lunedì 31 agosto 2020

Vitamina D importante per i bambini già durante la gravidanza

vitamina d bambini gravidanza      La vitamina D è riconosciuta dalla medicina per il suo valore, ai bambini spesso viene somministrata anche sotto forma di integratori. Ma pare che già durante la gravidanza la sua assunzione può fare bene al feto e allo sviluppo cognitivo del bambino

      La vitamina D è importantissima per gli adulti e soprattutto per i bambini. Tra i suoi principali compiti ci sono quello di regolare l’assorbimento di calcio nelle ossa, di favorire un corretto funzionamento dei muscoli e in particolare del cuore, di regolare le funzioni del sistema nervoso e di prevenire le infezioni rafforzando il sistema immunitario. Per questo motivo la vitamina D viene considerata come un ormone, perché il suo funzionamento agisce direttamente sugli organi e i muscoli.

      Come si assume questa importantissima vitamina? Innanzitutto con l’esposizione al sole, perché i raggi del sole quando colpiscono la nostre cute permettono al nostro corpo di sintetizzare questa vitamina. Poi ovviamente attraverso l’alimentazione. Alcuni cibi come il tuorlo dell’uovo, i funghi, il pesce grasso e il latte e i formaggi grassi ne contengono una quantità elevata.

      I bimbi in particolare assumono questa vitamina anche attraverso gli integratori, che vengono dati fin dalle primissime settimane di vita per aiutare il loro corpo a produrre questa vitamina.

      La vitamina D, come abbiamo detto, aiuta a fissare il calcio nelle ossa, dunque è importantissima per prevenire alcune malattie importanti come il rachitismo. Assumerla già in gravidanza aiuta la formazione dello scheletro del feto.

      Per quanto riguarda la sua azione sul sistema nervoso, uno studio in collaborazione tra una università australiana e una dei Paesi Bassi ha analizzato la possibile relazione tra una carenza di vitamina D nella gestante e l’autismo del bambino entro i sei anni di vita.

vitamina d importante per bambini e gravidanza      Lo studio ha in particolare analizzato campioni di sangue nelle prime settimane di gestazione e poi del cordone ombelicale alla nascita, ha valutato i livelli di vitamina D e l’incidenza di questa carenza nello sviluppo neurologico dei bambini. Si è visto che se la vitamina D era presente in una concentrazione inferiore a 25 nmol l -1 è associata ad una maggiore incidenza dell’autismo nei bambini.

      Sulla questione si è pronunciata anche la Sipps, Società Italiana Pediatria Preventiva e Sociale, che in questo Consensus sulla vitamina D in Età Pediatrica si è pronunciata sull’importanza dell’assunzione della vitamina D per i bambini già durante la gravidanza della mamma e delle quantità che dovrebbero assumerne sia durante la gravidanza che durante l’allattamento per scongiurare tutta una serie di problemi al bambino.

      Dunque assumere vitamina D per la gestante è importantissimo, soprattutto perché il feto può assumerla soltanto attraverso il cordone ombelicale.

      Se i livelli di questa vitamina dovessero risultare bassi, il ginecologo potrà ritenere opportuno prescrivere appositi integratori alla futura mamma, per il benessere suo e del piccoli. Solitamente alle donne in dolce attesa vengono prescritti integratori multivitaminici che contengono anche questa preziosa vitamina.

      In ogni caso avere una alimentazione bilanciata e uno stile di vita sano restano le principali raccomandazioni per tutte le gestanti. L’esposizione al sole, anche con una passeggiata di mezz’ora al giorno, può aiutare tanto la sintetizzazione della vitamina D.

Fonte https://www.universomamma.it/2020/08/31/vitamina-d-importante-bambini-gravidanza/

Depilazione in gravidanza: cosa usare per avere una pelle liscia?

      Il periodo della gravidanza oltre a sconvolgere il fisico a livello ormonale e corporeo, stravolge anche tutte le abitudini a cui una donna è abituata.

Gambe lisce (fonte Instagram @depil3.0)      Non solo bisogna far ricorso a prodotti di bellezza diversi che tutelino la mamma e il bambino, ma anche il modo di depilarsi – argomento che tocca con grande attenzione molte donna – cambia totalmente.

      Sia perché con la crescita della pancia diventa sempre più difficile raggiungere alcuni punti sia perché bisogna fare attenzione a cosa si usa, in quanto i metodi utilizzati in precedenza non sempre sono consigliati.

      Dunque come si fa a tenere comunque una pelle morbida e luminosa?

      Innanzitutto bisogna considerare il fatto che gli ormoni modificano anche il livello di sopportazione, ciò che un tempo si riusciva a tollerare non è detto che durante la gravidanza si riesca lo stesso perché il tutto diventa molto più doloroso.

      Proprio per questo motivo bisogna adoperarsi, prestando attenzione a tutte quelle pratiche che riducono il dolore.

      Certo non è detto che funzionino per tutte, in quanto ogni donna in gravidanza ha una sensibilità diversa.

      In ogni caso ci sono diversi metodi da utilizzare per evitare di trasformarsi in un orso peloso!

Fonte https://www.universomamma.it/2020/08/31/depilazione-gravidanza-cosa-usare/

Come dormire in gravidanza: alcuni consigli utili

Come dormire in gravidanza: alcuni consigli utili      Il sonno e il riposo sono tra le attività più importanti della vita di ciascuno, tanto che non se ne può fare a meno. In gravidanza una preoccupazione frequente riguarda le posizioni da assumere per riuscire a dormire senza creare problemi o fastidi al proprio bambino. Tale preoccupazione aumenta con il passare delle settimane quando il pancione è sempre più visibile e costituisce anche un ostacolo nei movimenti della mamma e nelle posizioni che riesce ad assumere. Come fare quindi per dormire correttamente in gravidanza?
      Tra gli episodi di sonnolenza e i problemi di insonnia, dormire in gravidanza è una questione molto importante che va affrontata con molta attenzione. Anche considerando gli effetti benefici che il riposo ha sulla salute e la serenità della futura mamma.

