giovedì 20 novembre 2014

Maternità surrogata: una forma di genitorialità pianificata non ancora vinta a livello di accettazione in UE



La nostra domanda in questo momento in U-talk è: "I paesi europei hanno posizioni molto diverse in materia di maternità surrogata. In quali paesi è permesso e dove invece è proibito? Pensi che l'armonizzazione delle diverse legislazioni sia possibile? "
La risposta a questa domanda viene da un esperto legale presso il Centro di ricerca sui diritti fondamentali, (CREDOF), presso l'Università Paris Ouest, Nicolas Hervieu.
"La situazione attuale per quanto riguarda la questione della maternità surrogata è molto varia in Europa. Alcuni paesi la vietano espressamente, come la Francia, dove di recente si è fatto un grande dibattito riguardo la maternità surrogata. E 'anche vietato in Germania, Spagna, Svizzera e Italia”.
"Altri paesi, anche se molto meno, autorizzano espressamente la maternità surrogata sul loro territorio, come il Regno Unito, Grecia, Russia e Ucraina. E ci sono paesi che non hanno ancora deciso chiaramente nelle loro legislazioni in merito”.
"Dobbiamo attenerci a questa diversità europea? Oppure, al contrario, dovremmo cercare di armonizzare le diverse leggi?”
"Per le istituzioni e le corti europee, il punto non riguarda di scegliere tra la diversità o l'armonizzazione.”
"Per la Corte Europea dei diritti dell'uomo, per esempio, tale diversità non è un problema.”
"Questa corte è parte dell'Organizzazione Internazionale chiamata il Consiglio d'Europa, che si compone di 47 paesi europei, (tra cui 28 Stati membri dell'UE). Questo tribunale è diverso dalla Corte di giustizia europea con sede in Lussemburgo e che fa parte dell'Unione europea.”
"In due importanti sentenze, emesse il 26/06/2014, (per quanto riguarda casi - 'MENNESSON contro la Francia' e 'Labassée contro la Francia'), la Corte europea dei diritti dell'uomo ha esplicitamente riconosciuto che uno stato ha il diritto di vietare la maternità surrogata sul suo proprio suolo.”
"Ma il tribunale ha anche riconosciuto che il divieto di maternità surrogata non potrebbe essere fatto a spese dei bambini giuridicamente nati da madri surrogate in un paese straniero. E 'solo per questo motivo che il giudice ha condannato la Francia.”
"Ma il tribunale ha anche riconosciuto che il divieto di maternità surrogata non potrebbe essere fatto a spese dei bambini giuridicamente nati da madri surrogate in un paese straniero. E 'solo per questo motivo che la corte ha condannato la Francia.”
"Così, nel breve termine tutti gli Stati europei, compresi quelli che vietano la maternità surrogata sui loro territori, dovranno riconoscere formalmente la filiazione tra gli aspiranti genitori e quei bambini nati attraverso la maternità surrogata all'estero.”
"Questo perché altrimenti sarebbe in contrasto con il diritto dei bambini ad avere una propria identità. Anche in questo modo, tutte queste decisioni non sono inclini a comportare un'armonizzazione delle legislazioni europee verso l'accettazione della maternità surrogata.”
"Ci sono alcune istituzioni dell'UE che sono diverse dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, ma hanno poteri limitati in materia di politica familiare. Esse possono avere una certa influenza sulla questione, ma ciò non implica un’armonizzazione.”
 "Nel medio e lungo termine, se l'armonizzazione verso l'accettazione della maternità surrogata diventa uno slancio nell'Unione Europea, sarebbe dovuto a causa degli stati membri. In ogni caso, le istituzioni e tribunali dell'UE dovrebbero solo riconoscerlo e legiferare dopo questa evoluzione. "

