Purtroppo l’immagine ideale di bellezza si sta diffondendo con troppa forza nella popolazione femminile, favorendo l’incidenza di fenomeni come la depressione post-partum, soprattutto fra le donne che hanno perso il contatto con il proprio corpo e l’immagine di sé a cui erano abituate. Questo fenomeno è tra i fattori di rischio della malnutrizione, fra le donne che non vogliono ritrovarsi in sovrappeso durante gestazione. Se nei paesi sottosviluppati questa è una seria problematica causata dall’assenza dei macronutrienti essenziali, nei paesi sviluppati, invece, la causa risiede nelle ideologie iconiche.
Sono molte le gestanti che seguono un’alimentazione eccessivamente restrittiva per evitare l’aumento di peso, altre seguono un’alimentazione ad esclusione del tutto casuale e basata sulle proprie opinabili conoscenze alimentari. Tali comportamenti innescano una serie di meccanismi organici a catena che, inevitabilmente, si ripercuotono sulla salute e sullo sviluppo del feto. Le alimentazioni molto selettive, poi, come la dieta vegan, se non seguite con metodo e criterio, rischiano di escludere quei macronutrienti fondamentali ad una gravidanza controllata ed equilibrata.
Il principale problema a cui madre e feto vanno incontro è la malnutrizione, che nella gestante si presenta con sintomi che vanno dalla stanchezza alla caduta dei capelli, mentre nel feto può avere un’influenza più seria e permanente: malformazioni congenite, malassorbimento, ritardo nell’accrescimento, ritardi mentali e problematiche fisiche e psico-motorie che potrebbero riflettersi anche post-nascita.
Altissima, per esempio, è la percentuale di mortalità infantile neonatale nei paesi sottosviluppati, dove ad una scarsa nutrizione intrauterina del feto, si possono associare malattie pre-esistenti della gestante. Ma se queste sono situazioni presenti in paesi al limite della vivibilità da un punto di vista igienico-sanitario, perché riproporre le stesse potenziali problematiche in paesi dove la carenza nutrizionale e la scarsa igiene non sono un problema quotidiano e comune? L’interessamento ossessivo per la dieta e anche per l’esercizio fisico espongono il feto a gravissimi danni, nonché la madre ad aborto prematuro.
Se da un lato tutte le evidenze scientifiche supportano i benefici dell’attività fisica in gravidanza, vi sono donne che eseguono un’attività fisica tutt’altro che adeguata e consona al mese di gestazione, mettendo a rischio non solo il nascituro ma anche la loro stessa salute. E’ importante, quindi, che arrivi un messaggio: l’aumento di peso deve sempre essere commisurato alla crescita del feto, per cui un piano alimentare seguito da operatori specializzati e un programma di attività fisica improntato al rispetto della fisiologia della gravidanza, svolto con professionisti adeguatamente formati, possono essere la soluzione ideale per mantenersi in forma assicurando la sicurezza del feto.
Fonti : Expo: prevenire la malnutrizione nelle donne
Sono molte le gestanti che seguono un’alimentazione eccessivamente restrittiva per evitare l’aumento di peso, altre seguono un’alimentazione ad esclusione del tutto casuale e basata sulle proprie opinabili conoscenze alimentari. Tali comportamenti innescano una serie di meccanismi organici a catena che, inevitabilmente, si ripercuotono sulla salute e sullo sviluppo del feto. Le alimentazioni molto selettive, poi, come la dieta vegan, se non seguite con metodo e criterio, rischiano di escludere quei macronutrienti fondamentali ad una gravidanza controllata ed equilibrata.
Il principale problema a cui madre e feto vanno incontro è la malnutrizione, che nella gestante si presenta con sintomi che vanno dalla stanchezza alla caduta dei capelli, mentre nel feto può avere un’influenza più seria e permanente: malformazioni congenite, malassorbimento, ritardo nell’accrescimento, ritardi mentali e problematiche fisiche e psico-motorie che potrebbero riflettersi anche post-nascita.
Altissima, per esempio, è la percentuale di mortalità infantile neonatale nei paesi sottosviluppati, dove ad una scarsa nutrizione intrauterina del feto, si possono associare malattie pre-esistenti della gestante. Ma se queste sono situazioni presenti in paesi al limite della vivibilità da un punto di vista igienico-sanitario, perché riproporre le stesse potenziali problematiche in paesi dove la carenza nutrizionale e la scarsa igiene non sono un problema quotidiano e comune? L’interessamento ossessivo per la dieta e anche per l’esercizio fisico espongono il feto a gravissimi danni, nonché la madre ad aborto prematuro.
Se da un lato tutte le evidenze scientifiche supportano i benefici dell’attività fisica in gravidanza, vi sono donne che eseguono un’attività fisica tutt’altro che adeguata e consona al mese di gestazione, mettendo a rischio non solo il nascituro ma anche la loro stessa salute. E’ importante, quindi, che arrivi un messaggio: l’aumento di peso deve sempre essere commisurato alla crescita del feto, per cui un piano alimentare seguito da operatori specializzati e un programma di attività fisica improntato al rispetto della fisiologia della gravidanza, svolto con professionisti adeguatamente formati, possono essere la soluzione ideale per mantenersi in forma assicurando la sicurezza del feto.
Fonti : Expo: prevenire la malnutrizione nelle donne
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