Le posizioni migliori per dormire in gravidanza
      Partiamo da una conferma (e una smentita): la posizione assunta quando si dorme non crea alcun tipo di complicazione per il neonato. Fino a qualche anno fa era diffusa la tesi per cui dormire su un fianco fosse in gravidanza una posizione pericolosa in quanto avrebbero rischiato di comprimere i vasi sanguigni. Le ricerche e gli studi condotti sull’argomento hanno smentito categoricamente che le complicanze per la gravidanza possano derivare dalle posizioni che si assumono durante il sonno.

      Esistono posizioni migliori delle altre? Anche per la postura e il risveglio della mamma? Vediamo quali sono le migliori posizioni per dormire in gravidanza, con i vantaggi e le criticità di ciascuna.

Dormire su un fianco
      La classica posizione fetale è una delle migliori posizioni per dormire durante la gravidanza. Non c’è un lato migliore dell’altro: l’unico svantaggio di questa posizione è che con il passare delle settimane la pancia può dare fastidio risultando un ingombro. Ma è un problema facilmente risolvibile con l’utilizzo di un cuscino da gravidanza.

Dormire sulla schiena
      Anche questa è una posizione che spesso viene sconsigliata perché sarebbe associata a una ridotta circolazione del sangue che creerebbe problemi al bambino. Non ci sono conferme per questo tipo di preoccupazione e la posizione può essere assunta tranquillamente e anche se durante il sonno ci si ritrova in posizione supina non bisogna temere alcunché per la propria salute e quella del bambino.

Dormire sulla pancia
      Più che vantaggi o svantaggi questa posizione diventa impraticabile con il passare dei mesi. All’inizio si può dormire anche in questa posizione, senza alcun timore, ma quando il volume della pancia aumenta non si riesce a farlo. Quindi non è una posizione possibile dal secondo trimestre in poi.

Come dormire in gravidanza: 3 abitudini per dormire bene
1. Lascia lo stress fuori dalla camera da letto
Sulla gravidanza ne hai sentite tante e tra coloro che ti assillano di preoccupazioni e chi ti fa oggetto eccessivo delle sue attenzioni, questi rischiano di essere mesi particolarmente stressanti. Ed è poi normale che tu faccia fatica a prendere sonno.

Il consiglio è quello di rilassarti il più possibile, dando poco peso ai pareri di chi ti sta intorno e di importi di ritagliarti del tempo per te. Ne hai bisogno tu e il tuo bambino, per vivere serenamente questo tempo di attesa. E il primo alleato della serenità è un buon riposo. Sia quello serale che quello di un sonnellino pomeridiano. Se ne hai voglia e bisogno concediti questo tempo di relax.

2. Attenzione a cosa mangi e bevi prima di andare a dormire
La gravidanza già impone un regime alimentare particolare per il quale bisogna rinunciare a determinati alimenti, ma un consiglio molto utile per dormire meglio in gravidanza è quello di fare attenzione a quello che mangi e bevi prima di metterti a letto. Tè, caffè e bevande a base di caffeina possono incidere sulla facilità di prendere sonno.

Meglio evitare e impara ad ascoltare il tuo corpo, conoscendo di cosa ha bisogno e gestendo al meglio gli impegni quotidiani, anche per permetterti di dormire senza troppi problemi.

3. Fai esercizi fisici rilassanti
Un terzo consiglio utile è quello di scaricare stress e stanchezza facendo degli esercizi fisici. In gravidanza gli esercizi di yoga risultano essere perfetti anche per migliorare l’elasticità del tuo corpo. Se puoi non rinunciare anche a fare un po’ di moto e attività fisica durante il giorno, ti aiuterà ad arrivare stanca a sera e a dormire meglio, ma anche a migliorare il tuo benessere psicofisico.

      Il sonno è importante sempre, ma lo è ancora di più quando si aspetta un bambino. Tra i consigli utili su come dormire bene in gravidanza bisogna considerare anche gli accessori che possono contribuire a questo scopo. Il corpo delle donne cambia, non solo nella pancia. Quello è l’elemento più visibile, ma tutto l’organismo si adegua a questa novità e anche a livello posturale e di sensibilità le donne possono riscontrare cambiamenti che possono incidere sul proprio riposo.

      Uno dei più comuni accessori per dormire bene è il cuscino specifico per la gravidanza. i più diffusi sono quelli flessibili che è possibile mettere sia tra le gambe che sotto la pancia, in modo da costituire sempre un supporto perfetto per stare sdraiati su un fianco. Inoltre sono utilissimi anche durante l’allattamento, sia per la mamma che per il bambino, consentendo una posizione comoda per entrambi.

      Esistono poi delle camicie da notte specifiche per la gravidanza; realizzate in tessuti traspiranti e comodi, permettono alle mamme di muoversi nel letto senza problemi e riuscire a mantenere il sonno.

      Anche se non è proprio un accessorio, ma più un elemento fondamentale, una particolare attenzione andrebbe dedicata al materasso. Se è da tempo che si rimanda la sua sostituzione, con una gravidanza in corso può essere importante prendere in considerazione di cambiarlo per garantire non solo un buon riposo, ma anche la tutela della salute della mamma.

      Mantenere una buona postura quando si dorme, infatti, evita dolori e fastidi al risveglio, permettendo di affrontare con maggiore energia ogni giornata.

Fonte https://www.gravidanzaonline.it/gravidanza/come-dormire-in-gravidanza.htm

La caffeina non fa bene al piccolo. In gravidanza meglio evitare il caffè

      Nove mesi senza caffè. Anzi, la rinuncia dovrebbe iniziare addirittura prima del concepimento. Perché secondo un nuovo studio pubblicato su BMJ Evidence Based Medicine il caffè in gravidanza non può essere considerato sicuro a nessun dosaggio. C’è una sola raccomandazione da dare alle donne incinte o che hanno intenzione di diventarlo: stop al caffè, neanche una tazzina la giorno è consentita.
      Questa drastica posizione è una novità. Finora istituzioni e società scientifiche del calibro del National health Service (NHS), dell’American College of Obstetricians and Gynecologists e della European Food Safety Authority (Efsa) erano state più permissive, concedendo alle future mamme di consumare due tazzine al giorno (200milligrammi), una quantità  considerata sicura perché incapace di danneggiare il feto.

      I ricercatori dell’Università di Reykjavik in Islanda guidati da Jack James si sono presi la briga di cercare le basi scientifiche di questo rassicurante consiglio. Trovandone però poche, talmente poche da suggerire che sia molto meglio adottare la prudenza più estrema.

