martedì 19 aprile 2016

I giudici: sì a due papà con maternità surrogata



         La coppia omosessuale aveva fatto richiesta di adozione nel giugno del 2015. Si tratta di un tipico caso di stepchild adoption, l'adozione del figliastro in una coppia gay, non prevista dal nostro ordinamento e stralciata dalla legge sulle unioni civili approvata poche settimane fa in Parlamento.

         Dunque, il Tribunale di Roma ha agito in mancanza di regole, appoggiandosi all'istituto dell'adozione in casi speciali. "Abbiamo privilegiato l'interesse superiore del bambino", che ovviamente è sempre vissuto con la coppia, ha spiegato il presidente del Tribunale dei minorenni di Roma, in pensione da metà gennaio (la sentenza è stata pronunciata da lei prima di quella data), che si è augurata che questa linea possa essere condivisa dai Tribunali di altre città. La madre surrogata, secondo il Tribunale, continua ad avere rapporti regolari con la coppia e con lo stesso bambino, che oggi frequenta la scuola dell'infanzia.
          La sentenza è definitiva perché sono scaduti i termini per l'appello.

          Il caso di oggi segue di pochi giorni una analoga sentenza di adozione "in casi speciali" di tre gemelle da parte di una coppia formata da due donne.

STEPCHILD PER SENTENZA (OLTRE LA LEGGE): È GIA' CAPITATO IL 29 FEBBRAIO
         Di fatto, la sentenza è una legalizzazione nei fatti della gravidanza surrogata, di cui però a più voci, anche dall'Italia, è stata chiesta l'abolizione universale. "Il Consiglio d'Europa si è espresso in modo chiaro sulla maternità surrogata, bocciando la proposta di risoluzione presentata, e nel Parlamento italiano c'è un fronte trasversale che si oppone all'idea di svilire la donna, rendendola il mezzo per soddisfare il desiderio altrui di genitorialità a tutti i costi. Riconoscere l'adozione ad una coppia omosessuale che ha avuto un figlio proprio attraverso il
ricorso alla maternità surrogata va contro tutto questo"; è l'opinione della deputata di Forza Italia Elena Centemero, presidente della Commissione Equality and Non Discrimination del Consiglio d'Europa, commentando la sentenza del Tribunale per i minori di Roma.
© riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento