martedì 28 febbraio 2017

16 regole da sapere sulla cura dell’infertilità

      La diagnosi di infertilità spesso significa vedere il mondo capovolto , una situazione stressante, al limite.
cure per infertilità      (I ricercatori hanno scoperto che l’infertilità può portare a livelli di stress simili a quelli appurabili in persone che combattono malattie mortali)
      Ma serve coraggio, Il problema è molto noto a livello sanitario ed esistono moltissime soluzioni e una di queste potrebbe funzionare.
      Le lacrime testimoniano l’utilizzo in cucina della cipolla e, normalmente sempre le lacrime evidenziano lo stato d’animo di chi cerca di capire le cause di infertilità e gestirne le possibili soluzioni.
      A livello sanitario l’infertilità maschile e femminile viene identificata come una malattia . In realtà, vi sono decine di motivi che portano alla grande ” I” che arriva dopo un anno di tentativi di fecondare ben temporizzati (sei mesi se hai più di 35) o dopo molteplici perdite senza un nato vivo.
      Riuscire a superare l’infertilità non è una sola battaglia, è una guerra, spesso logorante come in trincea e raggiungere il cuore del problema è metà della vittoria.

QUI ALCUNI SUGGERIMENTI UTILI:

1- SARAI TENTATA DI GIOCARE A SCARICABARILE. NON FARLO!
A chi si possono attribuire le cause di infertilità ?
A nessuno!
Questo significa che non ti devi sentire tremendamente in colpa se il problema è tuo, o alleviarlo se non lo è.
Le statistiche esprimono dati chiari circa la condivisione dell’origine di tale problema: l’infertilità femminile colpisce il40% delle persone, l’infertilità maschile è anch’essa al 40% e per il restante 20 per cento la sterilità tende ad essere di entrambi i generi maschile e femminile con una concomitanza di fattori che si combinano oppure viene classificata con la dizione “incomprensibile”.

2- IL TEST HSG E’ EMOTIVAMENTE STRESSANTE ED INVASIVO
Molte donne trovano l’ Hysterosalpingography (Test HSG ), il test più difficile – non solo per le modalità di realizzazione non proprio agevoli (viene introdotto nell’utero un colorante per dimostrare l’eventuale blocco delle tube di Falloppio), ma perché, se positivo, di fatto sancisce l’infertilità.
Devi eseguire quel test sapendo che altre donne, prima di te, hanno urlato a quello stesso tavolo d’esame e devi essere preparata a sapere che forse urlerai pure tu, in preda ad uno sfogo emotivo.

3- TROVA UN MEDICO CHE STIMI
I dottori che si occupano di fertilità sono chiamati medici endocrinologi riproduttivi , sono ginecologi specializzati che hanno avuto una formazione specifica nel trattamento della sterilità.
Occorre cercare una clinica o struttura sanitaria specializzata dotata di grande esperienza nel settore.
Il primo appuntamento va visto un po’ come un colloquio. Durante quel primo appuntamento conoscerai molte cose dello specialista che ti seguirà nella cura ed al tempo stesso, egli apprenderà molte cose su di te. Soprattutto dovrai capire se il medico risponde con rispetto alle tue domande, condizione essenziale per sentirti trattata, anche in futuro, con premura.

4- NESSUNA SOLUZIONE È ADATTA A TUTTO
I tuoi amici, i tuoi parenti, i tuoi colleghi di lavoro, ognuno di quelli che conosci avrà probabilmente un parere o suggerimento da darti sull’infertilità, spesso non adatto o superficiale, perché l’unica persona che può decidere il modo migliore per uscire dall’infertilità sei tu (e il tuo partner, se ne hai uno).
C’è una molteplicità di modi per diventare genitori o risolvere l’infertilità : trattamenti sanitari, adozione, gameti di donatori, maternità surrogata e tutti i metodi hanno vantaggi e svantaggi.

5- NON SIAMO SOLI!
Circa il 12% delle persone che sono in età fertile hanno esperienza circa l’infertilità, e tra quelle puoi trovare spiriti affini e amicizie.
L’infertilità è una crisi , e le crisi ci avvicinano a quelle persone che si trovano nella stessa situazione. In realtà, è possibile che anche nel giro delle tue amicizia più forti esistano donne e uomini con lo stesso problema. Loro sanno come ci si sente quando si vede che il test è negativo.
Meglio di tutti capiscono il tuo umore nero e la necessità di solidarietà ed affetto che scaturisce dalla battaglia che fai o che stai per fare per uscire dal tunnel dell’infertilità.

6- L’INFERTILITÀ PUÒ RENDERE PIU’ FORTI I LEGAMI FAMILIARI
Molte coppie si trovano sempre più unite a causa dell’infertilità e può succedere di ritrovarti innamorata e con un matrimonio più solido. La tua lotta può pure rafforzare altri legami.
Una volta che si inizia a parlare con la famiglia e con gli amici della tua lotta contro la sterilità, ci si può sorprendere nello scoprire che gli altri sono una fonte di forza e di conforto.
Magari scopri che anche tua nonna aveva gravi problemi o che un amico, apparentemente senza problemi, ha fatto trattamenti di fertilità.

