venerdì 22 aprile 2016

Menopausa e Attività fisica

         L’esercizio fisico è una misura preventiva di salute sottoutilizzata. L’inattività fisica, infatti, è una causa importante di decessi, di malattie e di inabilità.Circa due milioni di morti l’anno, nel mondo, sono dovute all’assenza di esercizio fisico, ed i risultati preliminari di uno studio dell’OMS sui fattori di rischio e sui determinanti di malattia individuano la sedentarietà come una delle prime dieci cause di decesso e di disabilità, tanto che l’OMS ha proclamato il 7 aprile 2002 il “world health day”2002 con lo slogan “move for health”). La mancanza di esercizio fisico accresce la mortalità per tutte le cause ed in particolare raddoppia il rischio di malattie cardiovascolari, di diabete di tipo II e di obesità accentuando inoltre il rischio di cancro del colon e della mammella, di ipertensione, di dislipidemie, di osteoporosi, di depressione e di stati ansiosi. È un problema che interessa una percentuale molto elevata, anche se non precisamente quantizzabile, di donne ed in particolare di quelle di condizione socioeconomica e culturale più bassa. Le donne soffrono in misura maggiore e più precocemente di limitazioni motorie rispetto ai loro coetanei maschi: già dai 55 anni e con incrementi significativi fino agli 80 anni ed oltre, le donne si trovano a convivere, in misura maggiore rispetto agli uomini, con problemi legati alla sfera motoria (nella fascia di età 55-64 anni il tasso per le donne è pari al 22,9 per mille contro il 14,7 per mille per gli uomini. Ciò è soprattutto da attribuire alla maggiore incidenza, tra le donne, di osteoporosi e lombosciatalgie da discopatia che insorgono soprattutto dopo i 50 anni compromettendo la funzionalità dell’apparato osteomuscolare e limitando l’autonomia motoria. Tra gli ultraottanteni il divario aumenta: sono 176,1 su mille gli uomini con limitazioni motorie e 248,6 su mille le donne con le stesse difficoltà. La difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane coinvolge complessivamente oltre un milione e mezzo di persone, con una prevalenza, anche in questo caso, di donne rispetto agli uomini (il tasso è pari a 37,3 per mille per le donne contro il 19,7 per gli uomini). Nonostante l’apparente accettazione dell’importanza dell’attività 325 fisica, la maggior parte della popolazione adulta ed anziana resta sedentaria. Negli ultimi anni il numero delle persone attente al proprio benessere fisico va però aumentando e, secondo il rapporto CENSIS 1998 , raggiungeva il 48,6% degli italiani (in questo ambito va sottolineato proprio l’incremento nell’attività sportiva da parte delle donne ed in particolare di quelle fasce di età e di popolazione non direttamente coinvolte nella pratica agonistica).
Benefici cardiovascolari
         Studi epidemiologici prospettici hanno dimostrato che uno stile di vita sedentario è associato a maggior rischio di morte cardiovascolare e coronarica e da tutte le cause. Una regolare attività fisica di tipo aerobico, gioca un ruolo importante nella prevenzione primaria e secondaria delle patologie cardiovascolari; esiste una relazione inversa tra il verificarsi di un evento coronarico e la pratica di attività fisica regolare e una buona capacità aerobica; l’attività fisica ha effetti benefici sui principali fattori di rischio di malattia coronarica: ipertensione, dislipidemie (aumento di HDL colesterolo e diminuizione dell’LDL), obesità, insulino resistenza e condizioni favo-
Osteoporosi ed esercizio fisico
         L’attività fisica può avere un ruolo importante nello sviluppo della massa ossea nell’infanzia e nell’adolescenza e nel mantenimento della massa scheletrica nell’adulto. Questa affermazione è basata soprattutto sulla rilevazione che le giovani atlete hanno una densità minerale ossea più alta che le giovani sedentarie di pari caratteristiche ed età. Questi reports dimostrano anche che esiste un differenziale di densità ossea con un aumento significativo in relazione a più alti livelli di attività fisica. In analogia con questa funzione nella giovane, l’attività fisica riveste un ruolo ben individuato attraverso tutto l’arco della vita nel mantenimento della normale struttura e della resistenza funzionale dell’osso. Un prolungato allettamento o immobilità inducono una rapida e marcata riduzione della densità minerale ossea.
Mortalità generale
         Elevati livelli di attività fisica regolare sono associati con più bassi tassi di mortalità complessiva sia per le donne giovani che per quelle più anziane.
Malattie cardiovascolari
         Tre revisioni sistematiche e 17 studi ben condotti, prospettici, randomizzati con durata del follow up fino a 29 anni hanno esaminato l’associazione tra attività fisica e rischio di malattia coronaria fatale e non, dimostrando che una attività fisica regolare di tipi aerobico riduce il rischio di mortalità per malattie cardiovascolari in generale e per malattia coronarica in particolare. I dati a disposizione non sono invece conclusivi riguardo la relazione tra l’attività fisica e l’ictus. 2) Il livello di riduzione del rischio di malattia coronarica attribuibile alla regolare attivita fisica nelle donne in menopausa e post menopausa è simile a quello di altri fattori di stile di vita come la cessazione del fumo e la normalizzazione dei livelli lipidici. 3) Una revisione sistematica (1996) su 29 studi controllati e randomizzati ha evidenziato che una attività fisica regolare di intensità moderata previene o ritarda lo sviluppo di ipertensione arteriosa, e riduce i livelli pressori nelle donne ipertese.
Neoplasie
         L’attività fisica regolare è associata con la riduzione di rischio del carcinoma del colon.
Diabete mellito di Tipo II
         L’attività fisica regolare abbassa il rischio di sviluppare un diabete mellito di Tipo II e migliora il quadro lipidemico nelle donne in postmenopausa.
Osteoporosi
         L’attività fisica continuativa sotto carico è indispensabile per un normale sviluppo scheletrico durante l’infanzia e l’adolescenza e per raggiungere e mantenere il picco di massa ossea nel giovane adulto. Non è comunque definitivamente chiarito se l’attività fisica di resistenza è in grado di ridurre l’accelerata perdita ossea nelle donne in postmenopausa anche in assenza di terapia estrogenica sostitutiva.
Rischio di cadute
         Esistono promettenti evidenze che l’esercizio fisico muscolare e altre forme di attività fisica preservano nelle donne anziane la capacità di mantenere un valido equilibrio e ridurre il rischio di cadute e di obesità.
Obesità
         Ridotta attività fisica e conseguente riduzione di consumo di calorie contribuiscono all’aumento di peso che si riscontra spesso in postmenopausa. L’attività fisica continuativa riduce l’aumento di peso e migliora la distribuzione del tessuto adiposo corporeo
Salute mentale
         L’attività fisica sembra ridurre la sintomatologia depressiva ed ansiosa nel periodo menopausale e migliorare il tono dell’umore. L’attività fisica regolare può ridurre il rischio di sviluppare la sindrome depressiva ma sono necessari ulteriori studi su questo punto.
http://www.ginecologiabiello.it/Pagine/Menopausa.html

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