martedì 21 luglio 2015

Le tecniche di PMA

              Le tecniche di PMA si utilizzano, sempre su consiglio medico, per aiutare le coppie in cui il concepimento non avviene spontaneamente

              Per Procreazione Medicalmente Assistita  (PMA) si intende l’insieme di tutti quei trattamenti per la fertilità nei quali i gameti, sia femminili (ovociti) che maschili (spermatozoi), vengono trattati al fine di determinare il processo riproduttivo.
             Queste tecniche sono utilizzate per aiutare il concepimento in tutte le coppie, laddove questo non possa riuscire spontaneamente.
             La riproduzione assistita è possibile, quindi, mediante una gamma di opzioni terapeutiche, a diverso grado di invasività. Nel nostro Paese sono state suddivise, tenendo conto della loro complessità e necessità o meno di anestesia, in:
  • tecniche di I livello
  • tecniche di II e III livello

Non esiste una tecnica migliore o peggiore dell’altra, ma semplicemente quella più idonea al quadro clinico presentato da ogni diversa coppia.

     Tecniche di primo livello

  • Inseminazione Intrauterina semplice (HIUI homologous intra uterine insemination) con seme del partner.
    Questa tecnica prevede, l’introduzione del seme maschile nella cavità uterina  contemporaneamente al monitoraggio dell’ovulazione della donna per favorire l’incontro spontaneo nel corpo femminile dei due gameti.
    Si può eseguire su ciclo spontaneo o con la stimolazione farmacologica dell’ovulazione.

    Tecniche di secondo e terzo livello

  • FIVET( fecondazione in vitro embrio transfer) o IVF (in vitro fertilization).
    Questa tecnica prevede  una serie di azioni:
    • Stimolazione farmacologica dell’ovaio per produrre più ovociti
    • Prelievo chirurgico degli ovociti prodotti
    • Inseminazione degli ovociti in laboratorio
    • Fecondazione degli ovociti
    • Sviluppo degli embrioni
      Questo processo è molto delicato e avviene sotto lo stretto controllo dei biologi ed embriologi su delle piastre speciali con dei mezzi di coltura che danno il nutrimento alle cellule, all’interno di incubatori, nei quali vengono seguiti tutti i processi di divisione cellulare che porteranno alla formazione dell’embrione.
    • Trasferimento degli embrioni in utero.
  • ICSI (iniezione intracitoplasmatica di un singolo spermatozoo).
    E' una particolare metodica di fertilizzazione, che prevede gli stessi passaggi della Fivet, fino al momento della fecondazione, che, come abbiamo già anticipato, avviene tramite iniezione diretta di un singolo spermatozoo all’interno del citoplasma dell’ovocita.
    Questa tecnica, scoperta nel 1992 dal ricercatore Italiano Giampiero Palermo, nacque per risolvere tutti quei casi di infertilità da fattore maschile, laddove non c’era la possibilità o un numero sufficiente o una motilità degli spermatozoi, tale da tentare una fecondazione spontanea.

    Le tecniche FIVET e ICSI si distinguono nella loro applicazione in:
    • “cicli a fresco”, quando nella procedura vengono utilizzati embrioni, che sono stati appena fecondati
    • “cicli da scongelamento” se gli embrioni o gli ovociti sono stati precedentemente crioconservati e sono stati scongelati per effettuare quel ciclo di trattamento.
  • GIFT (gamete intrafallopian transfer) è una tecnica ormai poco utilizzata, che prevede, attraverso una piccola incisione sull’addome, il trasferimento degli ovociti non fertilizzati e del liquido seminale nelle tube di Falloppio, attraverso uno strumento a fibre ottiche.
  • PRELIEVI TESTICOLARI
    tecniche che prevedono il prelievo testicolare di spermatozoi in caso di azoospermia:
    • Aspirazione Percutanea di Spermatozoi per via Testicolare (TESA)
    • Estrazione di Spermatozoi per via Testicolare (TESE)
    • Aspirazione Microchirurgica di Spermatozoi dall’Epididimo (MESA)
    • Aspirazione Percutanea di Spermatozoi dall’Epididimo (PESA).

Crioconservazione

         Nelle procedure di PMA rientrano anche le tecniche di crioconservazione dei gameti (ovociti e spermatozoi) e degli embrioni.
         Negli ultimi anni i progressi fatti anche dai ricercatori Italiani, nel campo della crioconservazione ovocitaria, e i più di 1.500 bambini nati in Italia, a seguito dell’applicazione di questa tecnica, hanno fatto sì che, oggi, possa essere considerata una tecnica sicura ed efficace.
         Per questo motivo viene proposta anche nei casi di pazienti oncologiche o con patologie iatrogene, che debbano sottoporsi a terapie tali da mettere a rischio la loro fertilità futura, per preservare la loro capacità riproduttiva.

Fonte http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?id=113&area=Servizi_per_persone_o_situazioni_speciali

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