7- DOVRAI RIMODULARE LE TUE ASPETTATIVE
L’amore, il matrimonio… e poi nessuno carrozzina.
L’infertilità ha un effetto di dilatazione temporale per le aspirazioni ed anche i sogni che però possono essere ricostruititi in maniera più consapevole e matura.
Spesso il tempo di attesa che le cure richiedono ci fa capire cosa vuol dire essere genitori.
Il lato positivo è che si è più preparati ad essere genitori, si arriva ad una consapevolezza diversa rispetto a quando ancora non era stato diagnosticato il problema.

8- SEI PREOCCUPATA PERCHE’ PERNSI DI AVER FATTO QUALCOSA DI SBAGLIATO CHE HA PORTATO ALL’INFERTILITA’
I sensi di colpa possono essere in agguato soprattutto se pensi di aver fatto qualcosa che può aver portato all’infertilità.
L’infertilità può prosciugare le risorse fisiche , l’equilibrio emotivo e spirituale. E inutile chiedersi e richiedersi perché è successo.
Anche perché tutte le domande non porteranno quasi mai a una risposta sensata.

9 -DOVE OTTENERE UN SUPPORTO
Esistono diverse strutture sanitari ed associazioni che si occupano della cura dell’infertilità e molte cliniche offrono gruppi di supporto.
cure per infertilità 2Ci sono terapisti che lavorano in particolare nel campo della sterilità che forniscono consulenza.
E, naturalmente, Internet offre supporto sotto forma di forum e blog.

10- POTRAI RABBRIVIDIRE NEL RICEVERE UN INVITO PER UN BABY SHOWER PARTY
Quando si è alle prese con l’infertilità, è difficile anche solo guardare vestititini per neonati e giocattoli senza scoppiare in lacrime.
In realtà è meglio lasciar perdere il loro acquisto e la frequentazione dei primi compleanni dei bimbi delle tue amiche.
Ma non tutti gli eventi sono uguali.
Magari vale la pena spingersi a partecipare alla prima festa di compleanno di vostro nipote ma, in generale, non ci si può sentire in colpa perché ci si prende cura della propria salute emotiva, evitando certe occasioni d’aggregazione che possono recare squilibrio.
Basta inviare un dono e una nota gentile, e risparmiare energie per sentirsi pronte quando le riserve emotive saranno più forti.

11- LA CURA DELL’INFERTILITÀ È COSTOSA
Il trattamento delle cause di infertilità non è a buon mercato . Mentre alcune cliniche della fertilità cercano di rendere i trattamenti più finanziariamente fattibili, la realtà è che le tue finanze serviranno per il piano di trattamento e cura.
Per fortuna , ci sono molte opzioni ( meno invasive ) e meno costose, come i farmaci per via orale e le inseminazioni intrauterine ( IUI ).

12- TI SENTIRAI COME UN CUSCINO PUNTASPILLI
Preparati perché le analisi del sangue saranno moltissime; infatti in relazione alla tipologia di trattamento, si può arrivare ad avere da due fino a decine di prelievi di sangue in una volta sola.
Se si ha timore degli aghi è meglio superarlo rapidamente ma ci sono cose che puoi fare per rendere i prelievi più facili: per esempio bere molta acqua prima dei prelievi;
infatti, anche una piccola quantità di disidratazione può rendere le vene difficili da trattare.

13- NON È SOLO IVF
La fertilizzazione in vitro (IVF) è molto utilizzata.
Altre opzioni comprendono il trattamento con farmaci non invasivi come il Clomid, che viene utilizzato per indurre l’ovulazione e migliorare i follicoli; procedure come l’iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo (ICSI ), dove un singolo spermatozoo viene iniettato nell’uovo durante l’IVF.
Il medico inizierà con l’opzione meno invasiva e avanzerà con procedure più invasive ed altri farmaci solo se i primi non funzionano.

14- PRENDERAI IL CONTROLLO DELLA TUA VITA (E DEL CALENDARIO)
I trattamenti di sterilità sono tutti legati ad una cronologia come ad esempio le tempistiche giornaliere delle iniezioni e del ciclo che obbliga ad essere in clinica in determinati giorni.
Se avete deciso di mettere il vostro trattamento al centro della vostra vita ci si può trovare nell’impossibilità di pianificare le vacanze, gli impegni sociali o anche, semplicemente, di arrivare in tempo al lavoro.
Possono verificarsi situazioni in cui sarai in ritardo per una riunione o che dovrai fare un’iniezione in un bagno del cinema ma è in questi momenti che maturerai esperienza e combattività.

15- IL SESSO SENZA STRESS
Molta gente scherza sul fatto che l’infertilità significa arrivare a fare molto sesso .
Ma, ovviamente nulla può uccidere il desiderio come il fatto di doverlo fare a comando!
Spesso si può addirittura pensare che è inutile fare sesso per amore del sesso perché i tuoi pensieri faranno un collegamento diretto tra sesso ed tuoi sentimenti negativi sull’infertilità.
Che cosa può aiutarti?
Prova a rimuovere la pressione su di te ricordando che questo è un singolo momento della tua vita, e che non ci sarà più sesso in questo modo, quando la crisi sarà finita.

