Alcuni medici dell'Università di Liverpool, in Gran Bretagna, hanno fatto passi in avanti sul funzionamento del travaglio e del parto, con una scoperta su come il corpo femminile riesca a gestire le contrazioni.
Com'è possibile che le contrazioni diventino sempre più forti, man mano che il travaglio procede, mentre il resto del corpo sia sempre più debole per la mancanza di ossigeno, di sangue e per la stanchezza?
Gli studiosi dell'Università di Liverpool hanno scoperto come il corpo di una donna possa fare una cosa così eccezionale: grazie a un processo che hanno chiamato "hypoxia-induced force increase (HIFI)", una ipossia (cioè una mancanza di ossigeno) indotta.
Questa ipossia si verifica nei muscoli dell'utero per proteggersi dalla mancanza di sangue e di ossigeno. In pratica significa che il corpo dà il massimo quando le risorse scarseggiano. Questa situazione consente alla donna di andare avanti con le contrazioni, che non risentono della mancanza di sangue e di ossigeno. Ecco come mai il travaglio può andare avanti per tante ore.
La speranza è che questa nuova ricerca possa essere utile per intervenire in travagli prolungati, riducendo i casi di taglio cesareo.
"Questa scoperta può aiutare a diminuire la tempistica del travaglio, inducendo le contrazioni più forti che sono utili per la fuoriuscita del bambino dal canale del parto" spiega Mohammed Alotaibi, uno degli autori della ricerca, al sito fitpregnancy.com.
Secondo Alotaibi, se la HIFI, cioè questa ipossia indotta, avviene naturalmente durante il travaglio, allora ci si può aspettare che la donna avrà un parto con tempi normali.
Per i travagli lenti o che ad un certo punto si bloccano, nel futuro sarà probabilmente possibile indurre l'ipossia e quindi le contrazioni utili per velocizzare i tempi del parto, per esempio con l'aumento delle prostaglandine o altri meccanismi.
Fonte http://www.nostrofiglio.it/gravidanza/parto/parto-come-funzionano-le-contrazioni-lo-spiega-uno-studio
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