mercoledì 4 gennaio 2017

L’esame delle urine in gravidanza

        L’esame delle urine in gravidanza si fa ogni mese: è l’esame che viene eseguito con maggiore frequenza durante i nove mesi, poiché fornisce informazioni sullo stato di salute della donna, ad esempio consente di rilevare infezioni urinarie o di monitorare patologie come il diabete gestazionale e la preeclampsia. 

Quanto costa l’esame delle urine. 

        L’esame delle urine è gratis se viene effettuato in strutture pubbliche o convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale. Per ottenere l’esenzione, è necessario che il medico indichi sul ricettario il codice di esenzione per la gravidanza.  

Come si legge referto. 
testurine
        Il referto si divide in due parti: l’esame chimico-fisico dell’urina e l’esame microscopico del sedimento che si deposita sul fondo della provetta dopo centrifugazione.
        
        I valori sono correlati fra loro e le singole informazioni vanno interpretate nel contesto del referto.

Esame chimico-fisico. 

        Ecco le voci che compaiono nell’esame chimico-fisico.

        Peso specifico o densità. E' un buon indicatore della funzionalità del rene. Il suo valore è determinato dalla presenza di urea, proteine e glucosio. Un valore normale, compreso tra 1010 e 1030, sta ad indicare che il rene è in grado di assolvere alle sue funzioni e di scaricare tutte le sostanze di rifiuto nell’urina. 

        pH. Il pH è la misura dell’acidità o dell’alcalinità di una soluzione. I valori normali variano da 5 a 7 circa. “Un pH maggiore di 7 potrebbe essere determinato da una infezione batterica, mentre un pH inferiore a 5 è indice di acidosi, che può essere dovuta a diabete mellito o ad una dieta troppo ricca di proteine” spiega la ginecologa Rossana Sarli.
          Aspetto. L’aspetto normale delle urine è limpido. Un aspetto torbido potrebbe dipendere dalla presenza muco o batteri, dovuti a infezioni. Ma delle urine più cariche possono anche indicare che non si beve a sufficienza, ad esempio se la futura mamma soffre di nausee e non beve in quantità adeguate. 

        Colore. Il colore delle urine varia normalmente tra il giallo paglierino e l’ambra. Variazioni di colore dal rosso al blu possono essere causate dall’assunzione di farmaci o coloranti; una colorazione rosso/rosata può essere determinata dalla presenza di emoglobina (che in tal caso risulterà presente), ma anche, più semplicemente, dal fatto che la sera prima si è fatta una scorpacciata di cavoli rossi, mirtilli o di caramelle con coloranti rossi!  

        Nitriti. Di norma sono assenti, anche se piccole quantità di nitriti di origine alimentare vengono fisiologicamente espulse con le urine, oltre che con il sudore e con le lacrime. Se presenti in concentrazione elevata, possono segnalare un’infezione, specie se si associano ad aspetto torbido e pH superiore a 7.  
         
        Corpi chetonici. Sono composti chimici formati dalla degradazione delle proteine.
Si possono trovare se c’è stato un digiuno prolungato, dovuto ad esempio a nausee, vomito, febbre o stress. 

        Bilirubina e urobilinogeno. E' una sostanza di colore giallo-rosso che viene prodotta dalla distruzione dei globuli rossi ed è il principale pigmento presente nella bile. “La sua presenza, che conferisce alle urine un colore marsala scuro, potrebbe essere segno di una sofferenza epatica, ma si tratta di casi molto specifici e non legati alla gravidanza” dice la Sarli.
 
        Proteine o albumina. In gravidanza sono uno dei valori più importanti dell’esame delle urine, perché la presenza di proteine è uno dei segnali della preeclampsia, insieme ad una pressione arteriosa superiore a 140 di massima e 90 di minima e un aumento della quantità di liquidi nei tessuti.         “In gravidanza un leggero aumento delle proteine si considera normale e proprio per questo, se fuori gravidanza il limite di normalità è fissato a 150 mg/l, nei nove mesi viene tollerata una presenza fino a 300 mg/l”.         Oltre che durante gli esami delle urine mensili, la misurazione delle sole proteine può essere eseguita anche in ospedale con uno stick, che consente un controllo rapido in caso di dubbio. 

        Glucosio. Di norma è assente o presente in quantità minime, inferiori a 10-15 mg/dl. Una concentrazione maggiore può essere il segno che nel sangue c’è una quantità elevata di zuccheri, che in parte vengono dispersi nelle urine. Se risulta glucosio in quantità superiori alla norma, occorre eseguire una curva glicemica per valutare se c’è diabete gestazionale.  

        Emoglobina. Di regola il sangue nelle urine è assente e viene considerata tollerabile una quantità fino a 0,03 mg/l. “La presenza di sangue nelle urine può essere determinata da una cistite, un polipetto cervicale, una ‘piaghetta’ o un po’ di renella (piccoli granelli di sostanze saline prodotte dal rene), che può raschiare l’uretere provocando piccole perdite ematiche” dice la ginecologa.   

L’analisi del sedimento. 

        L’analisi del sedimento si esegue al  microscopio. Ecco quel che si può trovare.

        Leucociti o globuli bianchi. Valori ritenuti normali devono essere inferiori a 5-10/ml; un aumento è il segnale generico di un’infezione.
 
        Eritrociti o emazie. Si possono trovare se nell’esame chimico-fisico si rileva la presenza di emoglobina.  

        Cellule delle basse vie, cellule epiteliali. La presenza di poche cellule epiteliali nelle urine è dovuta al normale ricambio cellulare della parete interna che riveste le vie urinarie.

        Cristalli. Si trovano spesso nelle urine anche in assenza di patologie. I più comuni sono fosfati amorfi, fosfato di calcio carbonato di calcio, acido urico, ossalati di calcio. Dipendono per lo più  dall’alimentazione della sera prima, ricca di formaggi o carne.

        Batteri e miceti. In condizioni normali l’urina è sterile. Se ci sono batteri o miceti (detti comunemente funghi), associati a leucociti, probabilmente c’è un’infezione delle alte o basse vie urinarie. In tal caso l’esame verrà integrato da un’urinocoltura.
L’urinocoltura: quando si fa. 

        In aggiunta all’esame delle urine, il medico può richiedere un’urinocoltura se la donna riferisce bruciore durante la minzione o stimolo ad urinare spesso, possibili segni di infezione, o se dall’esame delle urine emergono valori che segnalano un’infezione. Con l’urinocoltura si identifica il germe ‘colpevole’ e con l’antibiogramma, effettuato in automatico se l’urinocoltura è positiva, si individua l’antibiotico più adatto a contrastarlo. 

Come effettuare correttamente la raccolta delle urine.

        La raccolta delle urine si fa sempre al mattino, quando vi è maggiore concentrazione delle sostanze disciolte e quindi l’analisi è più significativa. Non occorre essere a digiuno, mentre è importante eseguire prima l’igiene intima e scartare il primo getto di urine, che sono quelle ristagnanti nell’uretra e quindi maggiormente a contatto con l’esterno.   

        Il campione prelevato deve essere portato al laboratorio entro 2 ore, per non far degradare o alterare le sostanze o moltiplicare i batteri. Se si prevede un tempo più lungo, è opportuno tenerlo in frigo o fare la raccolta quando si giunge in laboratorio. 

Fonte: Esami in gravidanza secondo il Ministro della Sanità

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