Preso da http://it.newseurope.info/?p=34634

lunedì 17 novembre 2014

L’Italia senza donatrici per l’eterologa

L’Italia è senza donatrici per la fecondazione eterologa. E va in cerca di ovuli all’estero. Guido Pennings, docente di etica alla Ghent University del Belgio, non ci ha mai girato intorno: «L’altruismo è il fattore più importante nella donazione di ovociti, ma il compenso finanziario è una ragione convincente». Bene. Noi siamo in alto mare su entrambi i fronti. Senza campagne di sensibilizzazione, le donne non sono messe nella condizione di donare le proprie cellule riproduttive. L’idea di proporre un compenso, poi, anche a titolo di rimborso spese, è ben lontana dalla mentalità corrente.
Il risultato: a sette mesi dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha reso possibile tentare di avere un bambino con gli ovuli di un’altra donna, l’Italia fa i conti con l’assenza di ovociti e di donatrici a titolo volontario e gratuito. L’ospedale Careggi di Firenze, il più organizzato a livello nazionale per la fecondazione eterologa, ha deciso di rivolgersi all’estero. Il 29 ottobre è uscito sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea un avviso di gara: «L’azienda ospedaliera universitaria Careggi intende conoscere quali istituti, in possesso dei necessari requisiti, sono interessati a collaborare, all’occorrenza, per l’approvvigionamento di gameti».
Il termine per le candidature è il 16 novembre. 
I centri fornitori dovranno garantire la tracciabilità dei campioni biologici e la consegna di gameti femminili al massimo entro 72 ore dalla richiesta, mentre il Careggi si impegna ad avvisare dell’imminente arrivo l’Ufficio di sanità marittima e di frontiera.

Una decisione tutt’altro che isolata. Quella di rivolgersi ai centri di riproduzione esteri è una soluzione che va per la maggiore, anche tra i privati (come il Demetra, tra i più importanti della Toscana, pronto alla firma di un contratto a giorni).
Negli ultimi incontri tra esperti, a Firenze e a Roma, stanno affiorando altre strade percorribili. Una è il social egg freezing a titolo solidale. È l’intervento che permette di congelare gli ovociti in giovane età, per poter posticipare la maternità. Adesso l’idea — sostenuta dalla ginecologa Elisabetta Coccia, alla guida del Cecos (il Centro studi per la conservazione di ovociti e sperma umani) — è di regalare la crioconservazione dei propri ovuli alle giovani disponibili a donarne la metà. Tra gli ospedali pronti a proporla, il San Raffaele di Milano. Un’altra ipotesi è il gametes crossing , ossia l’incrocio di donazioni anonime. Lo promuove l’Associazione per la donazione altruistica e gratuita di gameti. «Una parente o un’amica che desidera aiutare la coppia infertile dona i propri ovociti a un centro di fecondazione — spiega la psicologa giuridica della Sapienza Laura Volpini —. Il centro a sua volta darà gratuitamente altri ovociti, donati in modo anonimo, alla coppia bisognosa». Terza proposta, l’ egg sharing , dove la paziente che si sottopone a trattamenti per se stessa (fecondazione omologa) dona i propri ovuli in sovrannumero a un’altra. Dalla Casa dei diritti di Milano, la ginecologa Alessandra Vucetich sintetizza: «Sono tutte soluzioni messe in campo per aggirare il vero problema. Non abbiamo una cultura della donazione». La costituzionalista Marilisa d’Amico: «Così la sentenza della Consulta rischia di restare inapplicata».

@SimonaRavizza 
http://27esimaora.corriere.it/articolo/litalia-senza-donatrici-per-leterologa/

