSIGLI

Stanche di chi vi telefona per capire se è nato?
Lasciate un messaggio in segreteria telefonica :)
Aiuto in fase di travaglio:
Il Rescue Remedy dei Fiori di Bach, è un toccasana. E’ formato da 5 componenti che danno sollievo immediato in tutte le situazioni.
Può essere assunto anche ogni 10 minuti, in fase di travaglio è ottimo.

Quarantunesima settimana di gravidanza

COSA SUCCEDE AL TUO CORPO

Potete avvertire un bruciore nella parte superiore della vagina, questo è dipeso dalla posizione del bambino. Potrete avere dell’ansia in vista di questo momento tanto atteso, la nascita del vostro bambino. Respirate, pensate positivo e rilassatevi con bagni caldi e lunghe passeggiate. Se il liquido amniotico ha una quantità adeguata e la placenta non è vecchia si può aspettare ancora un po’ prima che il parto venga indotto.
Spesso poche ore o pochi giorni prima del parto viene perso un agglomerato di muco che viene definito tappo mucoso.
Il tappo mucoso è un ammasso di muco gelatinoso, spesso striato di sangue vecchio e quindi di color marrone. Si può perdere tutto in una volta o in più passaggi. Non è necessario chiamare il ginecologo quando lo si nota  a meno che non sia associato a perdite di sangue. Le perdite di sangue non vanno mai sottovalutate in gravidanza ed è sempre bene recarsi immediatamente al pronto soccorso quando vengono notate.

COSA SUCCEDE AL BAMBINO

Il tuo bambino ha raggiunto il peso di circa 3,5 Kg ed è lungo circa 51 cm. Il bambino dorme molto in questo stadio, lo sentirai molto meno durante l’arco della giornata visto che non c’è molto spazio per muoversi.
Potrai avvertire delle contrazioni che ti creano fastidio ma permettono alla testa del bambino di scendere lungo il canale.
Tutti i suoi organi sono maturi e le ossa forti.
Solo il cervello e i polmoni completeranno la sua maturazione una volta nato.
Dovresti contare almeno 10 movimenti nell’arco di 4 ore.
Appartieni al 30% di quelle donne che sono andate oltre il termine.

PER IL PAPA’

Offri sostegno alla futura mamma. Devi starle vicino e accogliere le sue ansie. Accarezzala, dalle un abbraccio perchè la tua compagna ha bisogno di sentirsi ascoltata.

CONSIGLI

  • Stimolazione dei capezzoli manualmente. Mettere un impacco caldo su un seno e stimolare l’altro, poi scambiare. Dovete continuare per almeno un’ora.
  • Sesso: aumenta l’attività contrattile. Importante avere molti orgasmi, anche da sole.



http://www.periodofertile.it/articoli/quarantesima-settimana-di-gravidanza
http://www.periodofertile.it/articoli/quarantunesima-settimana-di-gravidanza

lunedì 22 giugno 2015

Trapianto di utero: 3 donne su 9 sono diventate mamme

Francesca Dallapé: «Per un fisico proporzionato e asciutto fate come me »

Francesca Dallapé: «Nei tuffi bisogna vincere la paura dell'altezza e lanciarsi nel vuoto»

22 giugno 2015 – Bambini, caldo e colpi di calore

Il tablet come un gioco: così i bambini imparano ad usarlo
CHIRURGIA E TRAPIANTI
DIAGNOSI E CURE-CHIRURGIA E TRAPIANTI-TRAPIANTO DI UTERO: 3 DONNE SU 9 SONO DIVENTATE MAMME

Trapianto di utero: 3 donne su 9 sono diventate mamme
Bilancio positivo per il trapianto di utero effettuato nel 2012 in Svezia su nove donne: in due casi è fallito ma tutte affermano che ha avuto un effetto positivo sulla loro qualità di vita e ha dato speranza. La tecnica è stata ideata per tutte quelle donne nate senza utero per una malattia genetica rara, o a cui è stato asportato a seguito di un cancro
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A tre anni dai primi trapianti di utero fatti nel mondo in Svezia, le 9 donne che li hanno subiti, con un'età media di 33 anni, si sono ben adattate psicologicamente alla loro nuova vita, anche se in due casi c'è stato un fallimento, mentre tre delle altre 7 donne hanno partorito dei bambini sani (leggi qui la notizia sulla nascita del primo bambino). E' questo il bilancio presentato da Stina Jarvholm del Sahlgrenska University Hospital di Gotheborg, al congresso dell'Associazione europea di riproduzione umana ed embriologia (Eshre), appena conclusosi a Lisbona.

