Condotto dall’Università di Melbourne, Australia, a partire dal 2012, lo studio volto a comprendere lo stato di benessere, salute e felicità dei figli delle coppie omosessuali, ha coinvolto in due anni 315 genitori (di cui l’80% donne, il 18% uomini e il 2% di altra natura) e 500 bambini con un’età compresa tra gli 0 e i 17 anni.
Si tratta, in assoluto, del più grande studio mai realizzato sull’argomento nonostante le numerose perplessità suscitate non solo per i risultati ottenuti, ma anche per il metodo di ricerca utilizzato.
I dati, infatti, riguardano semplicemente la popolazione australiana (quindi, il medesimo studio in Paesi diversi potrebbe dare risultati completamente differenti) inserita in un preciso contesto socio-economico. Oltretutto, i risultati ottenuti non sono stati messi a confronto direttamente con i risultati relativi a studi analoghi riferiti a figli di coppie eterosessuali, ma semplicemente con i dati della popolazione australiana in generale.
Tra i parametri presi in considerazione autostima, emotività, tempo trascorso con i genitori, stato di salute (inteso, tra le altre cose, anche come capacità di accettare e superare eventuali soprusi, discriminazioni, prese in giro… da parte di coetanei e società in generale) e coesione familiare. In altre parole, i principali indicatori attraverso i quali si stabilisce o meno il benessere, fisico e mentale, di un bambino.
Ciò che ne è emerso è sorprendente, anche se per certi versi prevedibili:
- I figli di coppie omosessuali non subiscono i condizionamenti che vivono i loro coetanei dovuto alla divisione dei ruoli all’interno delle famiglie, in base ai quali la madre rimane a casa per prendersi cura dei figli e il padre è colui che mantiene la famiglia (cosa vera, nella maggior parte dei casi, anche laddove la madre lavori e contribuisca in modo attivo al menage familiare). Questo fa sì che, alla fine, riescano a passare mediamente più tempo con l’uno o con l’altro genitore, entrambi mediamente soddisfatti delle scelte fatte e delle possibilità offerte dall’ambiente lavorativo.
- Anche laddove bambini figli di genitori dello stesso sesso siano vittime di discriminazioni, prese in giro, scherzi…, la loro capacità di affrontare il problema, discuterne in famiglia e superarlo è maggiore rispetto a quella messa in atto dai loro coetanei. Tutto questo, non solo rafforza l’unione familiare e l’autostima dei bimbi, ma fa sì che questi crescano con una maggiore apertura mentale e un maggiore rispetto per le diversità altrui.
Insomma, l’anomalia della situazione, anziché sfavorire la crescita sana ed equilibrata della prole, la garantisce, trasformando quelli che potrebbero apparire come punti deboli in punti di forza.
A CHE PUNTO SIAMO IN ITALIA?
A CHE PUNTO SIAMO IN ITALIA?
Di questi giorni è la polemica insorta tra Olivero Toscani e Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale in merito alla presunta appropriazione indebita da parte del partito di destra di una foto del fotografo, decontestualizzata e utilizzata al fine di promuovere una campagna contro la possibilità di ricorrere all’adozione da parte delle coppie omosessuali.
Per la cronaca: la foto in questione, che è costata a Fratelli d’Italia una denuncia per furto da parte di Toscani, da quanto emerso anche in una nota emessa dal partito stesso, sarebbe stata utilizzata a fini propagandistici da una realtà locale del partito senza, però, che il partito stesso ne fosse direttamente coinvolto in modo ufficiale.
A prescindere, comunque, dal singolo episodio, vero è che in materia il dibattito è aperto.Recente anche la notizia che il Tribunale dei Minori di Roma ha accolto la richiesta di adozione di una bimba che avrà, quindi, una mamma biologica e una mamma adottiva riconosciuta e, di conseguenza tutelata, dalla Legge. Le due donne, sposate all’estero, avevano intrapreso, sempre oltre confine, il percorso della Fecondazione Assistita riuscendo ad arrivare alla gravidanza. Una volta nata la bambina, avevano fatto ricorso al tribunale per ottenerne l’adozione da parte di quella che, per la Legge, a tutti gli effetti non era considerata madre. Le motivazioni addotte dal Tribunale per accogliere la richiesta sono, di fatto, condensate nel primario interesse della piccola a mantenere un rapporto affettivo stabile e duraturo con l’adulto con cui, di fatto, si era già instaurata una lunga e sana convivenza.
Fonte http://www.bambinopoli.it/neonato/figli-di-coppie-gay-bambini-sereni-e-felici/2463/
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