giovedì 13 novembre 2014

La mia "piccola peste" che non sarebbe mai nata

C'è il sole e tanta luce in giardino, brillano i capelli biondi di Letizia e quelli ancora più biondi della "piccola peste", diciotto mesi, la salopette di una misura più grande, mamma-babbo-bubù-tato, parla e ride, il cocker dorme beato. Piccola peste è una bambina bella e simpatica, come milioni di altre sue coetanee, ma è anche a suo modo speciale. Perché se sua madre non avesse combattuto e aggirato la legge organizzando una spedizione in un paese dell'Est, lei non sarebbe mai nata. Piccola peste infatti è stata concepita in "provetta", in quel tipo di provetta che l'Italia ha messo al bando con la famigerata legge 40 anche se l'ultima sentenza della Corte Costituzionale "vieta il divieto" e ributta tutto all'aria. Fecondazione eterologa si chiama, in questo caso seme del babbo ma ovocita di una donatrice anonima (ma poteva anche essere l'inverso), madre biologica sconosciuta, probabilmente per sempre. Ogni tanto Letizia, che ha 44 anni ed è una libera professionista piuttosto nota tra Pisa e provincia, si toglie gli occhiali scuri per guardarti meglio e mentre parla, con quegli occhioni azzurri, fa splendere la sua radiosa storia senza però ignorare le poche ombre, perché alle altre, alle altre donne che si troveranno ad affrontare il suo percorso, non vuole nascondere niente. «La cosa più difficile? Mantenere il segreto. Con tutti. Persino con i nostri genitori. Perché non si sa mai, una parola che sfugge, anche in buona fede. La nostra scelta è questa. Viviamo in Italia, per di più in provincia, ci sono ancora troppi pregiudizi. Nostra figlia deve crescere senza traumi. Per ora abbiamo deciso che non le diremo mai come è stata concepita... Poi chissà, nella vita accadono tante cose...». Un segreto che ormai non pesa neppure più tanto e a volte fa anche sorridere Letizia e il suo compagno: «Mi inteneriscono e mi fanno sorridere le zie, le nonne, le amiche, che si ostinano a trovare somiglianze tra me e la bambina... Io invece lo vedo che a me non assomiglia mentre somiglia moltissimo a suo padre... Speriamo che non sia agitata come lui!». Racconta, Letizia, che ogni giorno che passa è sempre più felice di non essersi arresa. Eppure un figlio lo aveva già, avuto dall'ex marito, ora è un adolescente e venera la sorellina. «Ma il mio nuovo compagno ed io volevano coronare la nostra storia di separati con un figlio nostro. Dopo vari tentativi e una gravidanza andata male abbiamo pensato di lasciar perdere questo sogno, anche perché il tempo che passava non lasciava davanti a noi troppe speranze. Per noi l'adozione non era praticabile perché non eravamo sposati e non eravamo ancora divorziati. Vedevo che il mio compagno amava molto i bambini, si intratteneva spesso con i piccoli dei nostri amici e quando giocava con loro gli occhi gli si illuminavano. Ho sempre pensato che sarebbe stato un ottimo padre...». Un giorno il suo ginecologo le parla dell'ovodonazione, da fare fuori dell'Italia perché qui non era permesso. «Io a quella parola inorridii, mi sembrava una forzatura della natura, un accanimento del figlio a tutti i costi , e poi io con dentro la pancia l'ovulo di una sconosciuta non mi ci vedevo proprio… e se avesse avuto malattie strane? quale donna poteva donare gli ovuli, qualche disperata o sicuramente dietro pagamento, senza contare poi quanto sarebbe costata tutta l'operazione…». Poi però, piano piano, Letizia ci ripensa. «Cominciai a informarmi su Internet, navigai su tutti i forum di procreazione assistita, lessi tante storie e capii che non era poi una cosa così fuori dal mondo come mi ero immaginata, anzi per certi aspetti nell'ovodonazione dovevi imbottirti anche meno di ormoni rispetto a una normale fecondazione assistita». Letizia trova la sua strada su un sito che raccoglie storie di esperienze molto positive avute in una località dell'Est Europa. Approfondisce, si iscrive e parla con le altre mamme, poi decide. «Contattai l'interprete, feci gli esami per vedere se ero esente da malattie gravi e se potevo procedere con l'ovodonazione e per poter scegliere la donatrice, ho dovuto fare una cura, ma niente d particolarmente peso. Il tutto è costato circa cinquemila euro, escluso il volo e il pernottamento di una settimana laggiù». Non è stato tutto rose e fiori, le paure sono diverse e ti assalgono in ogni momento: «Ma tutto sommato anche la gravidanza è filata liscia, forse per certi aspetti, essendo più matura e consapevole, più liscia della prima, quella "normale". Tante volte ho pensato che in Italia con i bravi dottori e professionisti che abbiamo sarebbe stato tutto più semplice, ed invece per una legge assurda migliaia di coppie spendono soldi, si indebitano, prendono l'aereo, insomma si stressano per avere un figlio in un paese straniero». Però Letizia e il suo compagno ripensano con piacere a quella settimana nell'Est Europa da dove tutto è partito: «Ricordiamo tutte le chiese ortodosse dove abbiamo acceso i piccoli ceri e pregato per la buona riuscita del nostro sogno. Ci piace pensare che un Dio ci abbia aiutato. Sappiamo che una parte di nostra figlia appartiene a quei posti e che appena potremo ce la porteremo».

venerdì 7 novembre 2014

Come affrontare la gravidanza: dal 1° al 3° mese

Fare il test di gravidanza e sapere di essere incinta. Poi? Cosa cambia, cosa succede da questo momento in poi? Diventare mamma è un percorso di grandi cambiamenti da affrontare serenamente.
Come affrontare la gravidanza fin dai primi mesi?