16- SARAI PREOCCUPATA PERCHE’ POTRESTI AVERE UNA NIDIATA DI BAMBINI
Le paure del concepimento plurigemellare vanno messe da parte.
Mentre è vero che i gemelli sono a volte una realtà dovuta ai trattamenti di fertilità, questi non sono certamente l’obiettivo e ci sono molte cose che il medico può (e deve! ) fare per premunirsi che non si arrivi ai parti plurigemellari:
effettuare, ad esempio, il monitoraggio di quanti follicoli sono presenti prima di una inseminazione intrauterina ( IUI) o fare un trasferimento di embrioni singolo selettiva ( eSET ) con la fecondazione in vitro.
Qualora si arrivasse ad una gravidanza plurigemellare, si può trovare supporto, idee e strategie , sia on-line e sia da numerose organizzazioni sul territorio.
Fonte http://pinkitalia.it/salute/prevenzione/16-regole-da-sapere-sulla-cura-dellinfertilita/

Volete donare ovociti o spermatozoi? Fate il test on-line

spermatozoi, fecondazione     Tramite la campagna “Il tuo dono. La loro felicità”, la Regione continua a promuove la donazione di gameti maschili e femminili.
     La campagna spiega chi può donare, come diventare donatore o donatrice, e ribadisce come la donazione dei gameti sia gratuita e anonima. Tutti gli accertamenti, le visite e gli esami a cui vengono sottoposti donatori e donatrici sono gratuiti. Se dipendente, chi dona avrà diritto a permessi retribuiti: si applicano per analogia le disposizioni sulla donazione del sangue e del midollo osseo.
     In Emilia-Romagna sono attivi quattro centri pubblici per la procreazione medicalmente assistita di I livello (eseguono, cioè,  solo l’inseminazione intrauterina) e sei centri pubblici di II e III livello (fecondazione in vitro – FIVET e ICSI, oltre che inseminazione intrauterina). Sono inoltre presenti 7 centri privati di II/III livello e 4 centri privati di I livello.
Fonte www.iltuodonolalorofelicita.it

Infertilità: coppia, psiche e sessualità


      La medicalizzazione della procreazione, inoltre, compromette la sessualità, che da ludica e spontanea, diventa esclusivamente di tipo riproduttivo, disgiungendo così la sfera del piacere dall’intimità.
      Le conseguenze più frequenti che caratterizzano la vita della coppia infertile, sono il manifestarsi di disfunzioni sessuali, come deficit erettivo ed eiaculazione precoce nell’uomo e l’alterazione del vissuto orgasmico/anorgasmia nella donna, oltre ad un frequente calo del desiderio in entrambi i partners.

ITER DIAGNOSTICO E STRESS CORRELATO

      La diagnosi di infertilità, è spesso un momento della vita della coppia fortemente traumatico e destabilizzante. Rappresenta la morte del proprio sé biologico e l’incapacità nel proseguire la vita di coppia. La donna, solitamente molto provata dalle indagini pre-diagnosi e dall’eventuale terapia pre-PMA (procreazione medicalmente assistita), vive una reazione emotiva molto forte ed intensa, dalla difficile e complessa elaborazione.
      La coppia, quando approda alla diagnosi di infertilità, reagisce con dolore, rabbia e frustrazione, senza la comparsa di una possibile “capacità adattiva” alla nuova situazione. Spesso accade che entrambi i partners, si impegnino nella ricerca del colpevole, del responsabile dell’infertilità, colpevolizzandosi a vicenda, scompaginando così la coppia stessa.      La donna, storicamente e culturalmente associata all’identità di madre e detentrice dell’utero, si sente particolarmente in colpa quando scopre di non poter mettere al mondo un figlio, la condizione di infertilità, si trasforma da lì a breve, in una condizione di “infertilità dell’esistenza”.      Quando invece è l’uomo ad essere infertile, questi reagisce con rabbia e dolore, confondendo, sul piano simbolico, fertilità con potenza sessuale dando vita ad ulteriori  disfunzioni sessuali. 

UOMO E DONNA, REAGISCONO CON MODALITÀ DIFFERENTI. 

Reazioni della donna:
1- Nella donna vi è un’importante ”identificazione sociale” nel ruolo di madre, quindi la condizione di infertilità sfocia in un attacco acuto all’identità di genere femminile.
2- L’infertilità rappresenta inoltre la morte del proprio “sé biologico” e la non prosecuzione della specie. 
Reazioni dell'uomo: 
1- Nell’uomo, radicata nell’inconscio, vi è un’identificazione importante tra potenza sessuale e potenza riproduttiva, quindi un’assenza di capacità procreativa sfocia in una scarsa potenza sessuale.
2- Appaiono le disfunzioni sessuali, come deficit erettivo ed eiaculazione precoce.
Nel tempo questa “crisi di infertilità” porta spesso all’isolamento della coppia, da preziosi supporti famigliari-emotivi ed a crisi di coppia

SOLITUDINE DELL’INFERTILITÀ. COME REAGISCE UNA COPPIA ALLA SCOPERTA DELL’INFERTILITÀ?

