Più frequentemente si tratta di baby blues (ne soffrono sette neomamme su dieci), una sorta di malinconia causata essenzialmente dagli squilibri ormonali che avvengono nell’organismo subito dopo il parto e anche dal peso delle nuove responsabilità.
L'abbiamo in fondo provata tutte: a volte ci sentiamo in colpa, a volte sentiamo sulle nostre spalle un peso troppo grande, ci sentiamo inadeguate e tutto ci sembra così faticoso e difficile.
Sappiate che il baby blues passa. Dura solo pochi giorni, a volte settimane. Giusto il tempo di tarare se stesse e le proprie abitudini sui nuovi ritmi, sulle notti un po’ agitate, sulla nuova vita che si sta schiudendo.
Per 10/20 di queste neomamme, però, la malinconia non va via. Anzi si incancrenisce, mette radici e rabbuia tutto ciò che di bello c’è nella nuova famiglia che è appena nata. E’ la depressione post partum e, secondo recenti dati, colpisce circa novantamila neomamme italiane.
Depressione post parto, sintomi
Appurato che un po’ di senso di solitudine, tristezza e apatia nei primi giorni sono assolutamente fisiologici, se la depressione persiste è bene porsi qualche domanda. Non chiudiamoci in noi stesse per paura, pudore o per semplice astenia.
Impariamo innanzitutto a riconoscere i sintomi di una depressione:
Fattori genetici e una predisposizione alla depressione o ai disturbi dell'umore, magari preesistenti, sono tra le principali cause della depressione post partum, ma la comunità scientifica si è interrogata a lungo e continua a farlo, sulle possibili cause di questo fenomeno. Queste le conclusioni cui sono giunti i ricercatori:
Un recente studio condotto in Svezia suggerisce che le donne che partoriscono in autunno e in inverno hanno maggiori probabilità di essere colpite dalla depressione post partum rispetto alle neo-mamme che danno alla luce i loro bambini in primavera. La dott.ssa Sara Sylven e i colleghi della Uppsala University affermano che le variazioni nella quantità di luce solare influenzano le reazioni chimiche nel cervello collegate alla depressione.
I figli di mamme che hanno sofferto di depressione post parto sono quattro volte più a rischio di avere essi stessi episodi di depressione durante l'adolescenza. Lo ha scoperto uno studio pubblicato dal Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry. I ricercatori dell'Università di Reading hanno studiato 100 neomamme, tra cui 58 avevano avuto la depressione post parto, valutando la salute del bambino a 18 mesi e a 5, 8, 13 e 16 anni. Dallo studio è emerso che i figli delle mamme depresse avevano una probabilità del 41,5 per cento di esserlo anche loro, mentre per gli altri il rischio era del 12,5 per cento.
Il parto cesareo aumenta la probabilità che la neomamma sviluppi la depressione post parto. Lo afferma uno studio della National Yang-Ming University di Taiwan, pubblicato dalla rivista Birth, su oltre 10mila mamme. I ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche delle pazienti dell'ospedale, trovando che per le neomamme che hanno scelto il parto naturale il rischio di depressione è inferiore di un terzo. Anche all'interno del gruppo che ha invece effettuato l'intervento, la depressione aumenta del 48 per cento se il cesareo è stato programmato, e non effettuato per motivi di emergenza. Secondo gli studiosi, i motivi che legano cesareo e depressione sono diversi: una causa potrebbe essere il maggior tempo necessario a recuperare fisicamente dopo l'intervento, ma c'è anche un senso di inadeguatezza nelle mamme quando è il chirurgo a far nascere il bimbo
Le donne con una storia di ipertensione prima di rimanere incinta hanno più probabilità di cadere in depressione durante la gravidanza. Lo ha suggerito uno studio pubblicato sulla rivista General Health Psychiatry. Lo studio ha esaminato 2.398 donne che hanno ricevuto cure prenatali in una clinica di ostetricia a Seattle, valutandole per sintomi depressivi, pre-esistente ipertensione o ipertensione indotta dalla gravidanza. Si stima che circa il 13 per cento delle donne soffra di una qualche forma di ipertensione durante la gravidanza, causata cambiamenti fisiologici dovuti alla gestazione. Dal cinque al sette per cento, inoltre, sviluppa una condizione nota come preeclampsia, una grave forma di ipertensione gestazionale che può portare a parto prematuro. Precedenti ricerche avevano già suggerito un legame tra depressione e ipertensione indotta da gravidanza e preeclampsia. Tuttavia, la ricerca ha messo in evidenza che le donne con ipertensione prima della gravidanza, con o senza lo sviluppo di preeclampsia, hanno circa il 55-65 per cento più probabilità di soddisfare i criteri per i sintomi depressivi significativi.
