Riconoscere l’ovocita con le migliori capacità di portare a termine una gravidanza dopo la fecondazione è uno dei principali obiettivi della moderna medicina riproduttiva. Uno studio pubblicato su PNAS apre la strada allo sviluppo di test non invasivi mirati a identificare la cellula uovo con le migliori capacità di portare a termine una gravidanza dopo fecondazione.
Il team di ricercatori, guidato dal Prof. Marco Conti, direttore del Center for Reproductive Sciences dell’University of California, e dalla Dott. ssa Federica Franciosi dell’Università Statale di Milano, ha dimostrato come l’ovocita sia in grado di comunicare con l’ambiente circostante, modificandolo, grazie alla secrezione di molecole “segnale”.
Quando la cellula uovo è sana e adeguatamente sviluppata, queste molecole segnale si accumulano velocemente nel fluido follicolare circostante e possono essere identificate mediante test che non danneggiano la cellula uovo stessa o il futuro embrione.
Poter decifrare il codice di queste cellule aiuterà di conseguenza ad individuare quella più adatta a sostenere lo sviluppo dell’embrione, migliorando gli interventi di riproduzione assistita.
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