La regola generale è di attenersi alla dicitura sulla confezione, specialmente durante la gravidanza, quando le difese immunitarie sono più basse. Non tutte le etichette sono però uguali, nell’indicare la data di scadenza. Le possibili diciture sono infatti due, a seconda della tipologia di alimento: “da consumarsi preferibilmente entro il” oppure “da consumarsi entro il”. Nel primo caso, si tratta di un termine indicativo, per cui si consumerebbe un prodotto che potrebbe non avere più le caratteristiche organolettiche di prima, ma non rischioso per la salute.
La seconda dicitura, invece, indica una scadenza tassativa, che deve quindi essere rispettata per evitare disturbi anche seri. Solitamente, quest’ultima si riferisce ad alimenti freschi, come ad esempio il latte, che una volta scaduti è meglio non consumare. Si può, invece, mangiare il cibo conservato correttamente nel congelatore o a lunga conservazione anche a distanza di una o due settimane dalla data di scadenza. Tra gli alimenti che è preferibile non ingerire una volta scaduti, ci sono i formaggi freschi a pasta molle, il cui consumo è particolarmente rischioso in gravidanza perché potrebbe provocare la listeriosi. Lo yogurt può essere consumato fino a una settimana dopo la data di scadenza, se perfettamente conservato in frigorifero, mentre riso e pasta si conservano fino ad un anno
dopo.
Cibo scaduto in gravidanza: i sintomi
Qualora si fosse consumato cibo scaduto durante la gravidanza, i sintomi potrebbero essere più o meno preoccupanti. Può, ad esempio, capitare di accusare mal di pancia e malessere dopo aver mangiato del cibo avariato, ma in alcuni casi le conseguenze potrebbero essere più serie. Tra i rischi che si corrono mangiando un prodotto andato a male c’è quello di intossicazione alimentare o avvelenamento, che si manifestano con vomito, dissenteria, nausea e febbre alta, dovuti alla contaminazione da batteri o funghi.
La seconda dicitura, invece, indica una scadenza tassativa, che deve quindi essere rispettata per evitare disturbi anche seri. Solitamente, quest’ultima si riferisce ad alimenti freschi, come ad esempio il latte, che una volta scaduti è meglio non consumare. Si può, invece, mangiare il cibo conservato correttamente nel congelatore o a lunga conservazione anche a distanza di una o due settimane dalla data di scadenza. Tra gli alimenti che è preferibile non ingerire una volta scaduti, ci sono i formaggi freschi a pasta molle, il cui consumo è particolarmente rischioso in gravidanza perché potrebbe provocare la listeriosi. Lo yogurt può essere consumato fino a una settimana dopo la data di scadenza, se perfettamente conservato in frigorifero, mentre riso e pasta si conservano fino ad un anno
dopo.
Cibo scaduto in gravidanza: i sintomi
Qualora si fosse consumato cibo scaduto durante la gravidanza, i sintomi potrebbero essere più o meno preoccupanti. Può, ad esempio, capitare di accusare mal di pancia e malessere dopo aver mangiato del cibo avariato, ma in alcuni casi le conseguenze potrebbero essere più serie. Tra i rischi che si corrono mangiando un prodotto andato a male c’è quello di intossicazione alimentare o avvelenamento, che si manifestano con vomito, dissenteria, nausea e febbre alta, dovuti alla contaminazione da batteri o funghi.
Fonte http://dilei.it/mamma/cibi-scaduti-gravidanza-rischi/477108/
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