Depressione post parto, rimedi
Se ci si sente depresse è meglio parlarne con il proprio medico. La terapia per curare una depressione post parto chiaramente diagnosticata è essenzialmente di tipo farmacologico, anche se prima di prescrivere e assumere farmaci è consigliabile tentare altre strade, come quella del supporto psicologico e pratico.
Molto si può fare per aiutare una neomamma che soffre di depressione post-partum e il padre gioca un ruolo fondamentale. I figli si fanno in coppia ed è la coppia insieme che deve affrontare questo momento difficile, per tutelare il benessere della mamma e del bambino. I papà devono essere presenti, sia psicologicamente che fisicamente.
Aiutarla nei lavori domestici, prepararle da mangiare, prendersi cura del neonato sono tutte cose che possono contribuire ad alleviare il peso che grava sulle spalle della mamma.
Dal punto di vista psicologico è importante che chi sta vicino alla neomamma, soprattutto il marito, le chieda chiaramente se ha bisogno di qualcosa, si proponga in prima persona per starle accanto in caso di crisi di pianto o di particolare sconforto, si offra di ascoltarla e di sostenerla senza mai farla sentire in colpa e senza sminuire il suo disagio emotivo.
Insomma, ricevere sostegno sin dalla gravidanza sembra essere fondamentale per prevenie la depressione post partum: uno studio della University of California di Los Angeles, pubblicato sulla rivista Clinical Psychological Science, ha analizzato 210 donne incinte di diverse etnie e status socio-economico controllandole tre volte durante la gravidanza, a 19, 29 e 37 settimane e otto mesi dopo la nascita.
Gli scienziati hanno prelevato campioni di sangue e controllato i livelli della corticotropina, un ormone dello stress rilasciato dalla placenta. Al netto di fattori come età, istruzione e reddito, le donne che riportavano di aver avuto più sostegno dalla famiglia facevano registrare livelli relativamente bassi di sintomi depressivi e avevano anche aumenti meno drastici di corticotropina e i livelli più bassi in assoluto di questo ormone nel terzo trimestre di gravidanza.
Depressione post partum non curata
Diagnosticare la depressione post partum non è difficile per un esperto, eppure la metà dei casi non viene mai diagnosticata a causa dell’indifferenza e della disattenzione.
Come dicevamo, è normale che la neomamma appaia irritabile, stanca, nostalgica. Ma quando una normale baby blues - la tipica malinconia post parto, causata anche dai grandi cambiamenti ormonali che si verificano dopo il parto - si trasforma in depressione non bisogna sottovalutare i sintomi e chiedere (o dare) aiuto, per evitare che si cronicizzi e possa compromettere lo stato mentale della donna.
Depressione post partum dopo un anno
La depressione post partum non colpirebbe le neomamme solo nel primo anno di vita, ma può essere insidiosa anche anni dopo il parto.
Lo suggerisce uno studio australiano condotto su 1500 madri: il 10% di esse ha sofferto di depressione post parto nel primo anno di vita del bambino, ma la percentuale è salita al 15% dopo 4 anni. La ricerca condotta dal Murdoch Childrens Research Institute di Melbourne e pubblicata sul Journal of Obstetrics and Gynaecology ha scoperto che le donne che soffrono di depressione nel primo anno di vita del bambino hanno un rischio maggiore di soffrire di sintomi depressivi quando il bambino avrà quattro anni.
Insomma, questa ricerca sembra mettere in dubbio la teoria che i primi mesi dopo la nascita del bebè siano i più delicati per l’equilibrio psicologico della mamma: come spiega Hannah Woolhouse, prima firmataria dello studio: il 40% delle donne depresse al quarto anno di vita del figlio non ne avevano sofferto prima e ciò suggerisce che la salute mentale sarebbe peggiorata con il passare degli anni.
E avere un solo figlio non sembra rendere le cose più semplici: la percentuale di donne depresse con un solo figlio di 4 anni era del 23% contro l’11% di quelle con due o più figli. Altri fattori di rischio di depressione nei primi quattro anni di vita: meno di 25 anni, abusi dal partner, basso reddito, eventi stressanti come il divorzio o problemi legati alla casa.
