Durante la gravidanza, le difese immunitarie della futura mamma sono più basse e il rischio di infezioni o intossicazioni alimentari è sempre dietro l’angolo, soprattutto se si consumano cibi non freschi o di cui non si conosce la provenienza. Uno dei primi fattori di pericolo è rappresentato dalla selezione delle materie prime, che potrebbero essere scadenti per garantire prezzi modici. Si rischia di consumare prodotti non di qualità, come del pesce proveniente da aree contaminate o carni di animali sottoposti a trattamenti antibiotici. Il consumo di prodotti non freschi o non cotti adeguatamente, potrebbe causare infezioni parassitarie gravi anche per il feto, come la toxoplasmosi, la salmonella o l’anisakidosi, provocata dal verme parassita Anisakis presente nel pesce crudo non abbattuto. Inoltre, in alcuni casi i venditori ambulanti utilizzano coloranti per migliorare l’aspetto dei cibi, dannosi per la salute della gestante, così come disinfettanti e insetticidi per ovviare alle cattive condizioni igieniche di banchetti e furgoni.
Anche determinati metodi di cottura, frequenti nello street food, possono incrementare la presenza di contaminanti: una frittura che non prevede olio d’oliva, ad alta temperatura, può sviluppare l’acroleina, una sostanza tossica per il fegato e irritante per la mucosa gastrica, mentre la cottura alla griglia, principalmente delle carni, può provocare bruciature con conseguente produzione di sostanze tossiche, come gli idrocarburi policiclici aromatici.
Anche il fattore ambientale non è da sottovalutare, quando si decide di consumare street food durante la gravidanza. Spesso, infatti, gli stand itineranti e i food truck sono ubicati nei punti più trafficati, ad esempio nei pressi delle stazioni o nelle vicinanze delle fabbriche, per godere di una maggiore visibilità e sfruttare al contempo la pausa pranzo dei lavoratori, con il rischio che il cibo sia più esposto ad agenti atmosferici inquinanti.
Anche determinati metodi di cottura, frequenti nello street food, possono incrementare la presenza di contaminanti: una frittura che non prevede olio d’oliva, ad alta temperatura, può sviluppare l’acroleina, una sostanza tossica per il fegato e irritante per la mucosa gastrica, mentre la cottura alla griglia, principalmente delle carni, può provocare bruciature con conseguente produzione di sostanze tossiche, come gli idrocarburi policiclici aromatici.
Anche il fattore ambientale non è da sottovalutare, quando si decide di consumare street food durante la gravidanza. Spesso, infatti, gli stand itineranti e i food truck sono ubicati nei punti più trafficati, ad esempio nei pressi delle stazioni o nelle vicinanze delle fabbriche, per godere di una maggiore visibilità e sfruttare al contempo la pausa pranzo dei lavoratori, con il rischio che il cibo sia più esposto ad agenti atmosferici inquinanti.
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