      I ricercatori hanno passato in rassegna più di 1.200 studi sugli effetti della caffeina sulla gravidanza e il nascituro.

      Si sono così imbattuti in 48 studi osservazionali e meta-analisi pubblicati negli ultimi vent’anni che avevano individuato un  legame tra il consumo di caffè delle mamme e almeno una delle sei principali complicanze della gravidanza: aborto, morte fetale, basso peso alla nascita, nascita prematura, leucemia infantile, sovrappeso e obesità infantile.

      Altre 14 meta-analisi si concludevano indicando un’associazione tra il consumo di caffeina e quattro esiti negativi della gestazione: aborto, morte fetale, basso peso e crescita inferiore rispetto all’età gestazionale. Mentre tre meta-analisi non avevano trovato alcun legame tra assunzione regolare di caffè e nascita pre-termine. Quasi nessuno studio individuava una soglia di sicurezza che mettesse al riparo madre e figlio da qualunque pericolo.

      Insomma, analizzando i risultati degli studi scientifici degli ultimi decenni emergono molte più prove sui rischi che sulla sicurezza del caffè. Va detto, però, che tutte le ricerche passate al vaglio dagli scienziati islandesi sono di tipo osservazionale, un tipo di indagine che non stabilisce legami di causa ed effetto ma si limita a indicare una possibile associazione. Non c’è la pistola fumante, per intenderci, che potrebbe offrire un trial clinico randomizzato.

      Nonostante questo, di fronte a una cospicua serie di indizi sulla pericolosità del caffè in gravidanza, i ricercatori sostengono sia necessario scegliere la strada più sicura in assoluto, quella della totale abolizione.

      Del resto il processo di metabolizzazione della caffeina non dà garanzie di sicurezza per il feto.


      Se consumata durante la gravidanza, la caffeina attraversa la placenta, esponendo il feto a concentrazioni della sostanza simili a quelli della madre. Non potendo contare su risorse proprie per eliminare la caffeina, il feto si affida al metabolismo materno. Ma la velocità con cui la madre elimina dall’organismo la sostanza ingerita rallenta notevolmente con l’avanzare della gravidanza. Di conseguenza si suppone che la caffeina accumulandosi nel feto possa interagire con il suo sviluppo.

      «Le attuali raccomandazioni sul consumo di caffeina durante la gravidanza necessitano di una revisione radicale. In particolare, una serie di prove scientifiche indicano che alle donne incinte e alle donne che programmano una gravidanza debba essere consigliato di di evitare la caffeina», concludono i ricercatori.

Fonte http://www.healthdesk.it/prevenzione/caffeina-non-fa-bene-piccolo-gravidanza-meglio-evitare-caff

Capelli e PMA: la fecondazione assistita ne provoca la caduta?

Gli strani sintomi della gravidanza - Progetto Iside - fecondazione  assistita      A porre questa domanda è stata una attrice ed ex modella americana, Gabrielle Union, che in questi ultimi tempi ha deciso di parlare della sua esperienza con la fecondazione assistita: grazie alle procedure della PMA, infatti, ed in particolare grazie alla FIVET, è riuscita a diventare mamma a 47 anni. Una gioia che l’ex modella non ha potuto fare a meno di condividere con i fan: tuttavia, ha parlato anche dei possibili effetti collaterali della procedura, in quanto ha notato molti punti “vuoti” sulla parte superiore della testa. Colpa delle procedure della fecondazione in vitro?

      Una domanda, questa, che ha determinato la necessità di riflettere e di fornire una risposta esaustiva da parte degli esperti di PMA: nel corso della procedura di fecondazione in vitro, ovulo e spermatozoi vengono uniti al di fuori del corpo, e questo processo è causa di una alterazione ormonale che può determinare un cambiamento dei capelli, che possono diventare più fini. Questo, però, può essere in qualche modo alimentato anche da una propria condizione di partenza, magari genetica: se la donna nota un cambiamento del genere, dovrebbe comunque contattare il proprio medico in quanto potrebbe essere necessario fare un semplice esame del sangue, per escludere eventuali carenze (ad esempio, una carenza di ferro). In ogni caso, un trattamento adatto può stimolare la ricrescita dei capelli.

Fonte https://www.fecondazioneeterologaitalia.it/capelli-e-pma-la-fecondazione-assistita-ne-provoca-la-caduta/

domenica 30 agosto 2020

Fecondazione assistita dopo morte del marito: nascono due gemelli

Maternità surrogata e tutela del rapporto di filiazione
     Lei si chiama Lucy Kelsall, ha 37 anni, e si è sottoposta ad un trattamento di fecondazione assistita dopo che il marito è morto per un tumore alla gola nel 2017. Una promessa fatta al marito prima della sua morte, che la donna è riuscita a mantenere: la coppia si era sposata nel 2012, e dopo due anni dalle nozze la notizia della malattia di David aveva fatto piombare i due nella disperazione. Un tumore alla gola, scoperto nel 2014, ha sconvolto la loro vita: un dolore indescrivibile, segnato però anche da un desiderio di rinascita, che ha portato la donna a prendere una decisione importante e che avrebbe cambiato la loro vita.

Infatti, la donna ha raccontato che prima del matrimonio, né lei né lui volevano figli, ma che le cose sono cambiate subito dopo.

    Nonostante le possibilità di ottenere una gravidanza fossero ridotte al minimo, la donna ha investito ogni sua speranza nella realizzazione di questo importante sogno. In una recente intervista, la neo mamma ha raccontato di aver promesso al marito che avrebbe avuto un bambino da lui: “Quando ho scoperto che c’erano due battiti cardiaci, i medici sono rimasti sbalorditi”, ha raccontato al Daily Mail.

Fonte https://www.fecondazioneeterologaitalia.it/fecondazione-assistita-dopo-morte-del-marito-nascono-due-gemelli/

Infertilità maschile: spermatozoi in calo del 50% negli italiani

La fertilità maschile è drasticamente in calo. Secondo il Registro Nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita dell’Istituto superiore di Sanità, tra le coppie che si rivolgono ai centri specializzati per avere un figlio, la percentuale di uomini infertili è del 29,3% e l’età non rappresenta l’unico fattore responsabile. Negli uomini italiani in generale viene riportato che il numero dei gameti è diminuito del 50% rispetto al passato. A nuocere sulla qualità degli spermatozoi (aumentando quindi il rischio infertilità) ci sono spesso le condizioni lavorative: quelle che espongono a radiazioni, a sostanze tossiche o a microtraumi. Influiscono negativamente anche gli inquinanti prodotti dal traffico urbano e il fumo di sigaretta.