Fonte https://www.paginemamma.it/depressione-post-partum
L'abbiamo in fondo provata tutte: a volte ci sentiamo in colpa, a volte sentiamo sulle nostre spalle un peso troppo grande, ci sentiamo inadeguate e tutto ci sembra così faticoso e difficile.
Sappiate che il baby blues passa. Dura solo pochi giorni, a volte settimane. Giusto il tempo di tarare se stesse e le proprie abitudini sui nuovi ritmi, sulle notti un po’ agitate, sulla nuova vita che si sta schiudendo.
Per 10/20 di queste neomamme, però, la malinconia non va via. Anzi si incancrenisce, mette radici e rabbuia tutto ciò che di bello c’è nella nuova famiglia che è appena nata. E’ la depressione post partum e, secondo recenti dati, colpisce circa novantamila neomamme italiane.
Depressione post parto, sintomi
Appurato che un po’ di senso di solitudine, tristezza e apatia nei primi giorni sono assolutamente fisiologici, se la depressione persiste è bene porsi qualche domanda. Non chiudiamoci in noi stesse per paura, pudore o per semplice astenia.
Impariamo innanzitutto a riconoscere i sintomi di una depressione:
- perdita dell’appetito
- apatia e mancanza di cure verso se stesse e verso i propri cari,
- indifferenza o insofferenza nei confronti del neonato,
- difficoltà ad organizzarsi, anche semplicemente a riorganizzare il pensiero
- irritabilità;
- pianti e stanchezza
- sonnolenza
Fattori genetici e una predisposizione alla depressione o ai disturbi dell'umore, magari preesistenti, sono tra le principali cause della depressione post partum, ma la comunità scientifica si è interrogata a lungo e continua a farlo, sulle possibili cause di questo fenomeno. Queste le conclusioni cui sono giunti i ricercatori:
Un recente studio condotto in Svezia suggerisce che le donne che partoriscono in autunno e in inverno hanno maggiori probabilità di essere colpite dalla depressione post partum rispetto alle neo-mamme che danno alla luce i loro bambini in primavera. La dott.ssa Sara Sylven e i colleghi della Uppsala University affermano che le variazioni nella quantità di luce solare influenzano le reazioni chimiche nel cervello collegate alla depressione.
I figli di mamme che hanno sofferto di depressione post parto sono quattro volte più a rischio di avere essi stessi episodi di depressione durante l'adolescenza. Lo ha scoperto uno studio pubblicato dal Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry. I ricercatori dell'Università di Reading hanno studiato 100 neomamme, tra cui 58 avevano avuto la depressione post parto, valutando la salute del bambino a 18 mesi e a 5, 8, 13 e 16 anni. Dallo studio è emerso che i figli delle mamme depresse avevano una probabilità del 41,5 per cento di esserlo anche loro, mentre per gli altri il rischio era del 12,5 per cento.
Il parto cesareo aumenta la probabilità che la neomamma sviluppi la depressione post parto. Lo afferma uno studio della National Yang-Ming University di Taiwan, pubblicato dalla rivista Birth, su oltre 10mila mamme. I ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche delle pazienti dell'ospedale, trovando che per le neomamme che hanno scelto il parto naturale il rischio di depressione è inferiore di un terzo. Anche all'interno del gruppo che ha invece effettuato l'intervento, la depressione aumenta del 48 per cento se il cesareo è stato programmato, e non effettuato per motivi di emergenza. Secondo gli studiosi, i motivi che legano cesareo e depressione sono diversi: una causa potrebbe essere il maggior tempo necessario a recuperare fisicamente dopo l'intervento, ma c'è anche un senso di inadeguatezza nelle mamme quando è il chirurgo a far nascere il bimbo
Le donne con una storia di ipertensione prima di rimanere incinta hanno più probabilità di cadere in depressione durante la gravidanza. Lo ha suggerito uno studio pubblicato sulla rivista General Health Psychiatry. Lo studio ha esaminato 2.398 donne che hanno ricevuto cure prenatali in una clinica di ostetricia a Seattle, valutandole per sintomi depressivi, pre-esistente ipertensione o ipertensione indotta dalla gravidanza. Si stima che circa il 13 per cento delle donne soffra di una qualche forma di ipertensione durante la gravidanza, causata cambiamenti fisiologici dovuti alla gestazione. Dal cinque al sette per cento, inoltre, sviluppa una condizione nota come preeclampsia, una grave forma di ipertensione gestazionale che può portare a parto prematuro. Precedenti ricerche avevano già suggerito un legame tra depressione e ipertensione indotta da gravidanza e preeclampsia. Tuttavia, la ricerca ha messo in evidenza che le donne con ipertensione prima della gravidanza, con o senza lo sviluppo di preeclampsia, hanno circa il 55-65 per cento più probabilità di soddisfare i criteri per i sintomi depressivi significativi.
