lunedì 26 ottobre 2020

INFERTILITÀ MASCHILE: L’INQUINAMENTO È UNA DELLE MAGGIORI CAUSE

Quando una coppia prova ad avere un bambino naturalmente senza riuscirvi subito, la prima cosa che si pensa è che sia la donna ad avere qualche problema.

Tanto che per questa si prospettano una serie di esami, alcuni dei quali dolorosi, per capire se c’è qualcosa che non va. Solo in un secondo momento si indaga anche sul marito o compagno.

Tuttavia c’è un dato molto immportante da sottolineare. La scienza, infatti, sulla fertilità femminile ha fatto dei grandissimi passi in avanti, tanto che sono innumerevoli le tecniche che si stanno ultimando negli ultimi anni proprio per ringiovanire le ovaie.

Sull’infertilità maschile non si è proprio sullo stesso piano anche se sono state fatte delle recenti scoperte che potrebbero essere di grande aiuto per il futuro.

Ultimamente si è parlato di dna mitocondriale, proprio per venire a capo del perché molti uomini ai tempi di oggi risultano avere problemi di fertilità.

In ogni caso, oltre a problematiche più serie, come queste precendenti, l’infertilità maschile può essere minata da una serie di altre difficoltà come: obesità, vita sedentaria, alimentazione sbagliata, fumo e l’uso di sostanze stupefacenti.

Innanzitutto è bene ricordare che se si vuole avere un bambino, è necessario prendersi più cura della propria persona.


Infertilità maschile: l’inquinamento è una delle cause

Sembra che lo smog e le polveri sottili con il loro carico di sostanze tossiche funzionano come interferenti endocrini e possono provocare infertilità.

L’inquinamento, quindi, inteferisce con la salute delle cellule e si va a depositare con le sue sostanze nocive proprio nei testicoli. Un accumulo che progredisce sempre di più nel tempo e che agisce sulla qualità e quantità degli spermatozoi.

A confermare queste notizie è stato il 1° Congresso Nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita, organizzato dal professore Luca Mencaglia.

Le statistiche non hanno fatto altro che confermare il peggio, nel maschio “di città”, la percentuale delle anomalie nel liquido seminale è aumentata del 15%. E inoltre, sembra che ci sia anche una correlazione tra l’inquinamento e le donne che soffrono di endometriosi.

A creare queste problematiche sono le diossine, i perfluorati presenti anche in insetticidi e pesticidi, vernici, detersivi e prodotti di largo consumo.

Ecco cosa si legge all’interno della relazione del Congresso presente in Salute&Salento: “Recenti studi hanno rilevato che l’inquinamento è la prima causa di infertilità negli uomini. E i dati dei ricercatori parlano di un numero di spermatozoi, presenti nel liquido seminale, che negli ultimi 30 anni, si è dimezzato. Una tendenza che è destinata a peggiorare, causata nel 60 % dei casi all’inquinamento”.

Anche le fonti di calore e ovviamente le radiazioni sono una grande minaccia per la fertilità maschile. Le professioni più a rischio sono quella dell’operaio e dello chef.

Per quanto riguarda le donne, l’abuso di ibuprofene può danneggiare la fertilità.

Su Salute&Salento, si legge che anche un altro convegno a Lecce, “Inquinamento ambientale e infertilità” ha affrontato lo scottante tema.

All’interno dell’incontro si è sottolineato come questi due fattori, purtroppo, ai giorni d’oggi sono strettamente legati.

A confermare ciò le parole del professore Carlo Foresta, endocrinologo, che ha affrontato l’argomento: “Proprio l’inquinamento è quella condizione che ha modificato il numero di spermatozoi. In Francia e anche noi a Padova abbiamo valutato la qualità degli spermatozoi in giovani normali negli ultimi 30 anni. Soprattutto in Francia i giovani che donavano sperma per la fecondazione eterologa, avevano un 30% di spermatozoi in più. Significa che l’inquinamento ha ridotto il numero”.

Fonte https://www.universomamma.it/2020/10/26/infertilita-maschile-inquinamento/

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