• SPERMATOZOI IN CADUTA LIBERA
Da una meta-analisi apparsa su Human Reproduction Update è emerso che si è passati da 99 milioni di spermatozoi per millilitro nel 1973 a 47 milioni nel 2011. Insomma, un crollo pesante della capacità riproduttiva maschile. L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce l’infertilità come una vera e propria malattia sociale: un uomo su 10 nel mondo è infertile ma in molti casi il problema sarebbe reversibile e curabile se fosse diagnosticato tempestivamente.


• PATOLOGIE ANDROLOGICHE E FERTILITA’
Circa il 30-40% dei giovani maschi di età compresa tra i 16 e i 35 anni presentano una patologia andrologica come varicocele (dilatazione delle vene del testicolo), fimosi (restringimento del prepuzio), idrocele (raccolta di liquido nel testicolo) e ipospadia (apertura del meato uretrale esterno in sede anomala). In aumento anche i tumori del testicolo. Si tratta di patologie che possono interferire sulla fertilità del giovane.


• IL 40-50% DEI CASI DI INFERTILITA’ DIPENDONO DA PROBLEMI MASCHILI
Viene definita infertile una coppia che non riesce ad ottenere una gravidanza dopo almeno 12-18 mesi di rapporti sessuali liberi, non protetti. Si stima che in Italia l’incidenza della “infertilità di coppia” si attesti al 10-15%. “Sappiamo che tra il 40% e il 50% dei casi di infertilità di coppia sono attribuibili a problemi maschili e che una coppia su 5 ha difficoltà a procreare, una percentuale doppia rispetto a solo 20 anni fa - spiega Salvatore Sansalone, Specialista in Urologia, Docente all’Università di Tor Vergata.

• LE CAUSE DELL’INFERTILITA’MASCHILE
Ma quali sono le cause all’origine dell’infertilità maschile? “Possono essere molteplici: congenite o acquisite (ipogonadismi ipo e ipergonadotropi, iperprolattinemie, disfunzioni tiroidee), patologie testicolari (traumi, tumori, infezioni, varicocele, criptorchidismo), patologie delle vie seminali ma anche fattori ormonali, ambientali come l’esposizione a sostanze tossiche, legate agli stili di vita come l’abitudine al fumo o al sempre più diffuso consumo di droghe” spiega Ilaria Ortensi, dottore di ricerca in biotecnologie della riproduzione umana alla Sapienza di Roma.
Eiaculazione maschile. C'è relazione fra qualità del seme e gravidanza?
• I DANNI DELL’INQUINAMENTO
Molti studi epidemiologici hanno osservato che i fattori ambientali e l'esposizione ad agenti chimici incidono sulla dimensione, sulla motilità e sul numero degli spermatozoi. Un recente studio italiano pubblicato sulla rivista Environmental Toxicology and Pharmacology, ha utilizzato solo ed esclusivamente il liquido spermatico per misurare l'impatto dell'inquinamento sulla salute maschile, rivelando dati allarmanti sulla vitalità e fertilità del seme maschile di chi vive in aree gravemente inquinate come Taranto o la Terra dei Fuochi, a cavallo tra le province di Napoli e Caserta, comparato con quello di chi abita in zone della stessa regione non considerate a rischio. L’evidente differenza tra i due campioni esaminati ha dimostrato che, sia i lavoratori delle acciaierie sia i pazienti che vivono in un'area altamente inquinata, mostrano una percentuale media di frammentazione del DNA dello sperma superiore al 30%, evidenziando un chiaro danno spermatico.

• SCARSA ATTENZIONE ALLA FERTILITA’ MASCHILE
Negli uomini, specie quelli più giovani, non esiste una forte sensibilità alla fertilità. Inoltre, con l’abolizione della visita di leva obbligatoria per il servizio militare è venuta meno anche una forma di prevenzione andrologica di massa. L’uomo si preoccupa molto di problemi funzionali legati ai disturbi dell’erezione, ma non conosce il proprio organo sessuale e non ha la cultura dell’autopalpazione così come invece fanno le donne con il proprio seno. “Spesso ci si rende conto di questi problemi solo nel momento in cui si decide di avere un bambino, ma è già troppo tardi -avverte Ortensi.  Se le patologie fossero state diagnosticate in età giovanile si sarebbe potuto ricorrere, con maggiori possibilità di successo, a terapie o, nei casi più gravi, alla crioconservazione degli spermatozoi”. Per questo anche per gli uomini, così come fanno le donne, è importante la prevenzione e la comunicazione tra medico e paziente, sottoponendosi, già in età adolescenziale a screening ed eventuali test diagnostici.

Fonte https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2018/10/31/news/infertilita_maschile_spermatozoi_in_calo_del_50_negli_italiani-210477777/

Passata di pomodoro contro l'infertilità maschile

Passata di pomodoro combatte l'infertilità maschile | OK Salute     Da un ingrediente chiave della dieta mediterranea, immancabile condimento per pizza e pasta, un  insolito 'antidoto' contro l'infertilità maschile. Gli uomini sani che consumano l'equivalente di due cucchiai di passata di pomodoro concentrata al giorno (sotto forma di integratore alimentare), hanno uno sperma di migliore qualità. E' quanto emerge da uno studio pubblicato sull''European Journal of Nutrition' che riaccende i riflettori sul licopene, una sostanza antiossidante presente nel pomodoro, già collegata a una serie di effetti benefici per la salute, in particolare contro le cardiopatie e alcuni tumori.

    Lo studio del team dell'Università di Sheffield ha utilizzato un integratore per rendere la sostanza più facile da metabolizzare e per avere la certezza che gli uomini coinvolti consumassero la stessa quantità di licopene. Per avere un'idea, i volontari avrebbero dovuto mangiare 2 kg di pomodori cotti al giorno per assicurarsi la stessa dose di licopene. Nel trial di 12 settimane - in parte finanziato dall'azienda che produce questi integratori - 60 uomini sono stati divisi in due gruppi: il primo prendeva 14 milligrammi di lactolicopene al giorno, il secondo una pillola placebo.