valeriarandone_utero_vuoto_infertilitàNel momento in cui la coppia prende coscienza dell’infertilità, attraversa svariate fasi, tra le quali:
1- Sorpresa, incredulità; un corpo estraneo, nemico, che non risponde ad aspettative di generatività
2- Spesso i partners sviluppano un sentimento di impotenza e di sterilità generalizzata che sfocia in una perdita di efficienza e controllo sul proprio destino,
3- Modifiche immediate per quantità e qualità dell’attività sessuale, con conseguenti defezioni delle varie fasi della risposta sessuale ed importante calo del desiderio sessuale.
4- Sessualità senza desiderio, mirata solo alla funzione procreativa, quindi avulsa dal coinvolgimento, dimensione ludica e dimensione di scambio e relazionale della sfera intima.
5- Ripercussioni gravissime sugli equilibri interiori dei singoli e sull’equilibrio di coppia, con un possibile sviluppo di una sindrome ansiosa-depressiva. 

DIAGNOSI DIFFERENZIALE TRA DISTURBI SESSUALI ED INFERTILITÀ

      Uno step diagnostico importante, effettuato nei centri di fecondazione assistita, è la diagnosi differenziale correlata all’infertilità.       Capita spesso che molte coppie che si rivolgono al centro, non sono realmente infertili, ma hanno delle disfunzioni sessuali pregresse, come ad esempio: vaginismo nella donna, deficit erettivo ed eiaculazione ritardata/anorgasmia nell’uomo, che non rendono possibile la vita sessuale e di conseguenza il concepimento.
      Durante l’iter diagnostico/terapeutico finalizzato alla generatività, la vita sessuale subisce profonde modifiche: la sessualità, già complessa di suo, viene fortemente danneggiata dall’inseguimento della fase ovulatoria, spesso a scapito della reale intimità ed empatia sessuale.
      Il desiderio non segue più un percorso spontaneo e ludico, ma dovrebbe riaccendersi esclusivamente dopo un monitoraggio ecografico.
      La vita sessuale assume caratteristiche di disfunzionalità, diventando una sessualità senza cuore, né immaginario, trasformandosi invece in una vita sessuale di tipo “prestazionale” a servizio dell’ovulazione femminile. 

Alla luce di quanto detto, possiamo ben immaginare come la condizione d’infertilità possa compromettere la vita sessuale di una coppia ed essere fautrice di disfunzioni sessuali plurime.

INFERTILITÀ: “CRISI DI VITA”

      L’infertilità viene detta “crisi di vita” proprio per l’impatto che ha sulla qualità della vita del singolo e della coppia. Vi sono dei fattori di rischio associati a tre categorie, che contribuiscono a mantenere immodificata la condizione di infertilità:
  1. Personali: psicopatologia preesistente, disfunzione sessuale preesistente    (D.E., E.P., Vaginismo)
  2. Sociali: relazione di coppia precaria, identificazione della coppia nella condizione    di infertilità, circolo vizioso sul piano mentale e corporeo.
  3. Associati al trattamento: effetti collaterali dei trattamenti e delle terapie ormonali,    fluttuazione del tono dell’umore e situazione depressiva
Aree di coppia colpite, “fantasma della culla vuota”:
  1. Comunicazione di coppia, la coppia inizia a non comunicare più, ad essere collerica, conflittuale e ad adoperare un linguaggio colpevolizzante e non più emotivo.
  2. Sfera sessuale-sociale, riduzione della vita extra-coppia
  3. Riduzione dell’interesse per la carriera e per “altro” rispetto al concepimento.
  4. Riduzione della vita sociale, evitamento di altre coppie e familiari con bambini.
      Tutte le occasioni sociali che propongono la presenza di bambini, rievocano il “fantasma dellaculla vuota”, fanno riemergere l’impotenza a generare.      La sofferenza è lacerante, associabile ad ansia e stress vissute in occasione di una malattia terminale o a dolore cronico. 

SUPPORTO ALLA COPPIA INFERTILE: PROGETTO DEL CENTRO DI RIPRODUZIONE ASSISTITA 

      La prima tappa è sicuramente la presa in carico della coppia, con i suoi aspetti più profondi, intimi e dolorosi. La coppia viene accolta, seguita e contenuta durante tutte le fasi correlate alla condizione di infertilità: dalla diagnosi, alle possibili PMA.      La coppia inoltre, va tutelata ed aiutata ad elaborare l’accaduto, restituendo ai partners, gioia, serenità e capacità di amarsi ancora, a prescindere dalla possibilità procreativa.
Tra gli obiettivi del centro annoveriamo:
  1. Indagine psicologica per valutare pregressi conflitti ed aree sane   da potenziare durante i momenti di difficoltà .
  2. Diagnosi di eventuali disfunzioni sessuali maschili e femminili pregresse o consequenziali l’infertilità.
  3. Lavoro combinato tra mente e corpo, personalizzando ed umanizzando le tecniche di PMA
  4. Lavoro finalizzato al ritrovamento di un perfetto equilibrio ormonale e psichico, durante le varie fasi delle PMA
  5. Supporto psicoterapico per garantire un’ottima qualità della vita a prescindere dal risultato.
      Oggi in clinica, si ravvisa la necessità di un approccio multifattoriale che approfondisca       oltre la dimensione biologica-funzionale, le componenti intrapsichiche, sociali e relazionali-sessuali correlate alla coppia ed alla condizione di infertilità.
      La coppia infertile necessita di cure, di assistenza e di un adeguato supporto psicologico. Il counselling psicologico, sempre previsto nei centri di fecondazione assistita, è parte integrante di un percorso di cura e di presa in carico degli aspetti più intimi della coppia infertile, mai avulsi dall’aspetto ematochimico e dai controlli ecografici.

