domenica 29 aprile 2018

Paracetamolo in gravidanza. Aumento del rischio per il feto di autismo E ADHD

       Sappiamo tutti cosa sia l’autismo, tornato alla ribalta grazie alla diatriba sui vaccini, quindi sorvoliamo su quello che comporta avere un  figlio con disordine dello spettro autistico.

Картинки по запросу Paracetamolo in gravidanza.        Per ADHD, invece, si intende Attention deficit hyperactivity disorder, cioè un disordine dovuto da deficit di attenzione e iperattività, largamente medicalizzata in USA da diversi decenni e anch’essa entrata in Italia con qualche fatica nell’ambito delle patologie nueropsichiatriche infantili e che spesso vengono sottovalutate perché si ritiene che il bambino sia semplicemente irrequieto o distratto. L’ADHD è una vera patologia che richiede trattamento, in quanto il bambino non è in grado di rispondere efficacemente alle richieste ambientali, che siano la scuola o la famiglia.

       La pubblicazione che prendiamo oggi in esame ha studiato l’uso prolungato di acetaminofene o paracetamolo nelle donne in gravidanza e l’ha collegato a un aumento del rischio delle patologie infantili sopra riportate, nello specifico, un aumento del 20% per quanto riguarda l’autismo e 30% per l’ADHD.

       L’acetaminofene è l’analgesico e antiperetico più comunemente usato durante la gravidanza, è considerato il trattamento di scelta anche da diverse Linee Guida, tuttavia studi recenti suggeriscono che possa avere effetti dubbi sul feto per quanto riguarda lo sviluppo di disordini neuro comportamentali, questo dato è stato confermato anche dallo studio sugli animali, tuttavia, l’impatto sugli esseri umani al momento rimane un’ipotesi, infatti vi è una notevole discrepanza tra gli studi che lo confermano e altri che lo escludono.

       Per questo motivo gli autori hanno deciso di recuperare la letteratura in merito, scegliendo sette studi retrospettivi di cohorte per un totale di 132.738 coppie madre/figlio con un follow up medio di 6.7 anni.

       Di queste coppie 61.601 hanno visto la madre assumere acetaminofene durante la gravidanza, tutti gli studi presi in esame hanno accertato la tempistica di assunzione del farmaco, la durata e in che periodo della gravidanza fosse la madre, analizzando anche le possibili covariabili, come l’età della madre all’epoca della gravidanza, più l’età della madre era alta, più l’associazione tra farmaco e disordine rilevato cresceva. Non sono state trovate correlazioni, invece, tra stato sociale, abitudine materna al fumo, e area geografica.
Картинки по запросу Paracetamolo in gravidanza.
       Gli studiosi ci tengono a sottolineare che le percentuali di rischio rilevate sono riferite al rischio relativo (la probabilità che un soggetto, appartenente ad un gruppo esposto a determinati fattori, sviluppi la malattia, rispetto alla probabilità che un soggetto appartenente ad un gruppo non esposto sviluppi la stessa malattia), che è notevolmente più basso del rischio assoluto (il rapporto tra gli esposti al fattore di rischio che si sono ammalati e il totale degli esposti, cioè è pari all''incidenza della malattia tra gli esposti).

       In sostanza, i ricercatori tendono a focalizzare le proprie ricerche sull’uso prolungato dell’acetaminofene poiché è proprio questo che aumenta il rischio, ritenendo, perciò, sicuro l’uso a breve termine del farmaco.

       Per uso prolungato i ricercatori intendono l’assunzione del principio attivo superiore a un mese, sottolineando, però, che se una donna gravida ha bisogno di acetaminofene per un periodo così prolungato, è possibile ci sia una patologia di fondo. Come viene anche sottolineato che una febbre superiore a 39° per più di 24 ha un effetto teratogeno sul feto e quindi sarebbe molto più pericolosa questa che l’assunzione del farmaco in questione.

Fonte https://www.infermieristicamente.it/articolo/9109/paracetamolo-in-gravidanza-aumento-del-rischio-per-il-feto-di-autismo-e-adhd/

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