     Lo sperma dei soggetti è stato testato all'inizio, dopo sei settimane e alla fine dello studio. Se in termini di concentrazione del seme non è stata notata alcuna differenza, 'vitalità' e salute degli spermatozoi sono risultate decisamente maggiori negli uomini 'sotto licopene'.

     "Al momento - ha spiegato alla Bbc online Liz Williams, specialista in nutrizione umana che ha diretto la ricerca - abbiamo poche indicazioni da dare agli uomini: diciamo loro di ridurre il consumo di alcolici e di seguire una dieta sana, ma si tratta di indicazioni molto generali. Questo è ancora un piccolo studio, e dobbiamo ripeterlo su numeri più ampi, ma i risultati sono molto incoraggianti. Il prossimo passo - conclude - sarà ripetere l'esperimento su uomini con problemi di fertilità, per vedere se il licopene può migliorare la qualità del seme anche di questi pazienti, e se può aiutare le coppie a concepire, evitando trattamenti di fecondazione assistita più invasivi".

Fonte https://www.adnkronos.com/salute/2019/10/10/passata-pomodoro-contro-infertilita-maschile_Fi5tmaI1GaZiO2eXxgL1KI.html?refresh_ce

L’intelligenza artificiale contro l’infertilità, esperti: “Il futuro è questo”

Sperelli      Prevedere ovulazione e fertilità, basandosi sui cicli mestruali e i sintomi, per scegliere il periodo migliore della propria ‘finestra fertile’, e poi ancora usare algoritmi per apprendere i cambiamenti dei modelli ormonali per una previsione dell’ovulazione altamente personalizzata e specifica per ogni donna. Sono numerose le possibilità attualmente in uso con le App per smartphone, che rappresentano un’anticipazione di ciò che ancora di più promette di fare l’Intelligenza artificiale (Ai) contro l’infertilità. È uno degli argomenti principali del sesto European Fertility Meeting in corso a Roma.

      Nella fecondazione in vitro, infatti, l’intelligenza artificiale può imparare a riconoscere quali embrioni sono migliori per l’impianto: sono state mostrate decine di migliaia di immagini e indicato all’Ai quelle legate a una gravidanza di successo, in seguito sono state mostrate all’Ai le immagini di embrioni trasferiti ed è riuscita a riconoscere correttamente la loro vitalità nel 70% dei casi. “Grazie alle nuove tecniche di indagine sulla qualità embrionaria, da quelle cinetiche a quelle cromosomiche, aiutate anche dall’intelligenza artificiale (big data) – spiega Ermanno Greco, direttore scientifico Centri Icsi Roma, Medicina della riproduzione dell’European Hospital e di Villa Mafalda – si può offrire alle coppie la migliore possibilità di successo, basandosi sempre su un percorso di personalizzazione. Attraverso parametri ben definiti e algoritmi matematici si può scegliere l’embrione migliore con quelle precise caratteristiche idonee all’impianto migliore“.

      Attualmente il ricorso all’intelligenza artificiale, sottolineano anche i ricercatori, è in fase di sperimentazione in diverse aree della medicina riproduttiva, tra cui l’identificazione e la morfologia degli spermatozoi, l’automazione della conta dei follicoli, la previsione automatica dello stadio delle cellule embrionali, la valutazione degli embrioni e la previsione della nascita dal vivo, nonché lo sviluppo di migliori protocolli di stimolazione. Numerose fra queste prestazioni saranno a breve disponibili nei Centri Icsi Roma.

      Numerosi altri argomenti sono presenti, inoltre, nel programma del Meeting di Roma, come le sessioni sulla genetica e l’infertilità maschile, i metodi di selezione degli embrioni, inquinamento e fertilità oppure sulle cure immunoterapiche e il rischio di aborto. In particolare nella sessione su ‘Nutrizione e infertilità’, viene sottolineata l’importanza di un corretto stile di vita a ogni età anche per l’impatto negativo che ha l’obesità. “Non si tratta solo di essere attenti quando si decide di aver un figlio – sottolinea Greco – ma approfittare di questo vantaggio già da più giovani. E’ un tassello in più verso la fertilità, che va utilizzato subito. Quindi al bando sia obesità sia anoressia e spazio a una dieta ricca di antiossidanti, selenio, vitamine e poi frutta e verdura, niente fumo e diminuire al massimo l’alcol, che interferisce con la produzione di ormoni sessuali. Il consiglio è di dedicarsi fin da giovani all’attività fisica anche leggera, non usare sostanze stupefacenti, compreso il doping, e abbassare il più possibile i livelli di stress. Inoltre il meeting vuole fornire una sorta di cambio di direzione. Fino a oggi ci eravamo concentrati solo sugli embrioni mentre ora si è scoperto che la ricettività dell’endometrio è fondamentale per far sì che anche un embrione perfetto possa esser un bimbo in futuro“.

Regole generali da seguire per dimagrire in gravidanza

regole generali per dimagrire in gravidanza      In generale, a prescindere dal fatto che si debba o meno perdere qualche chilo, in gravidanza è bene comunque seguire una dieta controllata che assicuri il benessere della donna e del feto. La dieta va studiata attentamenre e adattata alle condizioni iniziali della donna: solo in un secondo momento, e vedendo come ha reagito il corpo, sarà possibile apportare variazioni per raggiungere l'obiettivo prefissato o per soddisfare particolari nuove esigenze che dovessero presentarsi durante tutto il corso della gestazione.
   
     Il mito secondo ilquale in gravidanza bisognerebbe mangiare per due è ampiamente sfatato: la presenza del feto non comporta un aumento eccessivo di calorie (solo una cinquantina al giorno nel primo semestre, fino a circa trecento in più alla fine della gravidanza).

     Nel caso in cui la dieta della donna incinta sia di tipo dimagrante, oltre a bilanciare le calorie occorre comunque integrare tutti i micronutrienti e la corretta percentuale di macronutrienti necessari allo sviluppo del feto.

sabato 29 agosto 2020

Infertilità di coppia: quali esami fare?

