E’ successo a Torino: l’embrione è arrivato per posta dalla Spagna, per supplire a un problema di fertilità di coppia. Il seme del marito era partito dall’Italia per fecondare un ovocita donato oltre confine, a quel punto l’embrione è stato rispedito indietro per essere impiantato nel grembo della consorte. Perché questo è avvenuto?
La fecondazione eterologa nel nostro Paese è oggi possibile per legge, tuttavia rimane problematico il reperimento di sperma e oociti, il cui commercio è vietato. In Italia si può ricorrere infatti a una donazione (gesto inconsueto per il nostro Paese, dove ancora non sono state fatte campagne di sensibilizzazione), che deve però essere volontaria, altruistica e non retribuita da parte di soggetti tra i 18 e i 40 anni.
Nella scarsità dunque di gameti maschili e femminili (ovociti e sperma), le coppie italiane ricorrono ancora una volta ai Paesi esteri. Questa volta non si espatria, ma lo scambio avviene per posta mediante crioconservazione. Il tutto è nettamente più economico e semplice, tuttavia i numeri parlano ancora una volta di un gap da colmare per andare incontro alle coppie italiane con problemi di fertilità.
Le provette che hanno viaggiato, stando al registro sulla procreazione medicalmente assistita dell’Istituto Superiore di Sanità, sono 855: 315 con ovociti, 441 con liquido seminale e 99 con embrioni.
Fonte http://www.dolceattesa.rcs.it/2015/07/fecondazione-eterologa-lembrione-viaggia-per-posta/
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