LAVORO SULLA COPPIA E SUL RECUPERO DELLA “QUALITÀ DI VITA”

      Quando i partners non riescono a diventare genitori, uno degli obiettivi è tentare di far sì che rimangano “coppia”, mediante un lavoro sul recupero della qualità di vita.
1-Lavoro sull’immagine di sé: la donna che non riesce ad avere figli estende questa disfunzione dall’utero a tutta la sua persona, percependosi come svalutata e danneggiata (utero vuoto, mente piena).
2- Lavoro sull’armonia di coppia: la coppia, supponendo che fosse precedentemente sana, in atto è reduce da un percorso stressante e doloroso sul piano psico-fisico, percorso che crea acredine, tensione e la ricerca del colpevole.
3- Lavoro sulla progettazione di vita reinvestimento emozionale sulla “coppia” con progetti a breve, medio e lungo termine (dalla vacanza estiva, all’adozione).
4- Lavoro sulla sessualità: sgombrata la camera da letto da fantasmi di generatività, si può reinventare una sessualità sana. Sessualità senza finalità procreativa, sessualità gioiosa-ludica, sessualità che non tenga più conto dei tempi biologici, ma che ascolti ed assapori il desiderio del partner.

5- Lavoro sul desiderio (terapia di coppia).

6- Lavoro sull’elaborazione del lutto: 
L’elaborazione del lutto è quel processo psichico, che implica il riconoscimento graduale dell’oggetto perduto. Porta a superare una perdita o un’esperienza dolorosa.
Il lutto si accompagna ad un certo livello di identificazione con l’oggetto perduto e può essere suddiviso in tre stadi:
1- Stadio della protesta e del diniego/rifiuto della perdita, la paziente si sente incredula, prova rabbia, rimproverando se stessa ed i medici.
2- Stadio della rassegnazione, accettazione o disperazione, viene ammessa la realtà della perdita e sopravviene il dolore.
3- Stadio del distacco la paziente/coppia abbandona “l’oggetto” e si adatta a vivere senza di esso.
Se il lutto ha luogo normalmente, la paziente supera la perdita e diventa capace di rimettersi in discussione sul piano psicofisico, preparandosi così ad eventuali altri cicli di PMA.

INFERTILITÀ TOTALE

      Nei casi di infertilità totale, quando nemmeno le tecniche di PMA consentite in Italia possono assicurare una gravidanza, la fecondazione eterologa è l’unica strategia terapeutica possibile.
      Questa metodica però, non è permessa in Italia, così molte coppia sono costrette a recarsi in altri paesi per poterla attuare. La fecondazione eterologa si verifica quando il seme o l’ovulo (ovodonazione) provengono da un donatore esterno alla coppia, dalla banca del seme o degli ovociti.
      La coppia, in questo caso, necessita di una preparazione psicologica adeguata, poiché a livello simbolico il concepimento mediante queste modalità, evoca l’idea di un “tradimento autorizzato e medicalizzato”.      Molti centri italiani di fecondazione assistita, che inviano le coppie all’estero, richiedono questo supporto pre e post-impianto, al fine di garantire e tutelare la salute psichica della coppia.

CONCLUSIONI: “UTERO VUOTO, MENTE PIENA”, L’ASPETTO SIMBOLICO DELL’INFERTILITÀ

valeriarandone_Infertilità      Diventare genitori non è solo un fatto biologico, ma un percorso emotivo, sociale e soprattutto intrapsichico del singolo e della coppia.
      Una donna/uomo che non riesce a portare a termine questo progetto di vita, vive una condizione di mutilazione della sua esistenza, esattamente come un lutto.
Cosa spinge i partners a non arrendersi ed a rivolgersi ai centri di fecondazione assistita?

Il desiderio/bisogno di far proseguire la loro stessa vita.
Non esiste un’equazione univoca, uguale per tutte le coppie, ma esiste sicuramente un solco invisibile di infelicità e disagio psichico, che si interseca al vuoto ed al desiderio/bisogno di un ”utero pieno”, vibrante, abitato dalla vita e non dal nulla.


Fonti

  • Cipolla.1996  “Sul letto di Procuste. Introduzione alla sociologia della sessualità”. Franco Angeli Milano.
  • Giddens 1995 “La trasformazione dell’intimità. Sessualità, amore ed erotismo nelle società moderne” Il Mulino Bologna
  • Ruspini 2009 “Uomini e corpi. Una riflessione sui rivestimenti della mascolinità” Franco Angeli.

