mercoledì 29 luglio 2015

I farmaci in gravidanza. Effetti teratogeni

Farmaci in gravidanza, effetti teratogeni, malformazioni del feto. I farmaci sono responsabili solo del 2-3% di tutte le malformazioni congenite; la maggior parte è dovuta a cause genetiche, ambientali o sconosciute.


      L'effetto di un farmaco sul prodotto del concepimento è determinato non solo dalla potenza del dosaggio, ma anche dall'epoca gestazionale. Le sostanze somministrate prima del 20° giorno dal concepimento possono agire secondo la "legge del tutto o del nulla", cioè o provocano la morte dell'embrione o non lo danneggiano affatto. Il periodo compreso tra la 3^ e l'8^ settimana, detto dell'organogenesi, è critico per gli effetti teratogeni.
In questa fase i farmaci che raggiungono l'embrione possono provocare:
  • aborto (assai raramente)
  • Un importante difetto anatomico
  • Un difetto permanente di natura metabolica o funzionale che si può evidenziare in un'epoca successiva.
      I farmaci somministrati dopo l'8^ settimana difficilmente hanno un effetto teratogeno, ma possono alterare le funzioni degli organi e dei tessuti fetali normalmente formati. Nelle ore precedenti il parto, i farmaci che passano attraverso la placenta devono essere somministrati con cautela per evitare una tossicità nel neonato, il quale possiede una metabolismo epatico e renale ancora immaturo. Il 90% delle donne gravide fa uso di farmaci.
Elenchiamo qui di seguito quelli di uso più corrente:

Antimicrobici

      Tra gli antimicrobici è consigliabile utilizzare la penicillina e i suoi derivati (ampicillina, amoxicillina) più o meno associati al sulbactam. Parimenti risulta essere innocuo l'uso dell'eritromicina, usata spesso nelle gravide allergiche alle penicilline. Le cefalosporine sono spesso prese in considerazione, ma poiché gli studi nell'uomo non sono riusciti ad escludere la possibilità di danni, tali antibiotici devono essere usati solo se strettamente necessari.
Gli antibiotici chinolonici (ciprofloxacina, norfloxacina) devono essere adoperati con riserva in quanto, data l'elevata affinità per l'osso e la cartilagine, possono causare dolori articolari nel neonato.
Sono invece da evitare in gravidanza:
  • Tetracicline. Questi antibiotici attraversano la placenta e si depositano nei denti fetali; il periodo più a rischio va dalla 20^ alla 40^ settimana. I denti possono essere permanentemente gialli, meno resistenti alla carie e crescono con difficoltà.
  • Streptomicina, gentamicina, Kanamicina. Questi antibiotici attraversano la placenta e possono danneggiare il labirinto del feto.
      Per quanto riguarda i disinfettanti urinari, in gravidanza è particolarmente innocua la fosfomicina, mentre i nitrofurani vanno evitati a termine di gravidanza in quanto possono causare nel feto anemia emolitica.
      sulfamidici possono provocare, se usati in prossimità del parto, ittero neonatale.  In caso di uso di qualsiasi antibatterico, è consigliabile proteggere la flora batterica intestinale (es. Symbiolact, 2 bustine al dì per 30 giorni).

Antiacidi, antimeteorici

      Possono essere usati con sicurezza tutti gli antiacidi privi di bicarbonato. Parimenti possono essere usati gli antimeteorici a base di dimeticone e gli antagonisti per i recettori H2. Assolutamente controindicati sono invece gli antiulcera a base di misoprostolo che come prostaglandina può scatenare aborto e parto pretermine.

Antiemetici

      Fra gli antiemetici il più sicuro è la vitamina B6 che viene spesso associato allo zenzero.  Anche se non sono stati dimostrati effetti embriotossici, la metoclopropamide deve essere usata con moderazione e solo in fase acuta. Del resto molto efficaci si sono dimostrati i transmetilanti e il glutatione.  Anche le fenotiazine sono state usate come antiemetici, con rischio insignificante per il feto.

Antistaminici, antitosse ed espettoranti

      Gli antistaminici vengono spesso usati per i vomiti, le "chinetosi" e il prurito gravidorum. La meclizina è teratogena nei roditori, ma questo effetto non è stato dimostrato nell'uomo. Non avendo dati certi è consigliato utilizzare gli antistaminici nel periodo teratogeno solo se strettamente necessari.
      In gravidanza possono essere utilizzati con tranquillità gli antitosse come il destrometorfano; viceversa i preparati contenenti oppiacei come la codeina possono determinare depressione respiratoria del neonato, specie se utilizzati in prossimità del parto.
      Gli espettoranti a base di acetilcisteina e ambroxolo sono molto ben tollerati.  Per quanto riguarda idecongestionanti nasali a base di efedrina, nafazolina, imidazolina, ecc., vanno usati con moderazione e per brevi periodi.

Tranquillanti

      Il diazepam e i suoi derivati sono gli ansiolitici e gli ipnotici più frequentemente utilizzati. Dati recenti dimostrano che non esiste un'aumentata incidenza di anomalie fetali con il loro uso. Quando questi farmaci sono somministrati alla fine della gravidanza, sono stati osservati nei neonati depressione, irritabilità, tremori ed iperreflessia. Non ci sono dati conclusivi sull'associazione di antidepressivi triciclici e malformazioni congenite.

Analgesici

      salicilati possono provocare nel feto un'ittero nucleare. L'aspirina e tutti i FANS presi in dosi massive e per lunghi periodi possono ritardare l'inizio del travaglio e la chiusura del dotto di Botallo; parimenti possono provocare una diatesi emorragica nella madre durante e dopo il parto. Per quanto sopra esposto, i FANS devono essere adoperati per brevissimi periodi di tempo. Il paracetamolo è l'analgesico ed antipiretico di scelta in gravidanza. 

Antispastici

      Gli inibitori dell'aceticolinesterasi possono essere adoperatoi con sicurezza in gravidanza, ma anche per questi farmaci se ne consiglia un uso in fase acuta e per brevi periodi in quanto non privi di effetti collaterali (stipsi).

Anticoagulanti

      L'eparina è l'anticoagulante di scelta durante la gravidanza. Tuttavia il prolungato uso può causare nella madre osteoporosi e trombocitopenia. Anche le recenti eparine a basso peso molecolare sembrano innocue per il feto perché il passaggio attraverso la placenta è minimo o nullo. Contrariamente all'eparina, il dicumarolo è teratogeno e tossico per il feto.

Anticonvulsivanti

      Gli anticonvulsivanti se prescritti devono essere usati, poiché si possono verificare delle complicanze dovute alle convulsioni.  La donna gravida affetta da epilessia deve essere trattata usando la più bassa dose efficace e controllandola strettamente. 

Fonte http://www.vitadidonna.it/gravidanza/salute/i-farmaci-in-gravidanza-effetti-teratogeni.html

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