venerdì 20 maggio 2016

Acido folico e rischio autismo: niente allarmismo


acido_folico       L'allarme arriva da un'indagine presentata in questi giorni al meeting internazionale della ricerca sull'autismo di Baltimora, negli Usa, da un gruppo di studiosi della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health. All'indagine hanno partecipato quasi 1400 coppie mamma-bambino.

       I ricercatori hanno puntato l'attenzione su alcuni comportamenti materni - come l'assunzione di vitamine durante la gravidanza - sui livelli di folati e vitamina B12 misurati nel sangue delle mamme entro pochi giorno dal parto, e sullo sviluppo cognitivo dei figli a qualche anno di distanza. Incrociando i vari dati sono emersi due fatti interessanti: primo, che l'assunzione di multivitaminici (sicuramente comprendenti acido folico) da tre a cinque volte la settimana durante la gravidanza sembra ridurre il rischio che il bambino vada incontro ad autismo. Secondo, che disturbi dello spettro autistico erano significativamente più frequenti in bambini le cui mamme avevano nel sangue troppi folati e vitamina B12. Per eccessi riguardanti entrambi le sostanze, il rischio di autismo è risultato addirittura 17 volte più alto del normale. Troppi folati e troppa B12 da soli, invece, portavano a un aumento del rischio rispettivamente di 2 e 3 volte.

        La notizia ha già fatto il giro del mondo ed è arrivata anche in Italia, sollevando inevitabili preoccupazioni tra le donne in dolce attesa che hanno assunto acido folico, e dubbi tra quelle che lo stanno prendendo perché hanno in programma una gravidanza. Ma c'è davvero da preoccuparsi? "Niente affatto: le donne italiane non hanno niente da temere"spiega Stefania Ruggeri, nutrizionista del CREA, Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, e collaboratrice del Centro internazionale difetti congeniti e prematurità di Roma.

       Tanto per cominciare, vale una considerazione generale su questo tipo di studi: un conto è osservare un'associazione tra due eventi, come è stato fatto in questo caso, un altro conto è descrivere un rapporto causa-effetto. In altre parole, lo studio non dice che livelli elevati di acido folico e vitamina B12 sicuramente causano autismo, ma evidenzia un rapporto tra questi due fatti che semplicemente vale la pena di analizzare meglio, con ulteriori studi. In secondo luogo, l'associazione riguarda livelli veramente molto elevati di folati e vitamina B12: circa quattro volte più di quanto raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanità. "È chiaro che, come in tutte le cose, il troppo non va bene" sottolinea la ginecologa Irene Cetin, direttore dell’Unità di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale Sacco di Milano ed esperta di micronutrienti in gravidanza e nel periodo periconcezionale.

       Infine, va sottolineato che l'indagine riguarda la popolazione di un paese ben preciso, gli Stati Uniti, in cui è molto probabile l'esposizione ad alti livelli di acido folico e vitamine, perché molti alimenti sono fortificati con queste sostanze, che vengono quindi aggiunte in forma sintetica ai cibi, e perché è piuttosto diffusa l'abitudine al consumo di integratori vitaminici.

       Folati e acido folico sono contenuti in diversi alimenti - in particolare cereali integrali, verdure a foglia verde, carciofi, agrumi - e possono essere assunti tranquillamente con la dieta. "Una vera dieta mediterranea dovrebbe garantire l'apporto giusto di folati, che è considerato pari a 400 microgrammi al giorno per uomini e donne adulti" afferma Ruggeri. "Anzi, per i folati naturali non c'è un limite superiore di assunzione: se ne potrebbero assumere a volontà, ma è abbastanza difficile farlo, perché la dieta non è sempre equilibrata e rigorosa come dovrebbe essere". Così, alcuni paesi hanno pensato di aggiungere l'acido folico a certi alimenti, per garantire un apporto minimo a tutti.

       Negli Stati Uniti, per esempio, dal 1998 è obbligatoria la fortificazione con acido folico delle farine di frumento: tutti gli alimenti che le contengono - il pane, la pasta, la pizza, le merendine, i biscotti - contengono anche  un piccolo extra di acido folico. "Non solo: anche altri prodotti, in particolare cereali da colazione e succhi di frutta, hanno aggiunte, spesso significative, di acido folico e vitamine".

       Le donne italiane, invece, non hanno a disposizione questi prodotti. "Da noi  sono pochissimi gli alimenti fortificati, e contengono quantità minime di acido folico" spiega Ruggeri. In effetti, da noi si registra una lieve carenza di questa sostanza: "Le nostre indagini dicono che ci assestiamo su circa 340 microgrammi di folati al giorno, un po' meno di quanto raccomandato". Per questo, anche da noi negli anni scorsi si era valutata l'ipotesi della fortificazione, poi abbandonata, proprio perché non è chiaro quali possano essere le conseguenze a lungo termine di un'assunzione troppo alta di acido folico sintetico.

       In gravidanza, il fabbisogno cresce e bisognerebbe prendere 400 microgrammi in più al giorno di acido folico. "Certo, anche questi si potrebbero ottenere con la dieta, ma è ancora più difficile" sostiene la nutrizionista. "Per questo, in genere si consiglia a tutte le donne che programmano una gravidanza di prendere un integratore di acido folico. Nel dosaggio, appunto, di 400 microgrammi al giorno. Non tutte fanno: solo una su quattro".

       Per Ruggeri, se si seguono questi consigli - dieta equilibrata e assunzione di un supplemento di 400 microgrammi al giorno di acido folico in vista di una gravidanza - il rischio di sovradosaggio non c'è. Ma si portano a casa tutti i benefici di questa sostanza in termini di riduzione del rischio di spina bifida, labbro leporino, cardiopatie fetali e parto pretermine.

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