giovedì 13 settembre 2018

Le difficoltà delle gravidanze: il problema delle perdite di sangue trattato dagli esperti per guidare tutte le quasi mamme

       Circa il 30% delle donne incinte sperimenta un qualche tipo di emorragia durante la gravidanza. È normale che le perdite di sangue allarmino la futura mamma ed è giusto che siano valutate il prima possibile dal ginecologo, ma non è detto che significhino che la gravidanza sta andando male. Se nella metà dei casi siamo in effetti di fronte a un problema, nella maggioranza dei casi la perdita di sangue in gravidanza è legata solo a un piccolo trauma causato da uno sforzo intenso, spiega Raquel Ferrer, ginecologa dell'Ospedale Vall d'Hebron di Barcellona. Durante la gestazione, le mucose del collo dell'utero sono maggiormente irrorate e i tessuti tendono a sanguinare più facilmente.

       In qualche caso, per stabilire le cause dell'emorragia dovranno sottoporti a ecografia addominale e vaginale, visita pelvica e analisi del sangue. Ma spesso a determinare la diagnosi è il trimestre di gravidanza nel quale avviene la perdita. Perdite nel primo trimestre di gravidanza.All'inizio della gestazione, infatti, una donna su quattro sperimenta un sanguinamento vaginale che, durante le prime settimane, può dipendere dalle seguenti cause.


    donna incinta
  • Perdite da impianto: avviene tra i sei e i dodici giorni dopo l'ovulazione, quando l'ovulo si impianta nell'utero e rompe alcuni vasi sanguigni. Molte donne confondono le perdite da impianto con le mestruazioni, anche se in genere questa emorragia è più leggera e di colore rosso scuro o marrone. Può durare diversi giorni, ma non più di cinque. Non comporta pericoli, a meno che non si formi un ematoma di grandi dimensioni, nel cui caso il medico consiglia generalmente di restare a riposo per evitare che si accresca ulteriormente.
  • Minaccia di aborto: si verifica nelle prime 12 settimane, e a volte si accompagna a dolori addominali paragonabili a quelli mestruali. Se avviene in una fase molto precoce della gravidanza, e ancora non si sente il battito dell'embrione, il medico farà un monitoraggio ecografico nell'arco di una settimana per stabilire se la gravidanza procede (e in questo caso la gestante sarà messa a riposo) o se c'è stato un aborto. In questo caso, l'ecografia permetterà di capire se è stato espulso il sacco gestazionale o se si tratta di un aborto ritenuto (senza espulsione spontanea). Se sono presenti residui all'interno dell'utero, si dovrà praticare un raschiamento. Gli aborti spontanei non si possono prevenire: un 50% si deve a patologie genetiche, un 25% a problemi di impianto, coagulazione o immunologici e un 25% a cause sconosciute.
  • Gravidanza extrauterina: si tratta di una gestazione che si sta sviluppando al di fuori dell'utero (nelle tube di Falloppio, nel collo dell'utero o in un ovaio). Per perdite di sangue sono accompagnate da un forte dolore localizzato nel punto in cui si è impiantato l'ovulo, oltre a nausea e debolezza. Generalmente si deve praticare una aspirazione per rimuovere l'embrione.
  • Malattia trofoblastica: si tratta di una degenerazione delle cellule che formano il sacco e placenta. Provoca una forte emorragia e dolore e viene trattata con la chemioterapia.

Emorragie nel secondo e nel terzo trimestre
        A partire dalla quindicesima settimana di gravidanza, le perdite di sangue sono di solito legate a una di queste cause:

    Картинки по запросу emorragie in gravidanza
  • Placenta previa: ovvero che si è impiantata molto vicino all'apertura del collo dell'utero. Si definisce parziale se ostruisce parzialmente l'orifizio e totale in caso contrario. Il problema sorge quando la placenta sanguina, a volte a causa di piccole contrazioni dell'utero causate dall'avanzamento della gravidanza. Il sanguinamento è rosso intenso e molto fluido, a volte intermittente, e può essere accompagnato da dolore. Normalmente il trattamento consiste nel ricovero per controllare la gestazione e nel completo riposo fino alla fine della gravidanza. Se il sanguinamento è molto importante e la diagnosi è di placenta previa totale si dovrà praticare un taglio cesareo di urgenza.
  • Distacco di placenta: La placenta si stacca dalla parete uterina prima del termine, e così facendo determina una perdita di sangue. "Questo differisce dal sanguinamento causato dalla placenta previa perché è più scuro, con coaguli e persistente, ed è accompagnato da contrazioni dolorose", spiega Ferrer. Nella maggior parte dei casi si dovrà portare a termine la gravidanza con urgenza.
  • Vasi previ: è una condizione poco frequente, caratterizzata da una alterazione nella formazione dei vasi sanguigni della placenta. Il sanguinamento è rosso chiaro e molto abbondante, senza dolore. È una causa di parto cesareo.
  • Polipi: possono causare una perdita di sangue in gravidanza, ma, a meno che non sia particolarmente intensa, non è necessario intervenire.
  • Travaglio di parto: se hai superato la 37ima settimana di gravidanza e osservi sangue di colore scuro con muco accompagnato da contrazioni, vuol dire che sta cominciando il travaglio. L'emorragia corrisponde a quella che si definisce "perdita del tappo mucoso". Questo significa che il tappo che copre l'apertura dell'utero durante la gravidanza si è staccato. In questo caso, il sanguinamento è un segnale positivo: il tuo bambino sta per nascere.
Fonte https://www.elle.com/it/salute/benessere/news/a171148/perdite-di-sangue-in-gravidanza/

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