Lo studio
Nello studio – denominato ACTORDS – le madri a rischio di parto pretermine sono state trattate in modo random o con una singola dose di betametasone o con placebo, per una settimana o più dopo un ciclo iniziale del farmaco. La somministrazione è stata ripetuta ogni settimana, se persisteva il rischio di parto pretermine. McKinlay e colleghi, successivamente, hanno eseguito indagini scheletriche complete mediante dual-energy radiograph absorptiometry sui figli tra i 6 e gli 8 anni di età di queste donne. Complessivamente sono stati valutati 185 bambini: 91 nel gruppo che ha ropetuto il betametasone e 94 nel gruppo placebo. L’età gestazionale media al momento della nascita in entrambi i gruppi era di 31 settimane, con il 93% dei bambini nati pretermine. Le madri avevano ricevuto una mediana di due dosi di farmaco oltre alla terapia di glucocorticoidi prenatali prima della randomizzazione. Entrambi i gruppi di bambini hanno mostrato un contenuto minerale osseo simile in tutti i distretti corporei: 553 g in media nel gruppo betametasone ripetuto e 567 g nel gruppo placebo. La superficie ossea era simile, con una mediana di 832 cm2 nel gruppo di ripetizione del betametasone e 822 cm2 nel gruppo placebo. Non sono state rilevate differenze tra i gruppi in relazione al contenuto minerale osseo vertebrale e alle proporzioni dei diversi segmenti corporei. L’incidenza di fratture è risultata simile, 13% nel gruppo esposto a ripetizione del betametasone e 11% nel gruppo placebo (p = 0.65).L’etnia e la preeclampsia materna non hanno alterato i risultati, e neppure l’esclusione in entrambi i gruppi di bambini affetti da condizioni quali la paralisi cerebrale che avrebbero potuto influenzare la massa ossea.
Nello studio – denominato ACTORDS – le madri a rischio di parto pretermine sono state trattate in modo random o con una singola dose di betametasone o con placebo, per una settimana o più dopo un ciclo iniziale del farmaco. La somministrazione è stata ripetuta ogni settimana, se persisteva il rischio di parto pretermine. McKinlay e colleghi, successivamente, hanno eseguito indagini scheletriche complete mediante dual-energy radiograph absorptiometry sui figli tra i 6 e gli 8 anni di età di queste donne. Complessivamente sono stati valutati 185 bambini: 91 nel gruppo che ha ropetuto il betametasone e 94 nel gruppo placebo. L’età gestazionale media al momento della nascita in entrambi i gruppi era di 31 settimane, con il 93% dei bambini nati pretermine. Le madri avevano ricevuto una mediana di due dosi di farmaco oltre alla terapia di glucocorticoidi prenatali prima della randomizzazione. Entrambi i gruppi di bambini hanno mostrato un contenuto minerale osseo simile in tutti i distretti corporei: 553 g in media nel gruppo betametasone ripetuto e 567 g nel gruppo placebo. La superficie ossea era simile, con una mediana di 832 cm2 nel gruppo di ripetizione del betametasone e 822 cm2 nel gruppo placebo. Non sono state rilevate differenze tra i gruppi in relazione al contenuto minerale osseo vertebrale e alle proporzioni dei diversi segmenti corporei. L’incidenza di fratture è risultata simile, 13% nel gruppo esposto a ripetizione del betametasone e 11% nel gruppo placebo (p = 0.65).L’etnia e la preeclampsia materna non hanno alterato i risultati, e neppure l’esclusione in entrambi i gruppi di bambini affetti da condizioni quali la paralisi cerebrale che avrebbero potuto influenzare la massa ossea.
I commenti
“Questi e altri risultati emersi dallo studio ACTORDS dovrebbero rassicurare i medici e le donne che desiderano utilizzare questo trattamento per sfruttarne i benefici – dice McKinlay – La somministrazione di dosi ripetute di betametasone nei casi di rischio di parto pretermine non è associata ad un rischio aumentato di problemi relativi alla salute e allo sviluppo neurologico della prole“.“Questo studio dimostra che ripetere dosi di steroidi prenatali nelle gestanti che sono a rischio di parto pretermine impedirà l’insorgere di danno polmonare e la morbilità nella prole, senza provocare un aumento dell’osteoporosi. Bisogna continuare così“, aggiunge Shahrouz Ganjian, pediatra presso il Providence Saint John’s Health Center a Santa Monica.
“Questi e altri risultati emersi dallo studio ACTORDS dovrebbero rassicurare i medici e le donne che desiderano utilizzare questo trattamento per sfruttarne i benefici – dice McKinlay – La somministrazione di dosi ripetute di betametasone nei casi di rischio di parto pretermine non è associata ad un rischio aumentato di problemi relativi alla salute e allo sviluppo neurologico della prole“.“Questo studio dimostra che ripetere dosi di steroidi prenatali nelle gestanti che sono a rischio di parto pretermine impedirà l’insorgere di danno polmonare e la morbilità nella prole, senza provocare un aumento dell’osteoporosi. Bisogna continuare così“, aggiunge Shahrouz Ganjian, pediatra presso il Providence Saint John’s Health Center a Santa Monica.
Fonte: Pediatrics 2017
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