Età paterna ed infertilità

     Diversi studi reperibili in letteratura avvertono che anche nell’uomo, per quanto l’andropausa non sia un evento previsto dalla natura, accadimenti di vario tipo riducano con l’avanzare degli anni la capacità procreativa tanto che un uomo di età superiore a 35 anni pare avere circa la metà delle probabilità di ottenere una gravidanza in una ventenne rispetto ad un altro di età inferiore, nello stesso arco di tempo. (De Laroche Brochard, 2003)
Картинки по запросу uomo     Va ricordato peraltro che la donna è sessualmente matura e capace di concepire appena un mese dopo il menarca mentre l’uomo produce spermatozoi dopo qualche anno dalla pubertà, entrambi ben sotto i vent’anni.
     Caso vuole che, dalla metà del secolo scorso, per una serie di motivazioni  note e meno note delle quali si potrebbe parlare in altra sede, l’età della coppia che intende procedere alla procreazione si sia spostata criticamente in avanti vanificando di fatto tale vantaggio biologico.
     Tale fatto, tuttavia, pur essendo responsabile di qualche zero-virgola di denatalità, non appare sufficiente a spiegare il fenomeno per cui una buona parte delle coppie intorno ai trenta che si uniscono nell’intenzione procreativa non corona il desiderio di prole e si rivolge ai centri di diagnosi e cura dell’infertilità di coppia.

     A partire dagli anni settanta si sono susseguite diverse segnalazioni che avevano per oggetto il declino della quantità e qualità degli spermatozoi nei maschi dei paesi industrializzati indicando che il fenomeno è di “popolazione” piuttosto che individuale o di coppia.     I dati, che sono stati “pesati” e ripesati più volte onde riferirli quanto più possibile alla realtà depurandoli dei possibili errori statistici, indicano che la concentrazione di spermatozoi si riduce del 2,6% all’anno, la motilità dello 0,3% e la morfologia dello 0,7%.
     Anche se è noto che le statistiche sugli spermatozoi vanno sempre prese con cautela, negli stessi anni in cui si rilevò il peggioramento fu notato e verificato un aumento delle patologie genitali maschili, cancro compreso, associate alla cattiva qualità seminale tanto che Skakkebaek, nel 2001, formulò l’ipotesi di una “Sindrome Disgenetica Testicolare” .
Картинки по запросу uomo e fertilita     L’ipotesi suggerisce un alterato sviluppo embrionale del testicolo legato all’esposizione a      sostanze chimiche in grado di avere attività antiandrogenica e xeno estrogenica, definite nell’insieme “ endocrine disruptors”  termine anglofono che, tradotto in linguaggio comprensibile ai più,  significa sostanze che vanno ad alterare la regolazione ormonale in senso contrario al bisogno.
     Sembra che tali sostanze, prese singolarmente, non siano particolarmente tossiche ma  si potenzino però l’un l’altra fino a mille volte come in un articolo, apparso nel 1996 su Science a firma di S.F. Arnold et al.,  si sostiene.
     Di sostanze di questo tipo se ne conoscono molte tra cui pesticidi e plastificanti mentre  recentemente sono stati indagati anche i tensioattivi (Ist. Superiore di Sanità) che costituiscono buona parte della composizione di tutti i detersivi di uso comune. Il dato la dice lunga sulla ubiquitarietà di tali giornaliere immissioni nell’ambiente con gli scarichi domestici.
     Questi si aggiungono alla non piccola lista di sostanze di cui, negli anni, si è evidenziata la tossicità riproduttiva come i metalli (piombo, mercurio, cadmio, cromo, alluminio), gli idrocarburi aromatici (benzina, per esempio) ed altre tra cui alcuni farmaci.  Non vanno dimenticate le radiazioni ionizzanti ed elettromagnetiche.
     In pratica il maschio, già nel grembo materno, viene sottoposto ad un certo bombardamento chimico fisico che lascia le sue tracce, cresce in un ambiente dove l’acqua, l’aria, il cibo contengono sostanze gonadotossiche che si accumulano sul tessuto adiposo e arriva all’età della riproduzione che, biologicamente potrebbe essere intorno ai diciotto anni.
     Tuttavia la struttura sociale dei paesi industrializzati fa sì che la decisione e l’opportunità procreativa si realizzi spesso non prima di altri dieci anni nei quali oltre all’esposizione di cui sopra si realizza anche la possbile contrazione di malattie sessualmente trasmesse (MST) e l’uso di sostanze “ricreative” non propriamente antiossidanti.
     A proposito di questo aspetto va ricordato che lo spermatozoo vive in un sistema biologico che è quanto lo circonda e lo trasporta detto plasma seminale. Il plasma seminale fornisce l’ossigeno di cui si “nutre” lo spermatozoo e che ne è un grande utilizzatore come Mac Leod dimostrò sull’American Journal of Phisiology già nel 1943.
     Pur essendo essenziale alla vita e alla produzione di energia, l’ossigeno, qualora la sua concentrazione (la tensione parziale) sia troppo elevata diventa tossico attraverso derivati metabolici (detti R.O.S.) che sono specie di ossigeno altamente reattive ( e tossiche).
     I tessuti sono quindi costretti a liberarsene attivando quella che può essere definita la “barriera antiossidante”. Quando tale barriera non  è efficace come sarebbe opportuno si realizza quello che va sotto il nome di “Stress Ossidativo”.
     La presenza di leucociti, ad esempio, che si incrementa durante i fenomeni infiammatori innescati dalle MST fa aumentare la presenza di R.O.S. così come l’abuso di alcool e altro di tossico che, a vario titolo, introduciamo nella dieta.
     Il Varicocele, patologia che affligge buona parte dei maschi subfertili, si inserisce in questo contesto aumentando la sofferenza testicolare. Tra i meccanismi alla base del danno c'è un incremento dei R.O.S. che si va ad aggiungere alla lista. Anche in questo caso il danno è tempo e grado ( di classificazione del varicocele) dipendente. Dato che l'insorgenza del varicocele avviene in età peripuberale la letteratura è concorde sulla opportunità della correzione chirurgica indipendentemente dall'età del paziente. Interessante è la segnalazione in letteratura dell'incorporamento del Cadmio al posto dello Zinco nella struttura degli spermatozoi come cofattore patogenetico. 
     Dato che i fattori capaci di creare problemi allo spermatozoo sono numerosi e non tutti facilmente riconoscibili, come, per esempio, gli xenoestrogeni, non stupisce che circa il 25% delle infertilità maschili venga etichettato come “idiopatiche” ovvero senza causa apparente. E’ interessante, in questo contesto, la recente segnalazione di ripresa della produzione di spermatozoi in soggetti azoospermici trattati con antiestrogeni.
     Non stupisce nemmeno che la WHO, negli anni, abbia modificato in basso i valori normali di riferimento riguardanti la concentrazione e la morfologia mentre ha alzato il valore di riferimento della motilità rapida poiché sembra stabilito essere questo, molto più rispetto agli altri parametri dello spermiogramma, correlato col successo procreativo.