/benessere/sesso-e-sessualita/infertilita-di-coppia-quali-esami-fare/infertilita-di-coppia-quali-esami-fare.jpgPer infertiità di coppia si intende il mancato concepimento dopo 12 mesi di rapporti sessuali mirati e non protetti e dopo 6 mesi in casi di età della donna superiore ai 38 anni. È un problema sempre più crescente, anche alla luce della realtà di fatto che le donne tendono sempre più a posticipare l’età della loro gravidanza. È importante infatti ricordare che oltre i 35 anni il potenziale riproduttivo femminile tende a diminuire in maniera significativa. C’è, tuttavia, anche un ulteriore fattore su cui riflettere e cioè l’aumento dei casi di infertilità maschile che oggi si attesta intorno al 40%.

Il ricorso immediato alla PMA
Quello dell’infertilità di coppia è un problema legato anche agli stili e alle abitudini di vita, circostanza che incide sugli equilibri riproduttivi della coppia. Molto spesso d’altro canto, si assiste al ricorso in maniera sbrigativa e semplicistica a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) ma è importante sottolineare e sapere che una buona percentuale dei casi di infertilità potrebbe essere risolta con opportuni interventi terapeutici medici o chirurgici senza il ricorso immediato alla PMA.

D’altra parte non va dimenticato che la legislazione in materia prevede nell’approccio alla coppia infertile percorsi di gradualità diagnostica e terapeutica.

Infertilità di coppia: le fasi dell'iter diagnostico
L’iter diagnostico della coppia infertile deve prevedere indagini snelle e mirate da racchiudere in poco tempo sia per ridurre l’ansia che spesso attanaglia la coppia sia perché il fattore tempo gioca un ruolo negativo sulle probabilità di successo. Al di là di una mirata anamnesi riproduttiva e generale della coppia, si inizierà con l’indagare il partner maschile che dovrà eseguire un esame del liquido seminale secondo criteri standard e solo successivamente si passerà ad indagare la donna prevedendo preliminarmente l’esame obiettivo ginecologico e l’esecuzione di una ecografia pelvica; si procederà quindi allo studio della pervietà tubarica e della cavità uterina con indagini strumentali a basso grado di invasività quali la sonoisterosalpingografia e la isteroscopia e al monitoraggio ecografico della ovulazione, necessario solo in donne con ritmo mestruale anomalo, atteso che cicli mestruali regolari (26-32 gg.) depongono nel 95% dei casi per ovulazione presente.

Fonte https://www.paginemediche.it/benessere/sesso-e-sessualita/infertilita-di-coppia-quali-esami-fare

Caffeina: in gravidanza meglio evitarla?

      Nello scatolone delle cose proibite, le donne incinte dovrebbero aggiungere ora anche la moka e il caffè. A consigliarlo oggi sono i ricercatori dell’università di Reykjavik, in Islanda, secondo cui il consumo di caffeina, probabilmente una delle sostanze psicoattive più consumate al mondo, è associato a esiti negativi della gravidanza. Dallo studio, appena pubblicato sulla pagine della rivista Bmj Evidence based Medicine, non esisterebbe una soglia sicura di consumo di questa sostanza per le donne incinte, contrariamente a quando creduto finora. Ma non tutti sono d’accordo.

Le raccomandazioni sulla caffeina
      Secondo le raccomandazioni dell’Nhs britannico, dell’American College of Obstetricians and Gynecologists, delle Dietary Guidelines for Americans e dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (l’Efsa) il limite di sicurezza per il consumo di caffeina durante una gravidanza è fissato a 200 mg, pari a circa due tazze di caffè al giorno. Nel nuovo studio, tuttavia, i ricercatori hanno passato in rassegna circa 50 ricerche precedenti riguardanti il legame tra la caffeina e gli esiti della gravidanza, scoprendo che questa sostanza è associata a un aumento significativo del rischio di eventi avversi, come aborto spontaneo, natimortalità, basso peso alla nascita, leucemia infantile, sovrappeso e obesità infantile.

caffeinaMeglio eliminarla oppure no?
      Questo studio, precisiamo, è osservazionale e non dimostra, quindi, alcuna relazione di causa-effetto tra il consumo di caffeina e gli esiti negativi di una gravidanza. Secondo i ricercatori, tuttavia, evitare del tutto bevande come caffè e tè sarebbe la raccomandazione migliore per le future madri. “Esiste una sostanziale evidenza cumulativa di un’associazione tra consumo materno di caffeina e diversi esiti negativi della gravidanza, in particolare l’aborto spontaneo, natimortalità, basso peso alla nascita, leucemia acuta infantile e sovrappeso e obesità infantili, ma non il parto pretermine”, spiega Jack James, autore dello studio. “Di conseguenza”, precisa l’esperto, “le attuali raccomandazioni sanitarie riguardanti il ​​consumo di caffeina durante la gravidanza necessitano di una revisione radicale”.

Opinioni contrastanti
      Ma non tutti sono d’accordo. Molti esperti, infatti, consigliano di limitare, e non eliminare del tutto, il consumo di caffeina durante una gravidanza. Per esempio, secondo Christopher Zahn, vicepresidente dell’American College of Obstetricians and Gynecologists “non è necessario un cambiamento immediato all’attuale raccomandazione basato su questa ricerca”, riferisce l’esperto alla Cnn. “Il consumo moderato di caffeina, meno di 200 mg al giorno, non sembra essere un fattore importante che contribuisce all’aborto spontaneo o al parto pretermine”.

Della stessa opinione è anche Daghni Rajasingam, portavoce del Royal College of Obstetricians and       Gynecologists, secondo cui “il consiglio di limitare l’assunzione di caffeina a 200 milligramm al giorno è ancora valido. Questo studio non sostituisce tutte le altre prove disponibili che dimostrano che un consumo limitato di caffeina è sicuro per la maggior parte delle donne incinte”. Altri esperti, inoltre, ritengono che i risultati del nuovo studio siano allarmisti. “Ci sono così tante cose che bisogna evitare durante una gravidanza che l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è generare ansia inutile”, spiega alla Bbc Luke Grzeskowiak, ricercatore all’Università di Adelaide, in Australia. “Le donne dovrebbero essere rassicurate sul fatto che la caffeina può essere consumata con moderazione durante la gravidanza”.

