sabato 24 settembre 2016

Oggi fare un figlio è un dovere sociale. E se non viene?

         Quando fai un figlio? Da quando mi sono sposata mi sono sentita ripetere questa domanda decine di volte. Nessuna cattiveria, loro cercano solo di farti capire che non c’è carriera, viaggio o esperienza tanto meravigliosa quanto avere un figlio. I problemi si risolvono, l’affitto in qualche modo si paga, i soldi si trovano.
         E anche quando non te lo dicono esplicitamente capisci che lo stanno pensando. Semplice deformazione “culturale”: ci si sposa e poi si fanno i figli. C’è però un aspetto che nessuno prende mai in considerazione perché ritenuto assolutamente innaturale: la sterilità.
E se uno semplicemente non riuscisse ad averli i figli?
         Io e mio marito abbiamo deciso di provare ad avere un bambino la sera stessa del nostro “sì”. Per sette anni eravamo stati attenti, mai una distrazione, un colpo di testa in un attimo di passione travolgente. La laurea, poi il lavoro, la casa, la stabilità economica. Un figlio devi potertelo permettere e noi avevamo scelto di fare un passo alla volta.
         Così, nell’illusione di aver raggiunto una stabilità professionale e con la fede al dito, quel 19 luglio del 2013, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che era arrivato il momento, che avremmo potuto mettere in cantiere un bebè ancor prima di trovare un appartamento più grande. Nella nostra casetta in affitto di 35mq potevamo vivere tranquillamente io e il mio pancione, mio marito e il suo metro e 92, insieme al nostro cane. Quel mese l'abbiamo vissuto pieno di false aspettative. Ad agosto, tornati dal viaggio di nozze, speravamo già di essere in tre.
La prima delusione
         Alla vista del sangue sugli slip, il primo colpo al cuore, pensai subito che in me c'era qualcosa che non andava. Per mio marito era solo questione di tempo, per me era diverso: vivevo in uno stato di disagio perenne, mi sentivo “sbagliata”, avevo la sensazione di non essere all’altezza del mio ruolo di moglie se ancora non ero stata in grado di allargare la famiglia. La mia testa era un frullatore di domande e sensi di colpa. Tutti si aspettavano il lieto annuncio.
Fare un figlio è quasi un dovere sociale
         È come se, ad un certo punto, fare un figlio diventa un dovere sociale, la sterilità non è contemplata. La natura umana è perfetta e quando finalmente decidi di procreare, basta copulare e tac..Resti incinta! Si cresce con questa impostazione mentale, ce lo raccontano le nostre nonne, ce lo mostrano i film. Non riusciamo più nemmeno a distinguere la fantasia dalla realtà. Ci illudiamo che il problema non esista, convinti che forse, ignorandolo, non toccherà mai ai noi.COPPIA IN CRISI
Tutti procreano, noi no
         Intanto i mesi trascorrevano tutti uguali: cercavo di cogliere ogni piccolo segnale del mio corpo, ogni cambiamento. L'arrivo delle mestruazioni diventava il solito appuntamento con le lacrime. Intorno a me si festeggiavano le nascite. A volte, trascorsi i 9 mesi di gravidanza, le coppie erano già scoppiate; io e mio marito ci chiedevamo perché proprio a noi. Intanto ero stata risucchiata nelle sabbie mobili dei controlli, delle analisi, impantanata e incapace di risalire. In questi tre anni ho più volte toccato il fondo, rischiando persino di perdere l'uomo che amo. Ora sono più tranquilla, razionale, lucida. Io e mio marito siamo riusciti ad accendere un mutuo e abbiamo comprato una casa con una cameretta in più. Aspettando che il nostro sogno diventi realtà.
Fonte http://www.donnamoderna.com/news/societa/restare-incinta-difficolta

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