lunedì 21 dicembre 2015

Scelta di moralità: affittare utero di donna o adottare un bambino

         Le persone che si prendono il coraggio a un passo così importante e difficile come l’adozione, sono sempre tanto rispettate dalla società, al contrario di quelli che decidono di prendere in affitto l’utero di una donna e farla subire i dolori della gravidanza, il parto ecc. Secondo le statistiche, circa 700 delle coppie italiane all’anno partono dall’Ucraina con i figli nati da una madre “in affitto”. All’arrivo in Italia e rivolgendosi alle autorità rispettive per registrare il certificato di nascita del suo figlio, i genitori si vanno sospettati di un atto illegale (maternità surrogata) e dopo che il bambino è stato registrato i genitori si tirano addosso la critica e rimproveri di aver commettere un’immoralità, un atto contrario a tutte le norme etiche e religiose. Come il risultato, coloro che hanno ricorso ai servizi di una madre surrogata, vengono tenuti sotto una stretta sorveglianza dalla parte di agenzie statali speciali. Una cosa contraria è l’adozione di un bambino che ha perso l’amore e la cura dei genitori, per lo più, se si tratta di un bambino con i bisogni speciali.
         Adottando, per esempio, un bambino con malattia cardiaca, AIDS o sindrome di Down (più di metà di orfani hanno vari tipi di disabilità (fisiche o mentali), gli regalate la possibilità di crescere in una famiglia con i genitori che gli vogliono bene, ed a volte, gli salvate la vita. Inoltre, con un tale atto, fate un contributo significativo ed immenso alla soluzione del problema sociale con i bambini abbandonati. Le coppie che hanno espresso il desiderio di adottare un bambino con i bisogni speciali, ottengono certe facilitazioni e il processo di adozione avviene molto più velocemente anziche l’adozione di un bambino sano.
         Attualmente l’alternativa principale all’adozione è la maternità surrogata. Nonostante il biasimo mondiale di questa procedura, la maternità surrogata e “bambini dalla provetta” diventano le cose “quotidiane” e largamente diffuse tra le coppie sterili.

         Una donna, il cuì utero avete affittato per far crescere proprio figlio, subito dopo il parto scrive la rinuncia e dà il bimbo ai genitori biologici. Da quel momento inizia una strada difficile: l’allatamento ogni tre ore, il cambio dei pannolini, le notte insonne, i pianti infiniti, le coliche… ecc ecc. Adottando, però, potete scegliere un bambino maggiore. Si capisce che questo bambino probabilmente era nato nella famiglia problematica (i genitori tossico o alcol dipendenti, portatori dell’AIDS o con le malattie genetiche) ma tutto è nelle vostre mani: rieducazione, istruzione, formazione ecc. Voi potete dimostrargli che il mondo non è del tutto cattivo, che ci sono tante persone brave e anche farlo diventare le persone per bene!
         Il bambino nato da un’altra donna, anche se è biologicamente vostro, vi fa passare tutti i tappi della crescita del neonato che a volte hanno molte difficoltà per genitori impreparati per prendere cura dal piccolo. Avrete il certificato di nascita che siete i genitori biologici di questo figlio che ha il vostro cognome, ma sarete per sempre sferzati e perseguiti dalla società, parenti e conoscenti.
         Con tanti orfani al mondo, perché non ricorrere all’adozione piuttosto che ad un’esperienza così trasgressiva ed artificiosa? In ogni caso è la scelta vostra.

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