lunedì 31 agosto 2015

Fattore rh: genetica del fattore rh

Storia del fattore rh:

       Nel 1939 Levis e Stetson descrissero una grave reazione emolitica avvenuta in seguito ad una trasfusione di sangue da un marito alla moglie che aveva partorito all'ottavo mese di gravidanzaun feto morto e la cosa era strana in quanto sia il ricevente sia il donatore erano dello stesso gruppo sanguigno: 01.

Le ricerche che furono subito eseguite portarono alla scoperta di un fatto nuovo:

       Il siero della donna agglutinava, specialmente se tenuto ad incubare a 37°, le emazie del marito e di circa altri 80 individui su 204 pure di gruppo 01.
       Contemporaneamente Landsteiner e Weiner nel ricercare i sieri anti M, iniettando in cavia ed in coniglio sangue di Macacus Rhesus ottennero un immunosiero che agglutinava, oltre i globuli rossi del Macacus Rhesus, anche le emazie dell'85% della popolazione bianca di New York.
       Si venne così a stabilire che:
  • esistono individui i cui globuli rossi sono agglutinati da siero anti Rh, poiché contengono l'antigene o fattore Rh e sono perciò detti Rh positivi;
  • esistono individui i cui globuli rossi non sono agglutinati dal siero anti-Rh, essi cioè non hanno l'antigeno o fattore Rh e sono detti perciò Rh negativi.
       Circa l'85% degli europei sono Rh positivi, questo antigene è un polisaccaride che si trova nei globuli rossi e certamente è pure presente nel fegato, nella milza e nelle ghiandole salivari. Esso è ereditato con carattere dominante mendeliano.
       Anche se è importante conoscere il proprio sanguigno è ancora più importante sapere il proprio fattore Rh. Non sarebbe opportuno trasfondere ad un individuo Rh negativo sangue Rh positivo; ma oltre a questo motivo la conoscenza del proprio Rh è utile alle donne incinta. Infatti se una donna Rh negativa è portatrice di un feto Rh positivo, si immunizza contro il sangue del figlio con il seguente meccanismo: nel corso della gravidanza, per lesione della placenta, piccole quantità di globuli rossi fetali si porterebbero nel circolo materno.
       Il sangue della madre, in presenza di questi globuli rossi Rh positivi produrrebbe delle sostanze dette anticorpi anti Rh positivi. Questi anticorpi passerebbero nel circolo fetale, determinando emolisi di globuli rossi fetali con conseguente ittero, anemia e nei casi più gravi anasarca.
       Molto probabilmente ciò avviene con lo stesso meccanismo con il quale si ha la isoimmunizzazione in seguito trasfusione sanguigna tra individui Rh negativi e positivi.
       Nelle regioni italiane si può affermare che su 20 madri Rh negative, circa 17-18 non si immunizzarono ed i bambini nascono normali. Quelle che si immunizzano sono una piccola parte, ma una volta immunizzate il potere anticorpale aumenterà con il succedersi delle gravidanze sempre però tenendo presente la bassa incidenza. Pertanto è cosa utile che ogni donna in gravidanza sappia il suo gruppo sanguigno ed il suo fattore Rh. Se la donna risulta Rh negativa, sarà opportuno, specialmente se si tratta della seconda o successiva gravidanza che si sottopongono alla determinazione del Test di Coombs indiretto. Questa ricerca ci dirà se nel siero della donna si sono formati anticorpi, provocati dalla presenza del feto presupposto Rh positivo. Se questo Test di Coombs risultasse positivo si farà la titolazione degli anticorpi e se questi fossero presenti in quantità eccessiva si prenderanno tutti quei provvedimenti atti a salvaguardare il feto.
       Avvenuto il parto, i globuli rossi del bambino verranno sottoposti al Test di Coombs diretto, qualora il suo Rh fosse positivo si procederà alla determinazione della bilirubinermia per vedere se nel sangue del bambino vi sono prodotti dovuti alla distruzione dei globuli rossi. Se questo esame supera certi limiti si procederà alla exsanguinotrasfusione che consiste nel sostituire parte del sangue del bambino con sangue privo di anticorpi.
Fonte http://www.inerboristeria.com/fattore-rh-genetica-del-fattore-rh.html

Nessun commento:

Posta un commento