La gravidanza inizia con il concepimento, ovvero con l'incontro positivo tra un ovulo e uno spermatozoo. L'ovulo viene fecondato e inizia a moltiplicare le sue cellule.

L'ovulo si trasforma velocemente e già alla terza settimana è diventato un embrione che ha in potenza tutte le caratteristiche del vostro bambino.
Dal 1° al 3° mese cosa accade

Alcune donne trascorrono i primi tre mesi senza quasi accorgersi di essere incinte. Altre accusano fin da subito alcuni disturbi tipici: nausee, stanchezza, cambiamento dell'umore, gonfiore e perfino dolore al seno.

In entrambi i casi,  dal punto di vista fisico, la gravidanza porta grandi cambiamenti, che però possono anche non essere visibili all'inizio.

L'ovulo fecondato inizia la sua evoluzione fin dal primo giorno.

    Al 21° giorno è diventato un embrione
    Al 26° giorno compaiono le braccia
    Al 28° giorno compaiono le gambe

In questa fase l'embrione è di pochi centimetri, ma sta già istallando il cervello, il sistema nervoso, la circolazione sanguigna. Il suo nutrimento avviene attraverso la placenta.

È una fase cruciale per lo sviluppo corretto del bambino. Le sue basi fondamentali vengono predisposte in questi primi mesi, nei successivi il bambino cresce di dimensioni e perfeziona le funzioni.

    Stiamo attente all'alimentazione, a non stancarci, a evitare attività pericolose, sospendiamo fumo, alcool, farmaci e sostanze stupefacenti.

    Al 30° giorno l'embrione ha istallato il cervello, sistema nervoso, circolazione sanguigna. La sua dimensione è di pochi centimetri in cui prevale la dimensione della testa che è raccolta verso il petto.
    Dal 30° al 60° giorno l'embrione prosegue il suo sviluppo e molto rapidamente : completa la definizione dei due emisferi del cervello, inizia a sviluppare gli occhi, le palpebre, le orecchie, il naso e parallelamente inizia a sviluppare gli organi interni. In questa fase ancora non ha una identità sessuale.
    Al 60° giorno il vostro bambino può pesare intorno ai 10 gr. Un miracolo in miniatura.

Il terzo mese di sviluppo è la fase in cui l'embrione si trasforma in feto, perchè possiede tutte le basi e le funzioni fondamentali che saranno sviluppate e cresceranno di dimensioni nei prossimi mesi. Una trasformazione straordinaria che in poco tempo lo porterà a crescere di dimensioni e di peso.

A seconda delle caratteristiche di ogni donna, questo può essere il momento in cui ci si comincia a sentire 'diverse'. Possono insorgere cambiamenti nei gusti alimentari, fastidio per gli odori forti, sensazione di fastidio alla pancia, bisogno di fare pipì troppo spesso, sensazione di stanchezza. Per le donne che accusano nausee e altri disturbi invalidanti, l'uscita dal terzo mese è il momento in cui questi sintomi cominciano a diminuire fino a sparire.

    Al 90° giorno il vostro bambino pesa intorno ai 65 grammi ed è lungo circa 12 centimetri.

Consigli per i primi tre mesi

Alimentazione sana, incrementando le proteine. Come e cosa mangiare.

Stile di vita sano. Praticando sport leggeri, yoga, ginnastica, passeggiate, riposando quando si ha bisogno

Cura del corpo
Si possono iniziare trattamenti di prevenzione per la pelle, con creme nutrienti specifiche

Abbigliamento
Non ci sono variazioni fisiche significative in questa fase. Meglio comunque evitare indumenti troppo stretti. Le calze a compressione graduata possono essere molto utili in caso di disturbi alla circolazione, dovuti al cambiamento ormonale della gravidanza.
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martedì 4 novembre 2014

Che cosa prova una madre genetica utilizzando i servizi di una madre surrogata?