I risultati della valutazione hanno mostrato in tutte le donne un atteggiamento positivo, di speranza, perché tutte ora sentono di avere la stessa opportunità di avere una famiglia come gli altri, anche per le due in cui l'intervento non è andato a buon fine. Per loro era comunque l'unica possibilità a disposizione. Tutte le pazienti hanno detto che il trapianto ha avuto un effetto positivo sulla loro qualità di vita e gli ha dato speranza. La relazione con la donatrice, spesso la madre, è stata descritta come ''tornata normale, come prima se non migliorata'', indipendentemente dal successo o meno dell'intervento. (ANSA)

https://www.ok-salute.it/diagnosi-e-cure/trapianto-di-utero-3-donne-su-9-sono-diventate-mamme

mercoledì 10 giugno 2015

Fertilità: l’Italia è un paese sterile. La fecondazione eterologa speranza per molti

Non è un Paese per figli, l’Italia. Sarà lo stress, la cattiva alimentazione o una serie di fattori concomitanti, ma quel che emerge dal Ministero della Salute è un quadro preoccupante: la media è di 1,39 figli per donna, tra le più basse a livello a livello europeo.

Non solo: Il 20% delle coppie italiane (una su cinque) che ha difficoltà a procreare per vie naturali, la popolazione è anziana (e quindi inattiva da un punto di vista lavorativo) e nel 2050 potrebbe rappresentare l’84% di quella attiva.

Per combattere questa difficile situazione, ecco che arriva il Piano Nazionale per la Fertilità, sponsorizzata da Beatrice Lorenzin. Si tratta di un’agenda elaborata da un team di ginecologi, oncologi, psicologi, farmacisti e giuristi, che vuole portare il tema della fertilità al centro delle politiche sanitarie italiane, intervenendo tanto sull’offerta sanitaria quando sulla corretta informazione dei cittadini.

A coronare il tutto, ecco il Fertility Day, una giornata di formazione e informazione sulla fertilità, che si ripeterà con cadenza annuale a partire dal 7 maggio del 2016. Allo stato attuale, però, la soluzione immediata e con più probabilità di riuscita è la fecondazione eterologa, legalizzata anche in Italia dopo la sentenza della Corte Costituzionale che, nell’aprile del 2014, ha stabilito che il divieto dell’eterologa previsto dalla legge 40 del 2004 era incostituzionale.

Fecondazione eterologa: le regole
La fecondazione eterologa si distingue da quella in vitro assistita perché il seme maschile o l’ovulo femminile utilizzati nella fecondazione non appartengono a uno dei genitori ma a un donatore esterno alla coppia (altrimenti si parla di fecondazione omologa). Si fa ricorso a questa pratica in caso di infertilità assoluta di uno dei due partner.

Per accedere alla fecondazione eterologa bisogna trovare ovuli o sperma: i donatori maschi devono avere età compresa tra i 18 e i 45 anni e le femmine tra i 18 e i 35. In Italia è più problematico, allo stato attuale, trovare gli ovociti che gli spermatozoi.

La fecondazione eterologa è gratuita o con ticket, prevista cioè nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ma solo per le donne riceventi in età potenzialmente fertile, cioè al di sotto dei 43 anni. Fino a quest’età e per un massimo di 3 cicli il trattamento sarà a carico del Ssn, dopo si dovrà pagare.

I richiedenti devono essere maggiorenni, sposati o conviventi in modo stabile, e in possesso di un certificato di infertilità o sterilità, stilato da un medico. Le coppie che avessero già ovociti o gameti all’estero possono richiedere, tramite il centro di fecondazione scelto, di trasferirlo in Italia.
Fonte http://www.comuni.it/2015/05/fertilita-litalia-paese-sterile-fecondazione-eterologa-speranza-per/

martedì 9 giugno 2015

Se la maternità diventasse prestigio

La lettera al direttore di Eleonora Porcu, professore associato in Ginecologia ed ostetricia all'Università di Bologna


CARO direttore, la maternità è tutelata nel nostro Paese, sia pure con discrepanze a seconda del tipo di impiego. In molti contratti è possibile astenersi dall'attività lavorativa anche per lunghi periodi sia in gravidanza sia dopo la nascita del bambino ed avere poi agevolazioni, di orario e mansioni, alla ripresa del lavoro. Eppure la maternità non è ancora sufficientemente valorizzata. Adesso è il momento di dare prestigio alla maternità. La maternità deve diventare più prestigiosa della carica di amministratore delegato di un'azienda, più prestigiosa di prestigiosi incarichi politici. Ma non significa che chi sceglie liberamente di non essere madre o chi non riesce a diventare madre abbia meno lustro perché, finalmente, la consistenza sociale di noi donne non è più identificata con la capacità di avere figli come un tempo.

