lunedì 24 settembre 2018

Test DNA fetale

       Il test del DNA fetale si può effettuare già dalla 10a settimana di gestazione tramite un semplice prelievo del sangue della madre. L’esame si basa sull’analisi dei frammenti di DNA del feto, che vengono prodotti dalla placenta e che, per tutta la gravidanza, circolano nel flusso sanguigno della gestante.

       Il test basato sull’analisi del DNA fetale è un esame di screening prenatale non invasivo e quindi, a differenza dei test di diagnosi prenatale invasivi (come amniocentesi e villocentesi), non mette a rischio né mamma né feto.

test dna fetale       Il test prenatale non invasivo Aurora utilizza la tecnologia di sequenziamento massivo parallelo (MPS), che permette di analizzare l’intero genoma umano per la ricerca di anomalie a carico dei cromosomi. Questa tecnologia di ultima generazione, analizzando il DNA libero circolante, è in grado di rilevare con un’affidabilità del 99,9% le principali trisomie, come la sindrome di Down (trisomia 21), la sindrome di Edwards (trisomia 18)e la sindrome di Patau (trisomia 13). Il test prenatale Aurora, in aggiunta, può determinare la presenza nel feto delle principali anomalie dei cromosomi sessuali, di tutti gli altri cromosomi non sessuali e le principali microdelezioni.

       Il test prenatale non invasivo che analizza il DNA fetale può essere effettuato da tutte le gestanti e in particolare da coloro che presentano fattori di rischio quali:


  • età materna avanzata (oltre i 35 anni);
  • familiarità con casi di anomalie cromosomiche;
  • precedenti figli affetti da anomalie cromosomiche;
  • test di screening prenatale positivo.

       Qualora il test prenatale del DNA fetale fornisca un esito compatibile con la presenza di anomalie cromosomiche, lo specialista potrebbe prescrivere un esame di diagnosi prenatale invasivo per confermare l’esito.

Fonte https://www.testprenataleaurora.it/it/test-dna-fetale.html

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