Svolgere un lavoro fisicamente faticoso, avere la pressione alta e assumere più farmaci: secondo i ricercatori dell'università californiana di Stanford occorrerebbe aggiungere questi tre fattori all'elenco dellepossibili cause di infertilità per l'uomo. Lo hanno scoperto nel primo studio ad aver esaminato la relazione tra fatica sul lavoro, salute e qualità dello sperma negli uomini che stanno cercando di concepire.
La qualità del seme è una misura della capacità di un uomo di conseguire la fecondazione ed è un parametro che si basa sul numero, la forma e la capacità di movimento degli spermatozoi, oltre ad altri fattori. Seguendo per un periodo di un anno più di 500 coppie con una relazione stabile che avevano interrotto l'uso di metodi contraccettivi, i ricercatori hanno intervistato tutti gli uomini per ricostruire la loro storia riproduttiva, e avere un quadro del loro stato di salute e del loro stile di vita, compresa l'occupazione svolta. La maggior parte dei partecipanti ha anche fornito un campione di liquido seminale perché fosse analizzato.
Il campione finale dello studio era composto da 456 uomini con un'età media di 32 anni, per la maggior parte bianchi (77%) e con un'istruzione universtaria (91%), più della metà dei quali non aveva mai avuto figli. Il 13% di coloro che avevano dichiarato di fare lavori fisicamente pesanti avevano una conta spermatica più bassarispetto al 6% di coloro che non avevano segnalato di essere sottoposti a particolari sforzi fisici sul luogo di lavoro. Nessun altro fattore ambientale legato al lavoro ha però dimostrato di influire sulla qualità del seme (rumore, caldo, stare tanto seduti...).
Quanto alla salute e ai potenziali fattori in grado di influenzare la fertilità, gli autori dello studio pubblicato online sulla rivista Fertility & Sterility, hanno appurato che tra coloro che avevano ricevuto una diagnosi di pressione alta, diabete, o colesterolo alto, solo quelli con pressione alta avevano una percentuale più bassa di spermatozoi di forma normale, mentre non si è notata nessuna anomalia in chi soffriva di altri disturbi. Dato che gli uomini fanno figli in età sempre più avanzata, spiegano gli autori, è necessrio riconsiderare l'importanza di malattie che un tempo si riteneva non avessero niente a che fare con la fertilità, come l'ipertensione appunto. Tra l'altro, a questo proposito resta da chiarire se a interferire con la fertilità sia la pressione alta in sé oppure i farmaci usati per curarla.
Già, perché anche le medicine possono avere un ruolo nel rendere più difficile il concepimento. Più l'aspirante papà ne assume, più alto è il rischio che abbia una bassa conta spermatica. Un numero di spermatozoi considerato normale va da 40 milioni a 300 milioni. Tra gli uomini che dichiaravano di non assumere alcun farmaco solo il 7% aveva una conta inferiore ai 39 milioni, ma la percentuale saliva al 15% tra coloro che prendevano due o più farmaci.
"La buona notizia", conclude Buck Louis, uno degli autori, "è che questi fattori, se verrà confermato che hanno un effetto negativo sulla fertilità maschile, possono essere modificati dalle cure mediche o con dei cambiamenti sul luogo di lavoro. Siamo ansiosi di fare ulteriori ricerche in questo campo".
Fonte http://www.panorama.it/scienza/salute/infertilita-maschile-scoperti-fattori-rischio/
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