martedì 15 dicembre 2015

La battaglia di Gordon e Manuel per riavere la figlia: coppia gay bloccata in Thailandia dalla madre surrogata


«Preoccupata per la piccola»
La donna che ha dato alla luce la piccola Carmen non ha nessun legame biologico con la bimba. Che è stata concepita tramite ovodonazione, utilizzando il seme di Gordon. Dopo avere partorito, ha firmato i documenti che hanno permesso ai due uomini di portare a casa la piccola dall’ospedale. Dieci giorni dopo però ha chiesto di riavere indietro la bambina. Rifiutandosi di firmare i documenti necessari perché la famiglia potesse lasciare il Paese. «Ha detto che pensava che fossimo una “famiglia tradizionale” e che era preoccupata per la piccola», ha spiegato Lake. «Abbiamo sperato fino all’ultimo di avere capito male».
Bloccati in Thailandia, dopo che la madre surrogata di loro figlia, si è rifiutata di firmare il permesso che permetterebbe loro di lasciare il Paese. Visto che, sostiene la donna, non aveva idea che i due uomini fossero una coppia. Da gennaio, Gordon Lake, il marito Manuel, la piccola Carmen e il fratellino Alvaro, 23 mesi, nato tramite maternità surrogata in India, vivono in una località segreta di Bangkok, nel terrore che le autorità possano portargli via la neonata. «Un vero e proprio incubo», ha detto Gordon Lake al Guardian. «Il peggio che potesse capitarci».


Lo stop del governo alla maternità surrogata
Come migliaia di altre coppie, Gordon e Manuel avevano scelto la Thailandia per la maternità surrogata. Ma alcuni recenti scandali - tra cui il caso di un uomo d’affari giapponesi che aveva avuto 16 figli in questo modo e quello di una coppia che ha scelto di non portare a casa un bimbo affetto da sindrome di Down - hanno spinto il governo, lo scorso febbraio, a bloccare queste pratiche.
 
Fonte http://www.corriere.it/esteri/15_luglio_20/gordon-manuel-piccola-carmen-bloccati-thailandia-madre-surrogata-1711c240-2ece-11e5-820a-d82a668b1363.shtml

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