sabato 12 dicembre 2015

SALE L'ETÀ DELLE DONNE CHE ACCEDONO ALLA PMA

        Sale, se pur di poco, l'età delle donne che accedono alle tecniche di Pma da tecniche a fresco: nel 2012 è pari al 36,5, al di sopra del corrispettivo dato europeo che, per il 2010, si attestava ad un valore di età media di 34,7 anni. Lo evidenzia la Relazione sull'applicazione della Legge 40, inviata al Parlamento dal ministro della Salute. 

        La Relazione pone l'accento su "come gli esiti positivi delle procedure siano in rapporto all'età delle donne ed in Italia ben il 30,7% dei cicli a fresco è effettuato da pazienti con età pari ai 40 anni o più: dato in lieve aumento rispetto al 2011. Le ridotte probabilità di ottenere una gravidanza già da età successive ai 40 anni sono inoltre gravate da una alta percentuale di esiti negativi della gravidanza stessa, aborti spontanei, aborti volontari, morti intrauterine, gravidanze ectopiche: 39,9% tra i 40 e 42 anni e 61,5% con età superiore ai 42 anni.


          Gli esiti negativi delle gravidanze per tutte le tecniche di II e III Livello sono in aumento per tutte le fasce di età, soprattutto per quelle superiori a 40 anni". In generale, aumenta l'accesso alle tecniche di Pma, che si avvicina alle medie europee.
         "Il sempre maggiore ricorso alle tecniche di fecondazione assistita - si legge nella Relazione - è un elemento da approfondire in ambito socio-sanitario: il dato italiano, inferiore a quello della media europea del 2010, e superiore al singolo dato riferito a paesi come la Gran Bretagna e la Germania, potrebbe essere legato al fatto che nel nostro paese, in generale, si cerca di avere figli in un'età più' elevata, nella quale la fertilità è notevolmente ridotta. 


          Questo fenomeno implica che anche la scoperta d'infertilita' si verifichi ad un'età nella quale l'efficacia delle tecniche di procreazione medicalmente assistita è sensibilmente limitata.           Per esempio nella tecnica di I livello, la percentuale di successo sulle donne con un'età pari o superiore ai 40 anni risulta del 5,5% e si abbassa fino al 2,6% per le donne con un'età superiore ai 43 anni. Vista la scarsa efficacia di questa tecnica, meno invasiva delle altre, sulle donne in età più avanzata, si riducono i margini per l'applicazione del principio di gradualità previsto dall'art. 4 della Legge 40/2004".

Fonte: Redazione MolecularLab.it , Pubblicato in 
Medicina e Salute

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