mercoledì 27 aprile 2016

Insulinoresistenza in gravidanza e diabete

         L’insulinoresistenza delle donne incinte aumenta, infatti, per assicurare al feto una sufficiente quantità di sostanze nutritive. Questa situazione, assolutamente naturale, può tuttavia crescere e perdurare nel tempo, raggiungendo valori ancora più elevati di glicemia. Dal quarto mese di gravidanza in poi, infatti, il feto richiede una quantità crescente di sostanze nutritive. Se i valori glicemici, a quel punto, sono tali da formulare una diagnosi di diabete mellito, si parla più correttamente di diabete gestazionale. Si tratta di una condizione patologica che può venire affrontata con una certa semplicità e con opportuni accorgimenti ma che, in condizioni particolari, può mettere a repentaglio la salute della madre e dello stesso feto. Una forte insulinoresistenza e la conseguente crescita della glicemia, che porta a formulare la diagnosi di diabete gestazionale, insorge nelle pazienti che mai hanno mostrato valori tali da indurre i medici a definirle diabetiche.   Non solo. Il diabete gestazionale, così come questa aumentata l’insulinoresistenza, rientra al termine della gravidanza. Non a caso, un organismo di primaria importanza quale “l’International diabetes and pregnancy study groups” suggerisce la massima prudenza nella formulazione della diagnosi. Occorrono almeno due esami del sangue e altrettante visite, per poter affermare che una donna in dolce attesa sia colpita da diabete gestazionale.   Qualche numero, prima di soffermarci sui trattamenti, può rendere ancora meglio l’idea. Oltre oceano, negli Usa, il 7% delle donne incinte va incontro al diabete gestazionale e, dopo il parto, tutto rientra nella norma. Un terzo delle future mamme, però, rischia di sviluppare il diabete mellito a distanza di 10 o, anche, 20 anni dalla gravidanza. gravidanza
         In certi casi, la percentuale raggiunge e supera il 60%, in base a diversi fattori, tra i quali quelli ereditari e quelli più in generale etnici.   Per questo motivo, è bene cercare di prevenire un’eccessiva insulinoresistenza e il diabete gestazionale. Smettere di fumare può diminuire, per esempio, il rischio di incorrere nel diabete gestazionale. È inoltre consigliato un costante esercizio fisico. Il diabete gestazionale è, d’altra parte, favorito da una dieta disordinata e da uno stile di vita frenetico, tipico dell’epoca attuale. L’assunzione di carboidrati in eccesso (pane, pasta) e un numero insufficiente di ore di sonno rappresentano altri fattori di rischio.   A tal  proposito, può essere utile consultare la risposta del dottor Robb Wolf, noto esperto di alimentazione e già ricercatore di biochimica, a una domanda sull’insulinoresistenza e il diabete gestazionale. Il link (la pagina è in lingua inglese) è alla fine dell’articolo. In italiano, Rita Cavani, diabetologa presso l’Asl di Modena, ha messo a punto un’agevole guida che ogni futura madre può consultare. La raccomandazione finale dell’esperta modenese è di “prevenire iperglicemia in gravidanza e sottoporre” madre e figlio a successivi controlli. 

 Fonti e approfondimenti: Gestational diabetes: What constitues Low Blood Sugar? – Roob Wolf Fisiopatologia del metabolismo glucidico in gravidanza – Dr.ssa Rita Cavani

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