lunedì 19 settembre 2016

La colestasi gravidica

         Secondo un documento pubblicato sul sito del Royal College of Obstetricians and Gynaecologist si tratterebbe di una patologia piuttosto rara, che in Inghilterra colpisce lo 0,7% delle donne in gravidanza, con un incremento al 1,5% se ci si riferisce alle donne asiatiche, e dipende principalmente da fattori genetici. La conferma arriverebbe dal fatto che è molto più frequente in alcune aree geografiche specifiche e se ci sono stati casi in famiglia o nelle precedenti gravidanze, tanto che la percentuale che la malattia si ripresenti in una gravidanza successiva può arrivare al 90%.
            L’identificazione ed il trattamento di questa malattia sono importanti perché ci possono essere seri problemi, come sofferenza fetale, morte endo-uterina, asfissia o morte neonatale. Problemi derivanti dall’elevata concentrazione di acidi biliari nel sangue che impediscono il normale sviluppo polmonare del feto e le conseguenti difficoltà respiratorie alla nascita.prurito gravidanza
            La diagnosi deve includere diversi sintomi: prurito generalizzato che peggiora di notte, con conseguenti disturbi del sonno, aumento delle transaminasi, gammaGT e talvolta anche della bilirubina. Prima della diagnosi devono naturalmente essere escluse altre possibili cause, come epatiti o eczemi. Una volta stabilita la diagnosi della colestasi gravidica, devono essere costantemente misurati i valori delle transaminasi e contestualmente iniziare i trattamenti specifici. 
           Le cause della malattia non sono ancora ben conosciute, tuttavia si presume che derivi da una maggiore sensibilità degli steroidi che vengono prodotti in abbondanza durante la gravidanza, determinando un aumento dei sali biliari che si riversano nei tessuti provocando irritazione, ossia quel fastidioso senso di prurito caratteristico e ben differente da quello prodotto da irritazioni o eruzioni cutanee che hanno altre cause. Per lo stesso motivo alle donne che hanno sofferto di colestasi gravidia viene sconsigliato l’utilizzo dopo lagravidanza della pillola anticoncezionale 
           La terapia prevista per questa patologia prevede la riduzione del prurito utilizzando sostanze idratanti e calmanti associate a farmaci antistaminici. Per il trattamento il farmaco più utilizzato che offre maggiori benefici e minori effetti collaterali è l’acido ursodesossicolico. Tuttavia nei casi a rischio maggiore si consiglia di non protrarre il parto oltre le trentasette settimane.    
Fonte : https://www.rcog.org.uk/globalassets/documents/guidelines/gtg_43.pdf

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