venerdì 21 settembre 2018

PERICOLI DELLA ROSOLIA IN GRAVIDANZA E STRATEGIE DI PREVENZIONE

       La rosolia è una malattia infettiva causata dal Rubivirus: si trasmette per via aerea, attraverso starnuti, tosse e goccioline di saliva emesse parlando. Si manifesta attraverso la comparsa di un esantema, ossia un'eruzione cutanea di piccole macchie rosacee, simili a quelle che compaiono con il morbillo o la scarlattina.

       Il tempo di incubazione della malattia è di circa 2-3 settimane: dopo questo periodo inizia a manifestarsi l'esantema, inizialmente su viso e collo e successivamente sul resto del corpo, e può durare per 5-10 giorni. In alcuni casi possono presentarsi anche sintomi come mal di testa, febbre, ingrossamento dei linfonodi e raffreddore. Nel 50% dei casi i sintomi possono non essere evidenti e quindi la malattia può passare inosservata.

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       Contrarre la rosolia durante la gravidanza porta allo sviluppo di gravi problemi di salute nel feto. In questo caso il bambino viene colpito da sindrome da rosolia congenita e i danni maggiori si presentano quando la gestante contrae la malattia nelle prime 12 settimane di gestazione.

       Le conseguenze possono essere morte intra-uterina, aborto spontaneo o lo sviluppo di gravi malformazioni e difetti congeniti. I risultati di alcune ricerche hanno rilevato che il 62% dei bambini colpiti da rosolia durante la gravidanza hanno sviluppato anomalie congenite, tra le quali sordità (47% dei casi), lesioni cardiache (42%), difetti della vista (42%) e microcefalia (14%).

       A oggi non esistono terapie contro la rosolia ma è possibile attuare una strategia di prevenzione tramite vaccinazione. Le donne che desiderano una gravidanza dovrebbero verificare già prima del concepimento se sono immuni al virus eseguendo un esame del sangue chiamato Rubeotest, che viene effettuato anche periodicamente durante la gravidanza dalle donne che risultano negative alla presenza di anticorpi contro la rosolia.

       È importante affidarsi sempre a un ginecologo di fiducia per definire a quali test prenatali non invasivi e invasivi sottoporsi.

Fonti:
1. The New Harvard Guide to Women's Health - Di Karen J. Carlson,Stephanie A. Eisenstat,Terra Diane Ziporyn
2. epicentro.iss.it
3. CDC – Centers for Disease Control and Prevention

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