     Gli Andrologi sono quindi chiamati ad operare su soggetti che hanno subìto potenziali danni durante la vita embrionale, sono vissuti in un ambiente inquinato e hanno passato, in media,  una decina di anni , ad assumere, consapevolmente o meno, sostanze più ossidanti di quanto l’organismo possa sopportare.
      Esistono perciò gli elementi per operare una azione preventiva, gli strumenti diagnostici per la diagnosi della maggior parte delle cause di infertilità e gli strumenti terapeutici per un sostanziale recupero della fertilità prima di decidere la strada della fecondazione medicalmente assistita che, per inciso, quando preceduta da ottimizzazione del fattore maschile, migliora le sue performance.

Papilloma virus e infertilità maschile

coppie con infertilità      Cinquantaquattro di queste coppie hanno cercato un figlio, senza fare alcuna terapia, per dodici mesi ottenendo una gravidanza spontanea in 8 casi (14,8%) mentre in 20 coppie (37,5%) si è avuta una gravidanza esitata però in un aborto spontaneo.
     Nelle rimanenti sessantun coppie, omogene con le altre coppie per età e problematiche cliniche generali e specifiche, il maschio ha avuto l’indicazione di sottoporsi alla vaccinazione quadrivalente per l’HPV prima di ricominciare la ricerca di una gravidanza.
     In queste coppie si è verificata una gravidanza in 23 coppie entro i dodici mesi con solo il 4,3% di aborti.

     In sintesi, valutando tutte le gravidanze ottenute, si è costatata una percentuale di nati pari al 95,6% nel gruppo vaccinato mentre per il primo gruppo la percentuale si è attestata intorno al 62,5%.
Vaccino HPV
     Altro dato interessante, osservato nello studio presentato, è che le gravidanze ottenute nelle coppie con uomini non vaccinati, questi avevano comunque eliminato spontaneamente l’infezione virale.
     Questi dati sembrerebbero aprire nuovi scenari e in tutte le infertilità di coppia idiopatiche, non spiegate o in presenza di poliabortività, anche dopo l’utilizzo di una tecnica di riproduzione assistita, dovrebbe sempre essere indicata la ricerca dell’HPV nel liquido seminale.
Fonte http://www.medicitalia.it/news/andrologia/6965-papilloma-virus-infertilita-maschile.html?refresh_ce

