Ma veniamo al dunque che interesserà tante aspiranti madri. La proteina in questione si chiama sHLA-G, diversa rispetto alla nota Beta-hCG nel determinare una gravidanza. È stata riscontrata una correlazione tra livelli elevati della sHLA-G e il successo del trattamento che aiuta la donna a procreare. “È il primo lavoro che viene effettuato su questa proteina in questo ambito – spiega Giuditta Filippini, direttrice del laboratorio di ProCreaLab; – si possono aprire nuovi scenari di ricerca, arrivando a individuare la gravidanza prima. Analizzando il gene nei due partner, si potrebbe delineare un quadro clinico più preciso della coppia e intraprendere una migliore terapia”.
Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno monitorato i livelli della proteina sHLA-G in 18 donne con problemi di fertilità. È emerso che questi sono risultati molto alti nelle sei rimaste alla fine incinte.
Un aiuto alla fertilità naturale
Quello della procreazione assistita è uno degli argomenti più delicati da affrontare soprattutto quando i partner, spinti dalla naturale voglia di completarsi con un figlio, tentano e ritentano sperando nell’arrivo della cicogna senza successo. Le probabilità che la procedura di procreazione vada a buon fine variano in base a molteplici variabili: dall’età alla specifica patologia e situazione degli aspiranti futuri genitori. Con questa scoperta alcune coppie avranno una chance in più.
Fonte http://www.bimbisaniebelli.it/concepimento/fecondazione-assistita/fecondazione-assistita-una-proteina-indica-il-successo-della-terapia-13540
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