giovedì 23 gennaio 2020

Gravidanza biochimica: come riconoscere e affrontare un aborto precoce

        Con il termine gravidanza biochimica intendiamo una gravidanza visibile esclusivamente da esito positivo di analisi chimiche ed assente dal punto di vista ecografico.
        La gravidanza biochimica infatti è un tipo di aborto spontaneo che avviene a poche settimane dal concepimento. Un aborto veloce e precoce con un feto che non supera la quinta settimana, tanto precoce che molto spesso la donna non sa neppure che era incinta e confonde questo evento con un banale ritardo del ciclo mestruale. L’unico modo per la diagnosi delle gravidanze biochimiche è sempre l’analisi delle beta-hCG, un ormone che aumenta nel corpo femminile nel primo periodo a partire dal concepimento.

Gravidanza biochimica: in cosa consiste
        Questa tipologia di gravidanza, detta anche microaborto o aborto biochimico, è un aborto spontaneo precoce che avviene in tempi rapidissimi, dalla quinta settimana di gestazione della donna. Così precoce che capita spesso che la donna non facendo un test e non avendo avuto risultato positivo non si renda conto di nulla e scambi il fenomeno per un ritardo del ciclo mestruale.
        Durante una gravidanza biochimica, l’ovulo fecondato si impianta nella parete dell’utero ma poi non riesce a crescere: la gestazione si interrompe in modo precoce verso la quarta o la quinta settimana e di conseguenza si verifica come risposta un nuovo ciclo mestruale. Il test di gravidanza è in grado fin da subito di rilevare i livelli aumentati di beta -hCG (la gonadotropina corionica), ma allo stesso tempo l’esame ecografico non evidenzia la presenza dell’embrione. A livello fisico, il microaborto avvenendo alla quarta settimana non causa alla donna problemi rilevanti dell’utero ma comporta delle ripercussioni psicologiche e sicuramente molte domande. Continua a leggere per scoprire le cause delle gravidanze biochimiche!

Quali sintomi avverte il mio corpo

gravidanza biochimica        La gravidanza biochimica è un aborto precoce che non presenta sintomi particolari. A volte la donna può avere sintomi simili a quelli di una gravidanza di qualche settimana, altre volte può non averne affatto. L’assenza di sintomi rilevanti è uno dei motivi per cui quasi sempre si tende a confondere questo aborto precoce con un ritardo del ciclo mestruale. Ci sono anche volte in cui la donna avverte dei sintomi quali cambi di umore, stanchezza, tensione e irritabilità: una sintomatologia che nel caso specifico lascia pensare più a un periodo di stress che a un’interruzione spontanea di gravidanza. Altri sintomi che si manifestano nel corso di una gravidanza biochimica sono un flusso più abbondante di quello mestruale (che comunque può essere scambiato per ciclo mestruale) accompagnato da mal di schiena, dolore alla pancia e contrazioni uterine. Molto più semplice rendersi conto di cosa sta accendendo al proprio corpo se la coppia sta seguendo un programma per la fertilità perché in questo caso la gravidanza viene seguita fin dal primo giorno dell’impianto positivo dell’embrione ed facile capire, fin da subito, se si sta verificando un aborto.

Dal risultato positivo all’aborto
        Appena l’ovulo fecondato si impianta nella cavita uterina, i livelli di beta hCG crescono in maniera graduale per poi stabilizzarsi dopo la decima settimana dal concepimento. La presenza in quantitativi rilevanti di questo ormone, la gonadotropina corionica, può essere rilevata con qualsiasi test di gravidanza di quelli che si acquistano in farmacia o al supermercato e naturalmente con un’analisi del sangue.
        L’urina sullo stick, mostra immediatamente, gli indici aumentati di beta hCG, grazie a una reazione chimica che evidenzia il positivo.Ciò spiega anche il nome “gravidanza biochimica”: il test darà sempre esito positivo con esame chimico, ma all'esame ecografico non sarà visibile né l'embrione, né la sacca gestazionale.
        Questa beta hCG è in grado quindi di assicurare che realmente si tratti di gravidanza biochimica e non di un semplice ritardo. Scoprire che si tratta di aborto, anche se dopo pochissimi giorni, crea sempre nella donna un senso di profondo sconforto. È importante scegliere in questi casi un supporto psicologico per affrontare la situazione e se lo si desidera riprovare ad avere un bambino quando il cambiamento ormonale affrontato dal corpo femminile si sarà stabilizzato.

test gravidanzaPosso riprovare a restare incinta?
        Nel caso hai affrontato una gravidanza biochimica, tranquillizzati perché è sempre possibile riprovarci: questo tipo di interruzione precoce di gravidanza non comporta danni né limita la tua possibilità di diventare mamma. Se l’idea di avere un figlio ti piace e magari ci stai provando da un po’, subire una gravidanza biochimica può essere molto frustante. Le donne che desiderano un bambino si sentono scoraggiate nel momento di un aborto e spesso si chiedono quando potranno nuovamente provare a restare incinte.
        In realtà non esiste una regola, tuttavia anche se magari l’idea non ti piace sarebbe meglio aspettare che lo sconvolgimento ormonale causato da questo inizio di gravidanza si assesti.
Come ogni tipologia di aborto, anche con la gravidanza biochimica, è meglio aspettare il ritorno della mestruazione successiva per provare nuovamente a restare incinta (se possibile, anche un paio di mesi).
Qualche settimana in più ti permetterà di stare meglio!
        Ovviamente i tempi di attesa sono diversi da donna e donna e spesso sono legati anche allo stato emotivo e alla capacità individuale di affrontare la situazione. L’ideale è comunque confrontarsi con il proprio ginecologo, e valutare insieme sia lo stato di salute che la necessità di un supporto psicologico.

Fonte https://www.alfemminile.com/concepimento/gravidanza-biochimica-s4008905.html

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