lunedì 27 febbraio 2017

Infertilità, una pianta simile al tabacco “stimola” la fecondità

Procreazione Medicalmente Assistita, procreazione, fertilità, infertilità, gravidanza, piante, tabacco      La fillitropina è l’ormone follicolo-stimolante che favorisce e sostiene la crescita dei follicoli ovarici nella femmina e la spermatogenesi nel maschio. Il suo livello è indicativo per determinare o meno l’infertilità. Per produrlo, i ricercatori di Padova, coordinati dal professor Carlo Foresta (docente di endocrinologia università degli studi di Padova) in collaborazione con l’azienda ABR-Active Botanicals Research e con Riccardo Calafiore e Giovanni Luca dell’università di Perugia, hanno utilizzato la metodica del Dna ricombinante lavorando su cellule vegetali di questa pianta simile a quella del tabacco (e che abita il nostro Pianeta da circa 750mila anni), bioingegnerizzata a questo scopo. «L’ormone, prodotto attraverso questa innovativa metodologia, ha dimostrato in laboratorio una attività funzionale paragonabile a quella che si ottiene con le forme attualmente in commercio», spiegano.
      «L’aspetto innovativo della ricerca – continuano i ricercatori in una nota – consiste nell’aver sviluppato cellule vegetali geneticamente modificate in grado di sintetizzare ormoni umani che, normalmente, non sarebbero state in grado di sintetizzare. La caratteristica dei farmaci sviluppati su base vegetale, rispetto a quelli prodotti per via biotecnologica in microorganismi o cellule animali, o come per la follitropina da purificazione dell’urina umana femminile, è quella di avere costi di produzione notevolmente inferiori a fronte di una eguale efficacia e maggiore sicurezza. Ci si attende quindi che questa nuova tecnologia di produzione possa avere un impatto considerevole in termini di costo, efficacia e sicurezza per il paziente».
      Si spera dunque di poter avere uno strumento in più per aiutare le coppie che stanno lottando contro l’infertilità (1 su 5, e spesso si tratta di un problema maschile). Per l’OMS le cause più note dell’infertilità nell’uomo sono la riduzione del numero (sotto a 15milioni) e della motilità (meno del 40%) degli spermatozoi. «Tra i motivi di più recente scoperta c’è l’alterazione della morfologia della testa e problemi nel Dna degli spermatozoi, dovuti alla presenza di radicali liberi e a scorretti stili di vita che spesso associano il vizio del fumo, droghe e alcol insieme. Anche l’età avanzata degli uomini crea problemi», ha spiegato il professor Ermanno Greco, direttore del Centro di medicina e biologia della riproduzione, European Hospital di Roma, e presidente del Convegno sulla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), svoltosi lo scorso dicembre.
Fonte http://www.lultimaribattuta.it/61390_infertilita-pianta-fecondita

Il pavimento pelvico dopo il parto: i segnali da non sottovalutare

       Ma perché è necessario prendersene cura?
       Il pavimento pelvico è una struttura complessa, composta da un numero elevato di muscoli e legamenti che hanno il compito di lavorare insieme al fine di garantire la continenza di feci e urine, sostenere gli organi pelvici, mantenere la pressione addominale e favorire il ritorno venoso e linfatico, e soprattutto agire durante il parto per favorire la nascita del feto.
       Inoltre, il pavimento pelvico può essere considerato un muscolo respiratorio accessorio poiché riduce la pressione intraddominale e favorisce la risalita del diaframma.

       Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento dell’incidenza delle disfunzioni del pavimento pelvico, che impattano negativamente sulla qualità di vita di molte donne.
danno-perineale       La disfunzione perineale più comune è l’incontinenza urinaria, che colpisce circa il 16% delle donne tra i 16 e 30 anni.
       Seguono la ritenzione urinaria, il prolasso, le incontinenze fecali, le disfunzioni sessuali e il dolore pelvico cronico. In poche sono consapevoli di poter curare questi disturbi, e spesso il sentimento che accomuna queste donne è la rassegnazione a vivere una vita costantemente influenzata dalle perdite urinarie o dal dolore.

       Il fattore di rischio principale dei disturbi del pavimento pelvico è l’evento ostetrico, dunque gravidanza e parto sono alcuni dei fattori che potrebbero causare una disfunzione perineale.
       Il rischio aumenta in caso di parto operativo, multiparità, analgesia epidurale, rotazione sacrale dell’occipite, periodo espulsivo prolungato e macrosomia fetale.
       Una ricerca inglese ha stimato che l’85% delle donne che partorisce per via vaginale subisce un qualche grado di traumatismo perineale che richiederà un intervento nel 60% dei casi.

       Durante il parto infatti, il pavimento pelvico va incontro ad un grado di distensione elevata, che può provocare un danno ischemico a causa della compressione vascolare; un danno muscolare diretto per le lacerazioni; oppure una neuropatia del nervo pudendo che si ha in caso di sofferenza nervosa del nervo pelvico e delle branche pelviche del plesso sacrale che vengono compressi dalla testa fetale.

       Il post-partum e il puerperio dovrebbero essere momenti di tutela del pavimento pelvico: a tutte  le puerpere dovrebbe essere consigliato un training muscolare di recupero dopo il parto perché anche in assenza di danni apparenti, esiste comunque una diminuzione della forza muscolare perineale.
       La riabilitazione dovrebbe iniziare non prima che siano passati 2 mesi dal parto, sotto supervisione di un’ostetrica o di un terapista di riabilitazione che inserisca la donna in un percorso di prevenzione, educazione, diagnosi, terapia e riabilitazione.

Dunque se dopo il parto:
  • avverti dolore alla pelvi;
  • perdi piccole quantità di urina durante gli sforzi (portare pesi, tossire, starnutire);
  • hai difficoltà o provi dolore durante i rapporti sessuali;
  • avverti una maggiore difficoltà nella continenza di feci e gas o hai episodi di stitichezza;
  • fatichi ad urinare e avverti un peso a livello vaginale;
rivolgiti ad un’ostetrica per iniziare un percorso di riabilitazione del pavimento pelvico.

       Questi disturbi possono e devono essere trattati con cura per garantire il ritorno ad una buona qualità di vita.
Fonte : http://www.mammole.it/danno-pelvi/#sthash.KyPDwLQx.dpuf