Fonte https://www.galileonet.it/caffeina-gravidanza-evitarla/

Calo delle nascite, il medico: aumento dell’infertilità maschile, i rimedi

     l’Istat ha diffuso i risultati della sua ultima indagine demografica: in Italia il nuovo minimo storico dal periodo dell’unità, con un calo delle nascite del -4,5% rispetto al 2018. Abbiamo chiesto quali sono le ragioni di questa diminuzione della nostra popolazione al professor Ermanno Greco, andrologo della Reproductive Medicine casa di cura Villa Mafalda a Roma.

     “Il calo delle nascite nel nostro paese è dovuto a diversi fattori. Primo la diminuzione della fertilità di coppia e soprattutto quella maschile. Infatti mentre le donne si sottopongono periodicamente a controlli e visite, gli uomini no. Quindi poi ci si trova di fronte a situazioni improvvise di infertilità maschile senza aver preso misure preventive. I fattori che causano l’infertilità maschile sono lo smog, il fumo, l’alimentazione, uno stile di vita eccessivamente sedentario, ma anche l’aumento della temperatura globale, che sta mutando la capacità di conservazione delle cellule maschili riproduttive. Esse sono molto sensibili e ne risentono anche se protette dal sacco scrotale. Secondo recenti studi la spermatogenesi è condizionata anche da cellulari e non è affatto una buona abitudine tenere il telefono in tasca e vicino ai testicoli.
Calo delle nascite
Consiglio quindi agli uomini effettuare uno spermiogramma periodicamente.

     Il problema per la fertilità femminile invece, è che viene posticipata sempre di più l’età in cui una donna decide di avere una gravidanza. Da questo consegue una riduzione delle percentuali di successo, dovute alla riduzione degli ovociti. Con l’avanzare dell’età aumentano le anomalie genetiche degli ovociti, che quindi non vengono fecondati dagli spermatozoi maschili. A 25 anni questi ovociti anomali sono il 25-30% massimo, mentre sopra i 36-37 anni sono molto di più. La natura non permette di fecondare ovociti anomali.

Calo delle nascite, fattori sociali ed economici
     Quindi cosa può fare la donna? Può congelare gli ovociti ed effettuare la fecondazione artificiale. Gli embrioni vengono congelati entro i 35 anni, poi fecondati artificialmente con il seme del marito o partner e poi reinseriti nell’utero della madre.

     L’esame che consiglio alla donna è la riserva ovarica per verificare quanti ovociti possiede. Meno ne possiede, meno può temporeggiare per la gravidanza.

     Vi sono poi fattori storico-culturali ed economici che determinano il calo delle nascite. Ragioni di realizzazione personale nella carriera o mancanza di sostegno alla famiglia da parte dello stato. Il segreto è dunque quello di congelare gli ovociti”

Fonte https://www.romait.it/calo-delle-nascite-il-medico-aumento-dellinfertilita-maschile-i-rimedi.html

Negli spermatozoi i campanelli d'allarme delle malattie, ma 8 uomini su 10 non si fanno visitare

      Negli spermatozoi ci sono i campanelli d'allarme delle malattie, ma 8 uomini su 10 non si fanno visitare dal medico. In Italia ci sono 25 milioni di uomini sopra i 15 anni, ma per pigrizia, vergogna, pudore fanno ancora della salute 'al maschile' un grande tabù e otto italiani su 10 non si sono mai sottoposti a una visita dall'urologo.

      Eppure proprio gli spermatozoi rappresentano un importante marker della qualità di vita e sono una un campanello d'allarme per varie malattie: per questo, nella Giornata Internazionale del Maschio celebrata oggi dall'Unesco, in occasione del convegno AndroDay, Fondazione PRO lancia «Semi di salute», la prima campagna nazionale di prevenzione per l'uomo. «Partirà a gennaio 2020 e sarà un'importante operazione di sensibilizzazione sul benessere al maschile - annuncia Vincenzo Mirone, presidente di Fondazione PRO, Ordinario di Urologia e direttore della Scuola di Specializzazione in Urologia alla Università di Napoli Federico II -. Il seme maschile è un possibile marker dello stile di vita. Useremo lo spermiogramma, insieme a visite gratuite ed altri esami di screening, per valutare lo stato di salute dell'adolescente, del ragazzo, dell'uomo e dell'anziano. Il progetto vedrà 220 eventi fino a giugno e sarà attivo in ogni regione italiana. Testimonial d'eccezione sarà Carlo Verdone. Centreremo l'attenzione sui comportamenti scorretti - sedentarietà, alimentazione, fumo e alcool sono infatti i nemici di sessualità e fertilità maschile - forniremo precise indicazioni su come correggerli e suggeriremo controlli periodici. Dobbiamo intervenire sulla 'maleducazione' del maschio e creare la consapevolezza che ogni fascia d'età ha la sua prevenzione».

      Al convegno è anche intervenuto Ettore Prandini, presidente di Coldiretti che collabora al progetto: «La tutela della salute passa anche dalla capacità di ricostruire il legame tra i prodotti dell'agricoltura e il cibo che portiamo in tavola. È per questo - ha sottolineato - che siamo impegnati nel progetto Educazione alla Campagna Amica, nelle scuole e non solo, con l'obiettivo di formare consumatori consapevoli. In tale ottica siamo lieti che Fondazione PRO avvii una larga operazione culturale di educazione degli uomini italiani che parta dalla qualità del cibo, ma anche dell'ambiente in cui viviamo».

Fonte https://www.ilmessaggero.it/salute/prevenzione/spermatozoi_malattie_visite_oggi_ultime_notizie-4872996.html

Perché dimagrire in gravidanza è fondamentale?

dimagrire in gravidanza i rischi connessi      Siamo sinceri, la gravidanza non è il momento ideale per intraprendere una dieta dimagrante, in quanto il fisico è sottoposto a livelli di stress non indifferenti. E' per questo motivo che potrà essere solo il medico a decidere se sia o meno il caso di mettere a dieta la futura mamma, solo dopo aver valutato le condizioni generali di salute della donna, trovando il giusto equilibrio tra rischi e benefici.

