venerdì 29 aprile 2016

Cosa significa “svezzare”?

svezzare
Prendiamo ad esempio la parola “svezzare”. La usiamo per indicare il procedimento graduale, solitamente attorno al sesto mese di vita, dell’inserimento di nuovi ingredienti nella dieta di un neonato, composta fino ad allora da esclusivo latte, meglio se materno. Però l’idea generale della società è quella che “prima si fa, meglio è” e così spunta chi lo consiglia già dal quarto mese o l’amica che non s’è fatta problemi a proporre la pappa prima di quando è suggerito.   Tutto questo potrebbe essere legato al fatto che etimologicamente il verbo “svezzare” significa: togliere il vezzo, far perdere un vizio o una cattiva abitudine? Come se allattare fosse un errore a cui porre rimedio al più presto…? Chissà… Ad ogni modo, l’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità) raccomanda l’allattamento al seno esclusivo per almeno i primi sei mesi di vita, per poi protrarlo a piacimento anche oltre i due anni di età abbinato ad un’alimentazione adeguata ma, in ogni caso, anche se una mamma decidesse di interrompere l’allattamento prima di quando ce lo si aspetti, non credo proprio lo faccia perché lo ritiene un vizio!
   Purtroppo se ne sentono tanti di ragionamenti assurdi riguardo i capricci dei bambini… Non metto in dubbio l’esistenza del capriccio (parola che secondo alcuni, deriva da “capra”: pensiero insensato che balza in testa come una capra che saltella) ma i neonati per alcuni giorni non si rendono neppure conto di essere nati e di non essere più un effettivo tutt’uno con la madre, figuriamoci se hanno la mente abbastanza diabolica per fare un dispetto e frignare per farsi coccolare, cullare o allattare! Qui si tratta di bisogni primari, non di vizi… 
Quindi, se proprio dovremo “svezzare” da una brutta abitudine i nostri figli, ci penseremo quando si rosicchieranno le unghie… 

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