mercoledì 12 agosto 2020

La cannabis in gravidanza aumenta il rischio di autismo

      L’uso di cannabis durante la gravidanza è correlato a un significativo aumento del rischio che il bambino nasca con un disturbo dello spettro autistico. A indicarlo è il più vasto studio di questo tipo mai condotto, realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Ottawa Hospital Research Institute, in Canada, che firmano un articolo pubblicato su “Nature Medicine”.

      Nell’ottobre del 2018 il Canada ha legalizzato la produzione, la vendita e l’uso della cannabis a uso ricreativo (l’uso terapeutico era ammesso dal 2001), sottraendo a un mercato nero del valore di circa tre miliardi di dollari gran parte dei cinque milioni circa di consumatori del paese. La legalizzazione ha comportato un leggero aumento dei consumatori, valutato nell’ordine del 3-5 per cento, ma ha anche permesso l’inizio di studi su vasta scala degli effetti del consumo della sostanza.

      Studi precedenti avevano suggerito un aumento del rischio di parto pretermine fra le gestanti che facevano uso di cannabis. Tuttavia, il nesso causale diretto fra le due circostanze era rimasto difficile da provare perché spesso le gestanti avevano consumato anche altre sostanze, tra cui tabacco, alcool e oppioidi, ed era difficile trovare un numero adeguato di soggetti disposti ad ammettere l’uso di sostanze illegali.

      Nel nuovo studio, focalizzato sulla possibile relazione fra cannabis e autismo, i ricercatori hanno esaminato i dati relativi a tutte le nascite avvenute in Ontario tra il 2007 e il 2012. Sul mezzo milione di donne dello studio, circa 3000 (0,6 per cento) hanno dichiarato di aver consumato cannabis durante la gravidanza e, di queste, 2200 donne hanno riferito di non aver assunto altre sostanze nello stesso periodo. La scelta di uno studio retrospettivo relativo ad anni non recentissimi è stata dettata sia dalla necessità di una base di dati abbastanza ampia, sia dal fatto che solo di rado la diagnosi di autismo è precoce: nella maggioranza dei casi viene fatta dai due ai quattro anni di età.

      Dall’analisi dei dati è emerso che l'incidenza dell'autismo era del 4 per mille all'anno tra i bambini esposti alla cannabis in gravidanza, contro il 2,42 tra i bambini non esposti.

      I ricercatori sottolineano di non aver potuto stabilire in modo abbastanza preciso quanta cannabis consumassero le gestanti, con che frequenza, in quale periodo della gravidanza, né la modalità di consumo, il che lascia ancora margini di incertezza. Tuttavia, sostengono, nel complesso si tratta di un risultato molto affidabile. “Speriamo che le nostre scoperte - osserva Daniel Corsi, epidemiologo e coautore dello studio - siano di aiuto alle donne e ai loro medici a prendere decisioni informate su ciò che è meglio per loro e per il loro bambino". Sembra infatti che un certo numero di donne abbia assunto la sostanza espressamente per curare le nausee mattutine che affliggono molte gestanti.

      I ricercatori canadesi intendono ora approfondire la ricerca e allargarla in modo da stabilire eventuali ulteriori connessioni fra uso della cannabis durante la gravidanza e lo sviluppo neurologico del bambino.

Fonte https://www.lescienze.it/news/2020/08/12/news/cannabis_marijuana_autismo_gravidanza_rischio_incidenza_raddoppio-4779159/

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