     La decisione di dimagrire non deve mai essere una scelta autonoma della donna, ma andrà attentamente concordata con il medico e il ginecologo. Inoltre, sarà necessario tenere sotto controllo i chili persi e quelli presi perché il feto sta crescendo: tra questi due dati ci dovrà essere sempre un equilibrio. Mai intraprendere una dieta trovata sul web o creata "fai da te", decidendo di escludere di punto in bianco i carboidrati o i formaggi: tutto ciò non farà che peggiorare la situazione.

venerdì 28 agosto 2020

Caffeina in gravidanza

caffe-e-gravidanza      L'autore della ricerca, il professor Jack James, dell'Università di Reykjavik, ha identificato 1.261 articoli in lingua inglese che collegano la caffeina e le bevande contenenti caffeina agli esiti della gravidanza.

      Sono stati condotti 48 studi osservazionali e meta-analisi pubblicati negli ultimi due decenni, che riportano i risultati per uno o più dei sei principali esiti negativi della gravidanza: aborto spontaneo, natimortalità, basso peso alla nascita e/o piccolo per l'età gestazionale, nascita pretermine, leucemia acuta infantile e sovrappeso e obesità infantili.

      I risultati: 32 studi osservazionali su 37 hanno scoperto che la caffeina aumenta significativamente il rischio di esiti avversi della gravidanza.

      Infatti, 14 meta-analisi indicano un rischio di danno associato a un consumo materno di caffeina, un rischio più alto di aborto spontaneo,  rischi maggiori di mortalità alla nascita, di basso peso alla nascita e rischio di leucemia infantile, mentre le tre rimanenti meta-analisi non hanno trovato un'associazione tra consumo materno di caffeina e parto pretermine.
Nessuna meta-analisi ha esaminato l'associazione tra consumo materno di caffeina e sovrappeso e obesità nell'infanzia, ma 4 dei 5 studi osservazionali hanno riportato associazioni significative.

Fonte https://www.nostrofiglio.it/gravidanza/salute-e-benessere/caffeina-meglio-evitarla-in-gravidanza

Dimagrire in gravidanza: i rischi connessi ai chili in eccesso

I chili in più rispetto alla condizione di normopeso, espongono la donna a diversi rischi. Quali sono i più comuni?
dimagrire in gravidanza si può

  • La necessità di ricorrere al parto cesareo a causa del grasso addominale che renderebbe difficoltoso il parto per via naturale.
  • Complicanze durante la gravidanza legate all’ipertensione arteriosa o al diabete (diabete gestazionale, tutto dipende dall'indice di massa corporea iniziale della madre).
  • Sofferenza fetale (specie in casi di sovrappeso marcato e obesità).
  • Aumento della probabilità di soffrire d’incontinenza urinaria e complicanze successive al parto come, per esempio, le tromboembolie.
Bastano pochi chili in eccesso per peggiorare la qualità della vita della donna, con piccoli disturbi come il mal di schiena, le vene varicose e in generale una certa difficoltà nelle attività quotidiane fino ad arrivare ai disturbi del sonno

Negazione di gravidanza: quali sono le conseguenze per mamma e bambino?

     Le conseguenze psicologiche della negazione di gravidanza per le madri sono molto pesanti. La maggior parte di loro si chiede come ha potuto non accorgersi di nulla per tutti quei mesi.
     In caso di negazione totale, la donna si rende conto della sua situazione proprio al momento del parto. Spesso si pensa ad un aborto spontaneo o a un bambino nato morto.
     La prima reazione è essere prese dal panico e sentirsi completamente confuse. Alcune donne non hanno la prontezza di spirito per fornire cure tempestive al neonato. La morte del bambino può avvenire accidentalmente, per mancanza di cure oppure in seguito a trauma cranico.

Quali sono i fattori che possono portare alla negazione della gravidanza?
     La negazione della gravidanza può riguardare tutte le donne, giovani e meno giovani, provenienti da qualsiasi tipo di ambiente sociale.

come si fa a npn accorgersi di essere incintaDiversi fattori possono portare alla negazione della gravidanza:

-Sterilità convinta (la donna pensa di essere sterile e immagina che non rimarrà mai incinta).
-Gravidanze molto ravvicinate
-Il contesto familiare, soprattutto per le ragazze adolescenti
-Il figlio di una relazione extraconiugale
-Un bambino non voluto
-Il desiderio di una gravidanza senza medicine
-Una gravidanza risultante da una violenza sessuale
   
     In tutti questi casi, è il cervello della donna che è all'origine della negazione e l'inconscio ha poi il potere di controllare il corpo.

Camera gestazionale vuota e aborto spontaneo

Gravidanza Anembrionica - Forum Instituto Bernabeu      Nel corso della prima ecografia, può anche risultare che la camera gestazionale sia "vuota", e cioè che non vi sia presente l'embrione al suo interno. Se l'embrione manca (nonostante la camera gestazionale produca liquido amniotico e abbia la giusta grandezza in rapporto alla settimana di gravidanza in corso) significa che la gravidanza non può proseguire perché è avvenuto un aborto spontaneo.

      L'aborto spontaneo può avvenire per via di un'anomalia cromosomica che non ha permesso alle cellule di trasformarsi in un embrione all'interno della camera gestazionale. Si tratta di una specie di selezione naturale: l'anomalia cromosomica interrompe subito da sé la gravidanza nel primo trimestre.

      La camera gestazionale vuota non può essere rilevata prima della sesta settimana, perché fino ad allora l'embrione potrebbe semplicemente non essere ancora visibile. Per avere la certezza che sia avvenuto un aborto spontaneo bisognerà aspettare almeno la settima settimana di gravidanza. Se a quel punto l'embrione non sarà visibile nell'utero durante l'ecografia e mancherà il battito cardiaco, significherà che purtroppo è avvenuto l'aborto.

      Se l'embrione non si è formato e la gravidanza sarà costretta a interrompersi, non disperare: non ci saranno conseguenze o complicazioni e, quando ti sentirai di nuovo pronta, potrai tentare una nuova gravidanza. Solo nel caso in cui, in seguito alla scoperta della camera gestazionale vuota, tu ti sia sottoposta a una revisione uterina, sarà necessario aspettare il secondo ciclo mestruale prima di tentare un nuovo concepimento. Se invece la situazione si è risolta da sé, potresti rimanere di nuovo incinta già dal ciclo successivo all'avvenuto aborto spontaneo.