giovedì 20 agosto 2020

PMA e Covid 19: una forte influenza che ha rallentato molti percorsi

      La riduzione della compresenza di personale all’interno dei centri e delle strutture per la fecondazione assistita è, al giorno d’oggi, un punto molto importante sul quale riflettere affinché vengano prese in considerazione tutte le precauzioni e le misure di sicurezza non solo per il personale medico, sanitario e paramedico, ma anche per le coppie.

      Dopo l’istituzione di un sistema di tracciabilità dei gameti che riduce al massimo la compresenza di personale al centro specializzato del San Filippo Neri di Roma, è infatti auspicabile che molte altre strutture si occupino di questa esigenza allo stesso modo, e che quindi prendano in considerazione la necessità di rispettare queste precauzioni necessarie.

      È importante ricordare che, durante il periodo del lockdown voluto per evitare la diffusione della malattia, le nascite da fecondazione omologa o eterologa sono del tutto diminuite o addirittura arrestate. Tuttavia, la richiesta di procedere con le tecniche e con le procedure di procreazione medicalmente assistita è crescita subito dopo la riapertura.

      I numeri su eterologa ed omologa oggi ci fanno sapere come stanno le cose grazie alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Infatti, ad oggi, le nascite che provengono dalla fecondazione assistita riguardano una percentuale pari al 3-4% del totale in Italia, con l’eterologa si arriva circa al 5%. La chiusura forzata ha provocato un calo delle nascite (potremo avere, a fine anno, circa 24mila nati in meno) ma la speranza è che tutte le coppie “congelate” a causa del Covid 19 possano riprendere presto in mano il loro percorso verso la realizzazione di un grande sogno

Fonte https://www.fecondazioneeterologaitalia.it/pma-e-covid-19-una-forte-influenza-che-ha-rallentato-molti-percorsi/

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