I soggetti sono stati suddivisi in due gruppi: per 73 neonati è stato previsto il tradizionale intervento mediante incubatrice; nei restanti casi, si è applicato il metodo Kangaroo Care (KC), che prevede un contatto diretto, pelle a pelle, della madre con il bambino, per almeno 14 giorni. I dati della sperimentazione sono stati raccolti per i primi 10 anni di vita dei bambini, ponendo particolare attenzione alle risultanze relative non solo alla sfera relazionale, ma anche e soprattutto allo sviluppo cognitivo-psicologico-fisiologico di genitori e figli.
I risultati ottenuti, oggetto della pubblicazione, confermano l’importanza del contatto materno. I 73 neonati sottoposti a KC, hanno presentato un netto miglioramento delle funzioni fisiologiche essenziali (ad esempio la respirazione) nelle prime settimane di vita e, successivamente, hanno evidenziato una maggiore capacità di adattamento, rispondendo ottimamente al distacco dalla madre.
Tra i 6 e i 10 anni, inoltre, gli effetti del KC raggiungono il loro apice: il bambino risulta autonomo, resistente allo stress, capace di regolare il ritmo del sonno e con un migliore sviluppo cognitivo. Parallelamente, anche le madri del gruppo campione, hanno goduto di una migliore reazione allo stress del periodo post-gravidanza, registrando una forte diminuzione degli stati ansiosi materni e riuscendo ad instaurare nei primi anni di vita del bambino, una relazione genitoriale più equilibrata e proficua.
Oltre a confermare la bontà del KC come pratica di accudimento in tutti i casi di neonatalità, lo studio mette luce anche i veri e propri effetti terapeutici sui prematuri, dando lustro scientifico ad una pratica, il contatto madre-figlio, forse troppo presto abbandonata dai moderni approcci pedagogici.
Fonte : Maternal-preterm skin-to-skin contact enhances child physiologic organization and cognitive control across the first 10 years of life.
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