La maternità non è solo una scelta individuale: costituisce un servizio sociale di valore incommensurabile, un oggettivo investimento sul futuro che un Paese deve valorizzare. Il nucleo profondo della nostra organizzazione sociale deve "sentire" la centralità e la priorità di questa scelta facendo sì che le donne non siano più costrette a scegliere tra il lavoro e un bambino, tra la carriera professionale e la maternità. Avere fatto un bambino dovrebbe fare avanzare la carriera non ostacolarla, dovrebbe costituire punteggio nei concorsi per il contributo offerto alla crescita sociale. La maternità dovrebbe essere remunerata e sostenuta comunque, anche per chi non ha un impiego.

La maternità deve diventare il tema centrale della programmazione politica e della sensibilità sociale. Confidando nel ministero della Salute, che sta dimostrando sensibilità verso il tema della maternità, auspichiamo che lo Stato in tutte le sue articolazioni sappia prontamente mettere in campo precise scelte politiche, coinvolgendo scuola, famiglia, medicina di base, convogliando risorse economiche e professionali in questa direzione. Si tratta di un immenso investimento per i cittadini, di un capitolo che non trova soluzioni immediate ma passa attraverso un radicale rinnovamento culturale.

In questo modo, dopo esserci affrancate dalla maternità "obbligatoria" del passato, potremo diventare protagoniste di una maternità davvero libera, perché prestigiosa. Libera e consapevole, capace anche di rispettare i limiti biologici della fertilità femminile che dopo i 35 anni cala inesorabilmente. Dobbiamo imparare come funziona il nostro apparato riproduttivo e a riconoscere i segnali che ci invia, dobbiamo sfatare i falsi miti che attribuiscono alla fecondazione assistita il potere di dare un bambino a tutti, a tutte le età e in qualunque condizione funzionale.

Il desiderio di procreare e la decisione di avere o non avere un figlio, quando averlo, come averlo, con chi averlo serpeggia nella nostra esistenza, talvolta latente e inconsapevole, talaltra lucida, cosciente, pressante e dolorosa. Ma non dobbiamo cadere nella trappola della maternità ad ogni costo. E non dobbiamo cadere nella trappola dei datori di lavoro che pagano il congelamento degli ovociti per rinunciare alla maternità nella età fertile, spacciando questa operazione come esercizio di libertà di scelta femminile e non come sottile coercizione a soggiacere a una concezione professionale che esclude la gravidanza come un accidente fastidioso e ingombrante.

Infine ci dobbiamo affrancare dal commercio del nostro apparato riproduttivo, che costituisce una moderna forma di schiavitù femminile dove i mercanti di riproduzione "affittano" gli uteri delle donne indigenti del terzo mondo riducendole a contenitori-incubatori magari da abbandonare, a "prodotto" finito e consegnato, al loro destino di terremotate, come è successo alle nepalesi. È importante operare un capovolgimento della mentalità corrente e rileggere la maternità come bisogno essenziale sfrondato dalle strumentalizzazioni e dall'uso utilitaristico e consumistico che induce bisogni riproduttivi artificiosi. L'autrice è vicepresidente del Consiglio Superiore di Sanità, responsabile Centro infertilità e procreazione medicalmente assistita, Policlinico S. Orsola.

* Professore associato in Ginecologia ed ostetricia, Università di Bologna
Fonte http://www.repubblica.it/politica/2015/06/01/news/se_la_maternita_diventasse_prestigio-115801520/

lunedì 8 giugno 2015

Trentaseiesima e trentasettesima settimana di gravidanza

La trentaseiesima settimana di gravidanza va da 35+0 a 35+6 (iniziando a contare dalla data delle ultime mestruazioni).