Oggi una madre surrogata può far nascere un bambino che geneticamente sarà legato ai genitori che non riescono a partorire in modo naturale. Medici fecondano l’uovo della madre con lo sperma del padre in vitro e poi trasferiscono l'embrione nell'utero di una madre surrogata. Così, una strana donna in buona salute porterà solo in grembo il vostro bambino e non avrà alcun rapporto con il neonato. Ma è facile venire a patti con il fatto che la straniera che ha portato il bambino in grembo per 9 mesi, ha sentito tutti gli aspetti legati al parto? Abbiamo parlato con uno psicologo e chiesto se vi sia una differenza nella relazione tra un figlio di una madre che lo ha dato alla luce e coloro che ricevono uno un bambino dalla madre surrogata.
Psicologo: Si, può esserci una certa differenza. Ci sono casi in cui i genitori che hanno utilizzato i servizi di madre surrogata sperimentano una certa gelosia verso questa donna. A volte la madre biologica si chiede: "Forse anche lei è una madre di mio figlio, forse lei è madre più di quello che io possa essere, dopo tutto, forse il mio bambino ha ricevuto qualcosa da lei a livello genetico, ecc. In questi casi, bisogna sempre rassicurare i genitori e spiegare che questi bambini sicuramente percepiranno qualcosa - gli ormoni, cibo, ecc, ma niente di più! A volte i genitori biologici sono molto attenti al fatto che la madre surrogata riesca a distaccarsi dal loro bambino. E 'importante ricordare - se si passa attraverso il programma nella clinica accreditata che funziona su una base legale secondo le leggi e le norme locali, non ci saranno problemi con la madre surrogata e l'intero processo. La clinica e il suo staff sono interessati al successo del programma per questo il bambino viene portato via dalla madre surrogata immediatamente dopo la nascita e non hanno alcun contatto tra di loro. Così, alcune famiglie provano tali sentimenti, ma non tutte.
Prendendo in considerazione la Sua esperienza in questo argomento, ci può dire quanto velocemente il contatto tra la madre genetica e il bambino nato dalla madre surrogata si stabilisce?
Psicologo: In generale, dipende dai genitori e dalla formazione, che devono provare prima della nascita del bambino. In ogni caso, questo bambino è molto più di un tanto atteso. E 'molto importante che i genitori si rendano conto e capiscano pienamente che quel bambino è il membro principale della famiglia, i genitori lo ameranno e si prenderanno cura di lui. Naturalmente, il fatto che la madre genetica non ha provato tutte le sensazioni fisiologiche che invece ha vissuto la donna che portava in grembo il bambino, può influenzare un po' i sentimenti interiori, e, di conseguenza, il comportamento della madre biologica. Ma, corsi speciali, sedute con un buon psicologo e soltanto un atteggiamento interiore della mente e la consapevolezza del fatto di essere i genitori sono la risposta per la vita del vostro bambino, che vi aiuteranno a superare eventuali difficoltà connesse con il processo di maternità surrogata. Inoltre, gli esperti consigliano sempre di non mantenere stretti contatti con una madre surrogata e non cercare di essere suoi amici. Si ridurranno al minimo gelosia, paure, ecc
La nascita del bambino così a lungo atteso è una grande felicità ed è il contino della vita. Quindi non spendete le vostre energie e le emozioni per gelosia e timori verso la donna che ha dato alla luce il vostro bambino! E’ molto meglio spendere le emozioni positive e il tempo con il proprio bambino amato!

lunedì 3 novembre 2014

Problemi di peso associati alla gravidanza

Una nuova ricerca sta mettendo grande enfasi sul raggiungimento di un peso sano prima e durante la gravidanza. Le donne obese all’inizio della gravidanza possono andare incontro a rischi per la propria salute e per la salute e il benessere futuro del bambino che deve nascere.
L’obesità nelle donne europee
In molti paesi europei, si stima che oltre la metà della popolazione adulta sia sovrappeso e il 20–30% sono obesi [indice di massa corporea, body mass index (BMI) >30 kg/m2].1 La prevalenza dell’obesità nelle donne gravide varia da 1.8% a 25.3%.2 L’obesità durante la gravidanza merita un’attenzione speciale a causa del suo impatto sia sulla madre che sul bambino. L’obesità materna è associata a maggiori rischi e complicazioni durante la gravidanza, portando persino a tassi più alti di morte infantile e della madre rispetto alle madri non obese.

