giovedì 17 settembre 2020

Ci sono casi in cui la PMA è sconsigliata o non si può proprio fare?

 Esistono patologie che sconsigliano l’instaurarsi di una gravidanza, sia essa il prodotto di un concepimento naturale o derivante da un percorso di PMA.

È buon senso cercare di evitare gravidanze in donne con patologie associate a elevato rischio per la salute della madre e/o del feto; fra queste patologie ricordiamo l’insufficienza renale cronica, le cardiopatie associate a una riduzione significativa della funzionalità cardiaca, il diabete mellito tipo 1 o 2 non controllato in maniera adeguata, patologie tumorali non ancora considerate in remissione completa ed altre patologie croniche quando complicate da danno d’organo (per esempio alcune patologie autoimmuni e reumatiche).

Considerazione a parte merita l’ampia diffusione dell’ovodonazione (PMA di tipo eterologa) nel quale sono utilizzati ovociti di una donatrice di meno di 35 anni; tale procedura ha dato possibilità di genitorialità anche a donne con età superiore ai 45 anni (superati i 43 anni le percentuali di gravidanza evolutiva con ovuli propri è prossima allo zero); evidentemente superati i 40 anni aumentano le possibilità di patologie concomitanti per la donna che vanno scartate con attenzione prima del trasferimento embrionario (nel nostro centro richiediamo una visita cardiologica, ricerca di sangue occulto nelle feci, mammografia ed analisi generali).

Sopra i 50 anni per motivi medici ed etici qualsiasi procedura di PMA va sconsigliata fermamente.

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