martedì 29 settembre 2015

Aborti spontanei ripetuti

Quali sono le cause dell'aborto spontaneo?

        L'aborto spontaneo è purtroppo un evento abbastanza frequente in gravidanza: il 15-20% delle gravidanze si interrompe spontaneamente nelle prime settimane (tecnicamente, gli esperti parlano di aborto spontaneo fino alle 24 settimane).

La frequenza di questo evento tende ad aumentare con l'età materna: un andamento che riflette l'invecchiamento degli ovuli, e la loro progressiva difficoltà a mantenere un corredo cromosomico corretto.

       Il punto è che ogni cellula umana - tranne i gameti (cellule uovo e spermatozoi) - possiede 46 cromosomi. I gameti, invece, ne possiedono solo 23 (così unendosi daranno il corredo cromosomico completo) e questo è possibile grazie a meccanismi di divisione cellulare molto precisi. Se qualcosa va storto durante queste divisioni - cosa che diventa sempre più probabile con l'avanzare dell'età - i gameti avranno un numero alterato di cromosomi e daranno un embrione con un numero alterato di cromosomi, in genere non vitale.

       Questo tipo di anomalie cromosomiche rende conto del 50-70% degli aborti spontanei sporadici. A volte, però, gli aborti tendono a ripetersi e sono detti in questo caso ripetuti (se sono due consecutivi) o ricorrenti (se sono tre o più). In generale, si parla di poliabortività.

       In questo caso, è opportuno eseguire alcuni accertamenti che permettono di indagare eventuali cause di questa condizione.

       Possibili cause della poliabortività e indagini per individuarle

Anomalie cromosomiche della donna o del partner
       Si accertano con un esame chiamato cariotipo (o mappa cromosomica), effettuato a partire da un prelievo di sangue.

Malformazioni o problemi dell'utero
       La cavità uterina della donna si forma alla fine del primo trimestre della vita fetale con l'appaiamento di due corpi a forma di corna. In una donna su 300 la fusione è incompleta (utero bicorne) oppure l'utero è sbilanciato o, ancora, presenta un setto che lo divide in due: in questi casi c'è un maggiore rischio abortivo.

       La diagnosi si fa con una isteroscopia, un esame che prevede l'introduzione di un sottilissimo strumento ottico attraverso la vagina per osservare la cavità uterina. L'esame può essere completato da una biopsia, cioè il prelievo di una quantità di tessuto delle pareti uterine grande come un chicco di riso per escludere la presenza di un'infezione capace di disturbare l'impianto e la prosecuzione della gravidanza nelle prime fasi.

       La necessità di un eventuale intervento chirurgico (metroplastica, a volte possibile anche attraverso un'isteroscopia) per correggere la situazione può essere stabilita solo caso per caso.

       Altre condizioni uterine che possono ostacolare la gravidanza e aumentare il rischio di aborto sono l'endometriosi, la presenza di miomi o di sinechie uterine (aderenze che possono derivare da infezioni o interventi chirurgici).

Disturbi del sistema immunitario
       La donna con un sistema immunitario eccessivamente aggressivo è a rischio di aborto perché esso, durante la gravidanza, può “attaccare” la placenta e l'embrione. Accade per esempio nel caso di malattie autoimmuni, come il lupus eritematoso sistemico.

       Per sapere se c'è una predisposizione autoimmune occorre un prelievo di sangue che rivela se la donna ha particolari anticorpi. Individuato il problema specifico, la terapia è farmacologica e prevede, in genere, il ricorso ad aspirina e a eparina, entrambe a basso dosaggio.

Trombofilie
       Sono alterazioni della coagulazione del sangue e possono essere congenite (mutazioni del fattore V di Leiden e della protrombina II, deficit di antitrombina II e di proteina C ed S, elevati livelli plasmatici di Fattore VIII, iperomocisteinemia) o acquisite, come la sindrome da anticorpi antifosfolipidi.

       Anche queste condizioni sono individuate tramite esami del sangue e, di nuovo, il trattamento d'elezione è rappresentato dalla somministrazione di aspirina e di eparina a basso dosaggio.

Malattie endocrine
       Sono malattie che coinvolgono gli organi deputati alla produzione di ormoni e comprendono per esempio l'ipotiroidismo, il diabete, la sindrome dell'ovaio policistico, l'insufficienza del corpo luteo. Si individuano a partire da esami del sangue. In particolare ipotiroidismo e diabete, se ben curati, non danno più problemi rispetto al rischio di aborto.

Infezioni del tratto genitale femminile o maschile
       Se la coppia ha disturbi durante i rapporti sessuali, oppure dopo pochi giorni la donna viene afflitta da una cistite o da perdite bianche o maleodoranti o, ancora, l'uomo dopo i rapporti ha irritazioni o bruciore che scompaiono nei giorni successivi, vale la pena di controllare mediante tamponi specifici se sono affetti da un'infezione da clamidia, micoplasma o uroplasma. Anche un esame del liquido seminale o del liquido prostatico, o un'ecografia prostatica possono mostrare un'infezione nell'uomo.

       In questi casi, è necessaria una terapia antibiotica per evitare che i batteri possano interferire con l'avvio della gravidanza.

 Fonte http://www.nostrofiglio.it/concepimento/infertilita/aborti-spontanei-ripetuti

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