Peso ottimale da raggiungere durante la gravidanza
I fabbisogni energetici alimentari aumentano durante la gravidanza, ma solo per l’ultimo trimestre e solo di circa 200 kcal al giorno. Di conseguenza, non c’è necessità di ‘mangiare per due’. Questo fabbisogno aggiuntivo aumenta di circa 675 kcal al giorno durante la lattazione, per coprire la produzione di latte. Una ricerca ha dimostrato che la gravidanza più sana è associata con un BMI pre-gravidanza di 23 kg/m2.3 La quantità di peso ottenuta durante una gravidanza sana, comunque, è variabile e influenzata dal peso corporeo pre-gravidanza e dalla presenza di edema.

I consigli riguardo al peso ottimale da raggiungere durante la gravidanza sono ancora sotto dibattito. L’ Organizzazione Mondiale della Sanita’ ha mostrato che il peso ottimale alla nascita di 3,1–3,6 kg è associato ad un aumento di peso della madre di 10–14 kg.4 Le linee guida dell’Istituto di Medicina Americano per l’aumento di peso in gravidanza suggerisce che le donne gravide sottopeso dovrebbero aumentare di 12,5–18 kg, le donne normali di 11,5–16 kg, le sovrappeso di 7–11,5 kg e le donne gravide obese di 5–9 kg.5 Una rapida perdita di peso o una dieta eccessiva durante la gravidanza sono potenzialmente pericolose, portando a cheto acidosi, che può essere associata alla morte del bambino o a un ritardo cognitivo successivo nella vita del bambino. Le madri che riducono eccessivamente l’apporto alimentare potrebbero inavvertitamente mettere in grande rischio di obesità i propri figli.6

Implicazioni dell’obesità durante la gravidanza
Essere sovrappeso o obese prima e durante la gravidanza aumenta il rischio di complicazioni in gravidanza. Le donne obese hanno un rischio maggiore di aborto e che il loro bambino nasca prematuro o muoia precocemente.7 Inoltre, le complicazioni alla nascita sono una conseguenza comunemente osservata dell’obesità materna, che aumenta la probabilità di un parto cesareo d’emergenza. Complicazioni aggiuntive al parto da madri obese comprendono ipertensione e pre-eclampsia, parto di un bambino grande e diabete gestazionale.

Le donne obese affrontano spesso anche le difficoltà nell’iniziare e nel sostenere l’allattamento al seno.8 Inoltre, i bambini nati da donne obese hanno più facilmente difetti congeniti (ad es. spina bifida, difetti cardiaci).9 Un eccessivo aumento di peso durante la gravidanza può portare anche ad una prolungata obesità. Questo enfatizza che per le donne obese, la gravidanza fornisce un’opportunità per cambiare verso un mangiare più sano e un migliore stile di vita, così come gravidanze future più sane. Una dieta appropriata e l’esercizio dopo il parto potrebbero aiutare le donne a perdere l’eccesso di peso postnatale.10

Obesità materna e salute infantile successiva
Condizioni metaboliche specifiche della madre possono influenzare negativamente la salute del neonato. Un bambino di una madre obesa potrebbe soffrire di uno sviluppo negativo dall’esposizione ad un ambiente nutrizionale sub-ottimale all’interno del grembo. In aggiunta, una nuova ricerca ha dimostrato che ciò che una donna mangia quando è incinta può influenzare il rischio di obesità per il suo bambino, senza riguardo per quanto grassa o magra sia, o il peso del suo bambino alla nascita.11 Due progetti finanziati dall’UE, EDEN (Study of pre- and early postnatal determinants of the child’s development and health) e EARNEST (Early Nutrition Programming Project) stanno studiando queste tematiche.

Conclusioni
La gravidanza è un momento vulnerabile in termini di nutrizione e salute per la madre e il bambino. Raggiungere un peso ottimale prima della gravidanza e ottenere un livello appropriato di peso durante la gravidanza viene raccomandato per assicurarle un parto sicuro di un bambino sano e per la salute futura del bambino.