venerdì 13 novembre 2015

Usa, un società promette «bimbi vichinghi»

        NEW YORK - Un bimbo bello e biondo: chi non lo desidera? A New York c'è chi si è industriato per procurare un bebé dai capelli chiari a tutte le mamme che ne desiderano uno. «Congratulazioni! È un vichingo» dice lo slogan della Scandinavian Cryobank, una banca del seme di Manhattan che propone sperma di donatori danesi. Alti, biondi, belli e sani.

         INFERTILITA' - Una trovata pubblicitaria che rilancia il dibattito sulla procreazione assistita e sull'eugenetica, molto vivo non solo in Italia ma anche negli Stati Uniti, paese dove circa 5 milioni di persone hanno problemi di fertilità. Metà di loro si sottopone a trattamenti medici per la fertilità. Le banche del seme devono seguire rigide istruzioni per poter operare, ma la Scandinavian Cryobank dichiara di pienamente in regola con gli standard americani. E proprio per questo offre soltanto 50 dei suoi oltre 200 donatori abituali, selezionandoli in base a caratteristiche genetiche e di salute che rispondono meglio ai parametri statunitensi.
          DUBBI - Il risultato è un crescente successo tra le donne, spesso single. «Non credo ci sia un problema etico in quello che facciamo», ha detto Claus Rodgaard, il responsabile della sociatà danese a New York, in un'intervista a Newsday. «Non è poi molto diverso - ha spiegato - dall'innamorarsi. Ci sono migliaia di donatori nel mondo e scegliere quello giusto è un pò simile alla selezione naturale. La gente fa shopping in giro ed esamina liste di donatori, per cercare qualcuno che gli piaccia. È davvero come nella vita reale, riflette ciò che siamo come umani». Ma molti si interrogano sul trend dei bambini vichinghi. «Un conto è scegliere sperma danese perchè quelle sono le tue origini familiari - afferma per esempio Daniel Kenigsberg, direttore di una società di inseminazione artificiale - ma se le caratteristiche della famiglia sono diverse, c'è qualcosa di agghiacciante in questo tentativo di avere figli diversi».
Fonte http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/06_Giugno/05/procreazione.shtml?refresh_ce-cp

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