mercoledì 29 giugno 2016

Caso Antinori, una modella tra le 23 donatrici

Caso Antinori        La donazione di ovuli che avrebbe effettuato la modella milanese nella clinica in cui operava Severino Antinori, non sarebbe stata una vera e propria donazione: sebbene il ministro Lorenzin avesse più volte sottolineato l’importanza di evitare il commercio di ovuli attraverso un rimborso spese, nella clinica Matris si operava in tutt’altra maniera.
Infatti, secondo le indagini, ben 23 donne avrebbero donato i loro ovuli alla clinica in cui operava il ginecologo, dietro un lauto rimborso spese. La modella, però, ha negato di aver fatto la donazione ma anche la stessa terapia di preparazione, quel ‘bombardamento ormonale’ necessario per rendere utile il trattamento perché spaventata dalle richieste di approfondimento effettuate alla clinica: “Ho domandato se potevo interrompere la cura nel caso in cui avessi iniziato a star male. Hanno risposto che non se ne parlava neanche, se il contratto partiva dovevo arrivare fino in fondo. Allora ho rinunciato.”, queste le parole della modella che, così, ha deciso di non andare fino in fondo.
        Inizialmente, alla modella erano stati offerti 1500 euro di rimborso spese per la donazione dei suoi ovuli, ma successivamente questi soldi erano aumentati fino a 2mila euro. In ogni caso, però, all’ultimo momento la donazione non è più avvenuta, perché la modella ha deciso di rinunciare ad un facile guadagno a costo della sua incolumità e del rispetto degli altri.

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