COSA SUCCEDE AL TUO CORPO

Potresti essere aumentata 11-13 Kg. Questo però è un valore molto variabile e dipende da tanti fattori come, la tua corporatura, quanti bimbi aspetti, le dimensioni del bambino… Quindi potresti avere un incremento compreso nell’intervallo indicato oppure maggiore o minore.
Dovresti introdurre circa 2300-2600 calorie al giorno ma sempre con una dieta sana ed equilibrata. Il tuo corpo sta lavorando duramente e necessita del giusto rifornimento in vista del parto.
La pancia potrebbe essersi “abbassata” un po’ o lo farà tra breve e questo perché il bambino sta per intraprendere il canale del parto. Si dice comunemente che il bambino è “impegnato”. E’ un buon segno che indica che il bambino può passare senza difficoltà attraverso la cavità pelvica.
Potresti avere difficoltà a stare seduta su superfici dure e potresti provare strane sensazioni in vagina, come una sorta di scariche elettriche.
In questo periodo hai la respirazione facilitata proprio perché il feto è sceso in basso ma avvertirai più frequentemente lo stimolo di urinare perché il suo scendere ti spinge sulla vescica.
Il bambino dovrebbe presentarsi a testa in giù. Tuttavia il 4% dei bambini si presenta in posizione podalica. Non disperare, c’è ancora tempo perché si giri. Chiedi al tuo ginecologo. In questo periodo lascerai il tuo lavoro e, se sfrutterai tutto il congedo e il periodo di maternità, resterai a casa per un anno.

COSA SUCCEDE AL BAMBINO

Il bambino cresce circa 230 grammi a settimana. L’accumulo di grasso serve per la regolazione corporea ma è anche di aiuto per lo sviluppo del sistema immunitario e tutto, in preparazione per la vita esterna che incontrerà tra breve.
Una volta che si è impegnato, i suoi movimenti cambiano, lo sentirete scalciare  mentre i movimenti delle braccia saranno più deboli.  Probabilmente noterete che la schiena delle volte è sulla sinistra del vostro pancione e altre volte sulla destra.
C’è meno liquido amniotico e pertanto potreste vedere il piedino che spinge verso il vostro addome.
Pesa ora circa 2383 grammi ed è lungo circa 46,2 cm.

PER IL PAPA’

Ancora poco e vedrai il tuo bambino. Sei pronto?
Anche se la tua compagna è a casa non farla stancare e aiutala nelle faccende domestiche.
Continua a parlare al bambino e a leggergli delle storie

CONSIGLI

Ti meriti un dolce. Ecco una ricetta sana ed equilibrata:
Pere sciroppate:
Ingredienti:
  • 4 pere medie
  • 180 gr di zucchero
  • stecca di cannella
  • 200 gr di acqua.
Tempo di cottura: 20 minuti in forno
Esecuzione:
Pela le pere. In una casseruola metti l’acqua, lo zucchero e la stecca di cannella intera, e unisci le pere (l’acqua deve coprirle fino a metà) e cuocile coperte per circa 25’/30’. Scola le pere e fai restringere il liquido di cottura fino a quando risulti simile al miele.

CONTROLLI DA FARE

L’ostetrica ti consiglierà di farti prescrivere dal tuo medico di base un tampone rettale e anale, questo per valutare se ci sono infezioni in corso e nel caso intervenire con metodi naturali o un antibiotico.

Trentasettesima settimana di gravidanza

COSA SUCCEDE AL TUO CORPO

Potresti avere un aumento delle perdite vaginali che potrebbero contenere muco cervicale. Questo perché il tuo corpo si sta preparando per il travaglio.
Hai già deciso se allatterai?
Io l’ho fatto con entrambi i miei bambini. Allattare al seno (qui la guida completa)  è una  esperienza meravigliosa per la mamma e il bambino;  il latte materno è inimitabile per qualità, il bambino cresce meglio, noi mamme riacquistiamo la linea più in fretta ed è anche una scelta assolutamente non dispendiosa in termini economici. Se si ha la possibilità di allattarlo al seno perché rinunciare?
Per quanto riguarda il peso, se hai acquistato 12-14 chili, perderai al termine del puerperio dai 4 ai 5 kg,  tutti  liquidi in eccesso.

