lunedì 20 giugno 2016

Taglio cesareo, luoghi comuni e realtà

        "In Italia c'è un'alta percentuale di tagli cesarei, ma gli esiti neonatali sono i migliori d'Europa..."
       Il valore medio nazionale di taglio cesareo nel 2008 è stato pari a 38,4%, molto superiore agli standard europei  (media Europea: 24%). C'è una marcata variabilità geografica: dal 23% in Trentino Alto Adige e in Friuli Venezia Giulia al  53% in Sicilia e 62% in Campania.
       L'eccesso di TC non è associato a miglioramenti significativi degli esiti perinatali: nelle regioni del Sud, dove maggiore è il ricorso al TC, la mortalità perinatale è più alta.
       La  mortalità perinatale nazionale è del 5.3 per mille. In Trentino Alto Adige del 5.4 per mille, in Friuli Venezia Giulia del 4.3 per mille. In Campania del 6 per mille, in Sicilia del 7.1 per mille.
       La mortalità neonatale nazionale è del 1.7 per mille. Al Nord del 1.24 per mille, al Sud del 2 per mille.
       "In Italia c'è un'alta percentuale di tagli cesarei, ma gli esiti materni sono i migliori d'Europa..."
        In un articolo pubblicato su Lancet nel 2010 la mortalità materna italiana è stata considerata la mortalità più bassa del mondo (3 per centomila nati). E' stata ipotizzata un'associazione tra basso tasso di mortalità materna e alto ricorso al taglio cesareo.
       Uno studio, pubblicato nel 2011, condotto dall'Istituto Superiore di Sanità su 8 regioni campione,  ha dimostrato invece che in realtà la mortalità materna nel nostro Paese è 11.8 per centomila nati, dato nella media dei Paesi Europei della UE.
       La sottostima di Lancet dipende dal fatto che i certificati di morte da soli (fonte ISTAT) non sono in grado di rilevare il fenomeno in modo appropriato, ma che per fare una stima attendibile devono essere valutate anche le schede di dimissione ospedaliere (SDO).
       "Il taglio cesareo elettivo è più sicuro del parto naturale..."
taglio cesareo       La mortalità materna nelle donne sottoposte a taglio cesareo elettivo è circa 4 volte superiore rispetto a quella delle donne che partoriscono per via vaginale. Le cause principali di morte associata a taglio cesareo sono: emorragia, sepsi, embolia polmonare, problemi anestesiologici.
       La morbosità materna dopo taglio cesareo elettivo è globalmente circa 8 volte superiore rispetto alle donne che partoriscono per via vaginale. Le cause principali sono endometrite, anemia severa da perdita ematica post-partum, infezioni delle vie urinarie, tromboembolia.
       La morbosità respiratoria neonatale (RDS) dopo un taglio cesareo elettivo è 4 volte superiore rispetto al parto vaginale se il cesareo viene effettuato a 37 settimane, 3 volte a 38, 2 volte a 39 settimane.
       "L'aumento di morte materna per taglio cesareo è un problema dei Paesi in via di sviluppo..."
       I dati sopra riferiti sull'aumento di mortalità materna dopo taglio cesareo elettivo si riferiscono ai Paesi sviluppati. La mortalità materna nei Paesi in via di sviluppo è nettamente superiore rispetto a quella nei Paesi sviluppati in particolare per l'alta incidenza di HIV, malaria, malnutrizione (400 per centomila nati vivi, versus il 10-20 per centomila nei Paesi sviluppati) e l'effetto del taglio cesareo non è studiato. Le cause ostetriche principali riportate di morte materna sono l'emorragia, le infezioni, la pre-eclampsia, pratiche insicure di aborto, complicanze del travaglio.
       "Conviene fare un taglio cesareo perché protegge da problemi del pavimento pelvico..."
       Dopo un taglio cesareo i problemi di incontinenza urinaria sono inferiori rispetto a un parto vaginale, ma non sono del tutto assenti. Sembra quindi che la gravidanza stessa costituisca un fattore di rischio di incontinenza.
       Dopo taglio cesareo la donna patisce incontinenza urinaria nel 4.5% dei casi versus il 7.3% delle donne dopo parto vaginale, la comparsa di incontinenza urinaria in gravidanza raddoppia la probabilità di incontinenza urinaria a tre mesi dal parto indipendentemente dalla modalità del parto, la differenza di prevalenza di prolasso utero-vaginale in base alle due modalità di parto non è attualmente quantizzata in modo attendibile.
a cura di Anita Regalia (ottobre 2011)

Nessun commento:

Posta un commento