Il tasso di natalità italiano è insufficiente a garantire il ricambio generale. Con una media di 1,39 figli per donna, il nostro paese è al di sotto della soglia europea, mentre la popolazione continua ad invecchiare. Di questo passo, nel 2050 la popolazione anziana sarà in misura pari all'84% di quella attiva con un effetto potenzialmente devastante per il welfare. Oltre a fare pochi figli e farli sempre più tardi, c'è anche il crescente problema della fertilità: una coppia su cinque (il 20%) ha difficoltà a procreare.
Per affrontare tutti questi problemi, il Ministero della Salute ha pensato di istituire un Piano nazionale per la fertilità, che è stato presentato oggi a Roma con lo slogan "Difendi la tua fertilità, prepara una culla nel tuo futuro". Il Piano coinvolgerà cittadini, medici, farmacisti, operatori sanitari, scuole, università, aziende sanitarie e ha l'obiettivo di mettere la fertilità al centro delle politiche sanitarie ed educative del Paese.
Le azioni previste dall'agenda riguardano sia l'offerta sanitaria che l'informazione ai cittadini. Per prima cosa saranno valorizzati e potenziati i consultori, in quanto primo step del percorso sanitario dei pazienti infertili. Uno spazio importante è dedicato anche all'oncofertilità, ovvero la tutela della potenzialità riproduttiva nei pazienti oncologici. In tutti i casi, l'impegno preso dal Ministero con il Piano è quello di «fornire assistenza sanitaria qualificata per difendere la fertilità, promuovere interventi di prevenzione e diagnosi precoce al fine di curare le malattie dell'apparato riproduttivo e intervenire, ove possibile, per ripristinare la fertilità naturale».
Poi c'è l'informazione e la sensibilizzazione, vera arma per la prevenzione e la diagnosi precoce dell'infertilità. Per questo il Piano prevede di informare i cittadini sul ruolo della fertilità, sulla sua durata e su come proteggerla evitando comportamenti che possono metterla a rischio. Fin dall'adolescenza, infatti, la funzione riproduttiva va difesa evitando stili di vita scorretti e cattive abitudini (come ad esempio il fumo di sigaretta e l'alcool), particolarmente dannose per gli spermatozoi e per gli ovociti.
Importante inoltre evitare, fin dall'infanzia, l'obesità e la magrezza eccessiva e la sedentarietà, e fornire strumenti educativi ed informativi agli adolescenti per evitare abitudini che mettono a rischio di infezioni sessualmente trasmesse o gravidanze indesiderate.
Come si legge sul sito del Ministero, «le giovani donne devono sapere che la "finestra fertile" femminile è limitata e vulnerabile e che la qualità degli ovociti si riduce al crescere dell'età particolarmente dopo i 35 anni quando concepire un bambino diventa progressivamente sempre più difficile». Utile anche informare, come vuole fare il Piano, che le tecniche di Procreazione medicalmente assistita (Pma) rappresentano un'opzione per il trattamento della sterilità, ma non sono sempre in grado di dare un bambino. «Anche per i trattamenti di Pma l'età della donna rappresenta il fattore che più riduce la possibilità di avere un bambino: dopo i 45 anni la possibilità di avere un bambino con i propri ovociti attraverso le tecniche di Pma è aneddotica».
Infine, la fertilità dovrebbe essere vista come bisogno anche della società, e non solo delle coppie, promuovendo un rinnovamento culturale sulla procreazione. Anche per celebrare questa rivoluzione culturale, ancora da venire, il ministro Beatrice Lorenzin ha deciso di istituire il "fertility Day", la Giornata nazionale di informazione e formazione sulla fertilità, che si celebrerà ogni anno il 7 giugno, a partire dal 2016.
Fonte http://www.healthdesk.it/sanit/un_piano_nazionale_per_la_fertilit/1432764060
Nessun commento:
Posta un commento