COSA SUCCEDE AL BAMBINO

Il tuo bambino continua a crescere e aumentare di peso durante queste ultime settimane.Pesa circa 2622 grammi e misura circa 47,4 cm di lunghezza. I suoi capelli si stanno allungando. Alcuni bambini nascono con una folta chioma di 2-3 centimetri e altri solo con una leggera peluria.Tutti gli organi sono funzionanti e se nascesse adesso è praticamente a termine.
Il parto pretermine (o prematuro) secondo la classificazione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è quel parto che avviene prima della 37esima settimana di gestazione.
Il bambino sta allenandosi con i movimenti respiratori per trovarsi pronto al momento della nascita, gira la testa verso fonti di luce e di suono così come farebbe un neonato.
Se il medico fa una stima del peso prendila con le pinze. E’ solo una stima e consocerai il vero peso del bambino solamente alla nascita.
Meno del 5% delle nascite avviene alla data prevista del parto. Il 50% delle nascite avvengono entro una settimana dalla data di scadenza, e quasi il 90% entro  le 2 settimane.

PER IL PAPA’

Controlla con lei la valigia per l’ospedale assicurandovi che ci sia tutto l’occorrente, macchina fotografica (con le pile cariche!) compresa! Il travaglio potrebbe iniziare in qualunque momento da adesso. Sei pronto?

CONSIGLI

Consigliato per tutta la gravidanza, il Tè di foglie di lampone.
Due pizzichi grossi di foglie secche in un pentolino d’acqua bollente. Lasciare agire per 10 minuti, filtrare e zuccherare a piacere.
Una tazza al giorno dal secondo trimestre, e tre tazze al giorno nell’ultimo mese.
Tonifica l’utero, lo farà lavorare meglio dando contrazioni più efficaci e meno dolorose, e (dicono) un parto più facile e breve.
Fonte www.periodofertile.it

A 65 anni e 13 figli, partorisce quattro gemelli

Di Anngret Raunigk si erano già accorti i cronisti dieci anni fa, quando a 55 anni diede alla luce il suo 13° figlio: oggi la «supermamma» tedesca ha partorito quattro gemelli, che all’età di 65 anni ne fanno una “caso da record”. I quattro piccoli, tre maschi e una femmina, chiamati - secondo la tv tedesca Rtl - Neeta, Dries, Bence and Fjonn, sono nati prematuri alla 26a settimana di gravidanza. Hanno buone possibilità di sopravvivere, anche se complicazioni successive non sono escluse, avrebbero detto i medici. Anngret Raunigk è andata all’estero per farsi impiantare ovuli donati e fertilizzati, suscitando in Germania anche dure critiche dei ginecologi sulla stampa. Molti medici avevano espresso dubbi sulla possibilità che il fisico della donna riuscisse a superare una gravidanza multipla. 

Berlinese, insegnante di tedesco appena andata in pensione, il cui primogenito oggi ha 44 anni e ha anche sette nipoti, Annegret ha avuto l’omaggio della prima pagina del tabloid Bild ed è stata intervistata in un documentario di Rtl. Per la nuova gravidanza aveva fatto diversi tentativi di inseminazione artificiale all’estero: la desiderava perché una figlia piccola «voleva tanto un fratellino più piccolo». 

Ma a criticare la sua scelta non sono stati solo i medici: anche all’interno della sua grande famiglia ci sono posizioni diverse. Uno dei figli più grandi, Velten, di 27 anni, non è d’accordo: «Non penso sia una buona idea che la mamma aspetti ancora dei figli». Valten, intervistato da Rtl, ricorda: «So che mia sorella più piccola Leila, che ha 10 anni, subisce del bullismo a scuola perché le dicono che ha una mamma che assomiglia a una nonna». Dal padre di Velten, Ullrich, morto a 63 anni nel 2008, Anngret ha avuto nove figli, che si aggiunsero a due avuti prima con un altro compagno. Ullrich e Anngret, quando la Germania fu riunificata, si separarono e al padre andò la custodia i cinque figli maggiori. 

Ma la notizia di una gravidanza quadrigemellare, confessa Anngret, è stata uno choc: «Quando i medici hanno scoperto che erano ben quattro, ho dovuto per forza fermarmi un momento a pensare», ha detto ad Rtl, aggiungendo però di non aver preso in considerazione, nemmeno per un attimo, un aborto parzialeper ridurre il numero di embrioni. «Credo che questa sia una decisione personale». Il precedente record per una gravidanza quadrigemellare apparteneva a Merryl Fudel, che ne di anni ne aveva 55, mentre l’indiana Omkari Panwar detiene ancora il record il record dell’età, avendo partorito a 70 anni.  

Fonte http://www.lastampa.it/2015/05/23/esteri/a-anni-e-figli-partorisce-quattro-gemelli-DdUDXqlPfR14RRRF6nwUKP/pagina.html