domenica 22 aprile 2018

Cosa si intende per fase embrionale e per fase fetale?

       Dopo otto settimane di gravidanza, il bambino che si sta sviluppando è chiamato feto, è grande circa 2,4 cm e i suoi organi interni sono per la maggior parte formati. Si vedono i caratteri esterni, come gli occhi, il naso, la bocca e le orecchie e si possono iniziare a vedere le dita delle mani e dei piedi.

Gravidanza       Non appena il bambino cresce, cresce anche l’utero. Una parte della placenta, che inizialmente rivestiva tutta la cavità uterina, perde le sue radici (villi) nella parte che guarda alla cavità uterina e forma la cavità amniotica, composta da due fogli strettamente accollati, che contiene il feto e il liquido amniotico.

       La membrana, in condizioni normali, si rompe normalmente nel momento del parto e rilascia il liquido amniotico (il liquido in cui il bambino è immerso). A volte, si ha una rottura prematura delle membrane, soprattutto per fattori infettivi, e ciò comporta sempre un rischio molto alto per il feto. Durante la gravidanza, il bambino galleggia nel liquido amniotico e ingurgita costantemente questo fluido, che espelle attraverso l’urina. Il liquido è formato, oltre che dal feto, anche dalla placenta e risente, nella sua quantità, dello stato di salute fetale e materno.

       Attraverso lo studio dei componenti del liquido amniotico, ottenuto prelevando il liquido stesso mediante un lungo ago che fora parete addominale materna e parete uterina (Amniocentesi) si possono avere informazioni di tipo genetico e sullo stato di salute del feto.   L’amniocentesi, è tuttavia, abbastanza invasiva (comportando l'inserimento di un ago, anche se sotto controllo ecografico) e causa un minimo rischio di aborto, perciò è consigliata solo alle donne che hanno un alto rischio di partorire un bambino con gravi malattie o anomalie.

       In alternativa alla amniocentesi, vi è una metodica che si può fare ancor più precocemente, la villocentesi, che ci permette di prelevare una piccola porzione dei villi coriali, sempre sotto controllo ecografico, ma che è ancor più invasiva della amniocentesi. Attualmente si usano altre metodiche, non invasive: il Duo test o test combinato,  che si fa con un prelievo di sangue materno, cercandovi sostanze prodotte sia dalla madre che dal feto o il nuovo test su sangue materno che permette di individuare il DNA fetale circolante nel sangue materno i ed analizzarlo, rileva un dato sempre di probabilità ma molto più elevato, intorno al 90%. Nulla da la certezza dell’Amniocentesi , che rimane il test diagnostico definitivo.

Fonte https://www.pazienti.it/contenuti/condizioni/gravidanza#cs_4

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