Depressione post parto, rimedi
Se ci si sente depresse è meglio parlarne con il proprio medico. La terapia per curare una depressione post parto chiaramente diagnosticata è essenzialmente di tipo farmacologico, anche se prima di prescrivere e assumere farmaci è consigliabile tentare altre strade, come quella del supporto psicologico e pratico.
Molto si può fare per aiutare una neomamma che soffre di depressione post-partum e il padre gioca un ruolo fondamentale. I figli si fanno in coppia ed è la coppia insieme che deve affrontare questo momento difficile, per tutelare il benessere della mamma e del bambino. I papà devono essere presenti, sia psicologicamente che fisicamente.
Aiutarla nei lavori domestici, prepararle da mangiare, prendersi cura del neonato sono tutte cose che possono contribuire ad alleviare il peso che grava sulle spalle della mamma.
Dal punto di vista psicologico è importante che chi sta vicino alla neomamma, soprattutto il marito, le chieda chiaramente se ha bisogno di qualcosa, si proponga in prima persona per starle accanto in caso di crisi di pianto o di particolare sconforto, si offra di ascoltarla e di sostenerla senza mai farla sentire in colpa e senza sminuire il suo disagio emotivo.
Insomma, ricevere sostegno sin dalla gravidanza sembra essere fondamentale per prevenie la depressione post partum: uno studio della University of California di Los Angeles, pubblicato sulla rivista Clinical Psychological Science, ha analizzato 210 donne incinte di diverse etnie e status socio-economico controllandole tre volte durante la gravidanza, a 19, 29 e 37 settimane e otto mesi dopo la nascita.
Gli scienziati hanno prelevato campioni di sangue e controllato i livelli della corticotropina, un ormone dello stress rilasciato dalla placenta. Al netto di fattori come età, istruzione e reddito, le donne che riportavano di aver avuto più sostegno dalla famiglia facevano registrare livelli relativamente bassi di sintomi depressivi e avevano anche aumenti meno drastici di corticotropina e i livelli più bassi in assoluto di questo ormone nel terzo trimestre di gravidanza.
Depressione post partum non curata
Diagnosticare la depressione post partum non è difficile per un esperto, eppure la metà dei casi non viene mai diagnosticata a causa dell’indifferenza e della disattenzione.
Come dicevamo, è normale che la neomamma appaia irritabile, stanca, nostalgica. Ma quando una normale baby blues - la tipica malinconia post parto, causata anche dai grandi cambiamenti ormonali che si verificano dopo il parto - si trasforma in depressione non bisogna sottovalutare i sintomi e chiedere (o dare) aiuto, per evitare che si cronicizzi e possa compromettere lo stato mentale della donna.
Depressione post partum dopo un anno
La depressione post partum non colpirebbe le neomamme solo nel primo anno di vita, ma può essere insidiosa anche anni dopo il parto.
Lo suggerisce uno studio australiano condotto su 1500 madri: il 10% di esse ha sofferto di depressione post parto nel primo anno di vita del bambino, ma la percentuale è salita al 15% dopo 4 anni. La ricerca condotta dal Murdoch Childrens Research Institute di Melbourne e pubblicata sul Journal of Obstetrics and Gynaecology ha scoperto che le donne che soffrono di depressione nel primo anno di vita del bambino hanno un rischio maggiore di soffrire di sintomi depressivi quando il bambino avrà quattro anni.
Insomma, questa ricerca sembra mettere in dubbio la teoria che i primi mesi dopo la nascita del bebè siano i più delicati per l’equilibrio psicologico della mamma: come spiega Hannah Woolhouse, prima firmataria dello studio: il 40% delle donne depresse al quarto anno di vita del figlio non ne avevano sofferto prima e ciò suggerisce che la salute mentale sarebbe peggiorata con il passare degli anni.
E avere un solo figlio non sembra rendere le cose più semplici: la percentuale di donne depresse con un solo figlio di 4 anni era del 23% contro l’11% di quelle con due o più figli. Altri fattori di rischio di depressione nei primi quattro anni di vita: meno di 25 anni, abusi dal partner, basso reddito, eventi stressanti come il divorzio o problemi legati alla casa.
Fonte https://www.paginemamma.it/depressione-post-partum
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