Dare la possibilità a chi viene colpito da un tumore sotto i 40 anni di poter diventare mamma, o papà, dopo essersi curati. Si chiama 'Madri oltre il tempo della malattia', ed è il progetto lanciato dal San Matteo di Pavia, per fare ricerca e crioconservare i gameti - ovociti o seme - dei pazienti che, in giovane età, vengono colpiti da un cancro o da una patologia le cui cure potrebbero comportare l'infertilità. In questo modo i malati, una volta guariti, potranno coronare il loro desiderio di diventare genitori, attraverso il loro materiale genetico criocoservato e le tecniche di fecondazione assistita.
Il problema dell'infertilità causata da cure come chemio e radioterpia, secondo le stime dell'ospedale, riguarda almeno 8mila pazienti ogni anno in tutta Italia. Ovvero, 5mila donne e 3mila uomini con meno di 40 anni. Di qui, l'iniziativa del San Matteo, che partirà dalla ristrutturazione dei locali della vecchia sala parto, dove in 25 anni di attività sono nati oltre33mila bambini. E dove, adesso, sarà ospitato il progetto, che prevede la criconservazione degli ovociti delle donne che rischiano la menopausa prococe in seguito a una chemioterapia, e del seme degli uomini con malattie oncologiche.
Per finanziare il progetto, l'ospedale ha lanciato una campagna di raccolta fondi, attraverso il meccanismo del crowdfunding: sulla piattaforma Universitiamo già adesso è possibile lasciare una donazione per finanziare il progetto di ricerca. Gli organizzatori hanno fissato tre "step": il primo prevede la raccolta di 20mila euro, che saranno usati per acquistare gli incubatori necessari al laboratorio e per allestire un "Fertility corner" dove saranno tenuti corsi per spiegare l'iniziativa. Il secondo step prevede la raccolta di altri 60mila euro, che saranno necessari per continuare con l'allestimento degli spazi e acquistare i "bidoni" dove, sotto azoto liquido, verranno conservati i gameti crioconservati. Infine, il terzo step prevede la raccolta degli ultimi 100mila euro, che saranno utilizzati dall'ospedale sia per completare i laboratori sia per istituire due borse di studio, una per un medico e una per un biologo, che lavoreranno al progetto.
"La procreazione medicalmente assistita permette di prelevare in modo rapido e sicuro le cellule uovo e di conservarle intatte fino a quando la donna avrà superato la malattia e sentirà il desiderio di diventare madre", spiega Rossella Nappi, responsabile del Centro di pocreazione medicalmente assistita del San Matteo di Pavia. "Dare informazioni e creare consapevolezza su un tema così importante è un dovere del medico specialista in tema di fertilità per preservare la capacità riproduttiva in un Paese dove si programma di avere un figliosempre più tardi e, dunque, con potenziali maggiori rischi e difficoltà".
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