Incontrando severe limitazioni riguardo l’uso delle tecniche PMA in patria molte coppie italiane hanno paura di effettuare questi trattamenti persino all’estero. Ma questa paura è giustificata oppure è solo un frutto dell’immaginazione? Cerchiamo di chiarire la situazione.
Maternità surrogata in Italia è severamente vietata e comporta le sanzioni penali. Ciònonostante questa tecnica, come un metodo della procreazione medicalmente assistita, gode di una grande popolarità fra le famiglie infertili italiane. Così la piu’ grande clinica di medicina riproduttiva in Ucraina BioTexCom accoglie ogni mese circa 50 coppie solo dall’Italia. Sono le famiglie che vengono in Ucraina per effettuare un programma di maternità surrogata.
L’Ucraina è uno dei pochi paesi europei dove tutti i trattamenti medici rigurdanti la procreazione assistita sono assolutamente legali. Maternità surrogata, ovodonazione/donazione di sperma, ICSI, FIVET, PGD sono tutte le procedure che gli stranieri possono effettuare nel territorio ucraino anche se le stesse sono vietate nella loro patria.
Per molto tempo è stato difficile da crederci che senza infrangere alcuna legge si possa realizzare il sogno di avere un figlio nativo facendo ricorso alle tecniche di medicina riproduttiva moderna all’estero. Oggi è la realta: molte famiglie italiane non solo diventano clienti delle cliniche ucraine, ma tornano in seguito al successo per effettuare un altro programma. Difatti, una coppia su 3 decide di tornare alla BioTexCom per effettuare altri trattamenti per avere un altro figlio.
Prima di iniziare il programma medico tutti i suoi partecipanti (la clinica, la madre surrogata, la coppia infertile, la donatrice) firmano l’apposito contratto. Quest’ultimo riporta chiaramente tutti i diritti e obblighi delle parti. Dopo il parto la madre surrogata firma il rifiuto del bambino che viene vidimato dal notaio. Secondo il Codice della Famiglia ucraino, articolo 123, i genitori del bambino partorito da una madre surrogata sono le persone che hanno fornito il materiale biologico ossia la coppia che si è rivolta al centro medico per effettuare il programma di maternità surrogata. Dopo la nascita del bambino la clinica effettua il test DNA per comprovare il legame di parentela fra i genitori e il bambino e lo allega a tutti i documenti uffciali. In seguito in ufficio anagrafe viene rilasciato il certificato di nascita che riporta i nomi dei genitori italiani. Dopo i documenti vengono trasmessi al Ministero della Giustizia dell’Ucraina per l’apposizione dell’apostille. L’ultima tappa è l’Ambasciata dell’Italia in Ucraina. Gli impiegati dell’ambasciata trasmettono i documenti apostillati in Italia e rilasciano al bambino il nulla osta all’ingresso in Italia in seguito al quale la coppia con il neonato può lasciare liberamente lo stato ucraino.
Spesso succede che le coppie che effettuano i programmi di maternità surrogata all’estero hanno paura di avere problemi al ritorno in patria. Molti italiani temono di ricorrere alla maternità surrogata in quanto in Italia tale procedura è vietata per legge e comporta le resposabilità amministrative e persino criminali. Gli italiani hanno paura degli eventuali problemi con il Tribunale, la Procura e che i documenti ucraini non vengano ufficialmente riconosciuti.
Però bisogna precisare che una volta in patria il bambino viene registrato senza ostacoli all’Ufficio anagrafico del comune in cui si pensa che avrà la residenza dopo di cui vengono rilasciati i documenti italiani. Ancora nel 2014 la Corte Europea dei diritti umani a Strasburgo ha fatto una delibera secondo la quale è a discrezione dello stato la decisione se legalizzare o vietare l’attuazione della maternità surrogata nel suo territorio. Tuttavia i bambini nati con l’ausilio di questa tecnica in altri paesi hanno il diritto alla cittadinanza del paese dove vivono i loro genitori biologici.
Le autorità locali sono obbligate ad eseguire la registrazione degli atti civili per i bambini che sono nati all’estero da una madre surrogata. Il rifiuto di riconoscere tali bambini è una violazione diretta degli articoli della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo. In particolare si tratta della violazione dell’articolo 8 (Diritto al rispetto della vita privata e familiare), dell’articolo 6 (Diritto ad un processo equo), dell’articolo 12 (Diritto al matrimonio), dell’articolo 14 (Divieto di discriminazione).
È questo il modo in cui senza infrangere alcuna legge (né italiana né ucraina) ogni anno circa 700 coppie infertili italiane diventano genitori felici. Gli italiani organizzano le serate degli incontri in Ucraina dove tutti che hanno già fatto un programma di maternità surrogata oppure quelli che stanno ancora per cominciare possono incontrarsi in un ambiente amichevole per parlare e condividere le esperienze positive personali.
Maternità surrogata in Italia è severamente vietata e comporta le sanzioni penali. Ciònonostante questa tecnica, come un metodo della procreazione medicalmente assistita, gode di una grande popolarità fra le famiglie infertili italiane. Così la piu’ grande clinica di medicina riproduttiva in Ucraina BioTexCom accoglie ogni mese circa 50 coppie solo dall’Italia. Sono le famiglie che vengono in Ucraina per effettuare un programma di maternità surrogata.
L’Ucraina è uno dei pochi paesi europei dove tutti i trattamenti medici rigurdanti la procreazione assistita sono assolutamente legali. Maternità surrogata, ovodonazione/donazione di sperma, ICSI, FIVET, PGD sono tutte le procedure che gli stranieri possono effettuare nel territorio ucraino anche se le stesse sono vietate nella loro patria.
Per molto tempo è stato difficile da crederci che senza infrangere alcuna legge si possa realizzare il sogno di avere un figlio nativo facendo ricorso alle tecniche di medicina riproduttiva moderna all’estero. Oggi è la realta: molte famiglie italiane non solo diventano clienti delle cliniche ucraine, ma tornano in seguito al successo per effettuare un altro programma. Difatti, una coppia su 3 decide di tornare alla BioTexCom per effettuare altri trattamenti per avere un altro figlio.
Prima di iniziare il programma medico tutti i suoi partecipanti (la clinica, la madre surrogata, la coppia infertile, la donatrice) firmano l’apposito contratto. Quest’ultimo riporta chiaramente tutti i diritti e obblighi delle parti. Dopo il parto la madre surrogata firma il rifiuto del bambino che viene vidimato dal notaio. Secondo il Codice della Famiglia ucraino, articolo 123, i genitori del bambino partorito da una madre surrogata sono le persone che hanno fornito il materiale biologico ossia la coppia che si è rivolta al centro medico per effettuare il programma di maternità surrogata. Dopo la nascita del bambino la clinica effettua il test DNA per comprovare il legame di parentela fra i genitori e il bambino e lo allega a tutti i documenti uffciali. In seguito in ufficio anagrafe viene rilasciato il certificato di nascita che riporta i nomi dei genitori italiani. Dopo i documenti vengono trasmessi al Ministero della Giustizia dell’Ucraina per l’apposizione dell’apostille. L’ultima tappa è l’Ambasciata dell’Italia in Ucraina. Gli impiegati dell’ambasciata trasmettono i documenti apostillati in Italia e rilasciano al bambino il nulla osta all’ingresso in Italia in seguito al quale la coppia con il neonato può lasciare liberamente lo stato ucraino.
Spesso succede che le coppie che effettuano i programmi di maternità surrogata all’estero hanno paura di avere problemi al ritorno in patria. Molti italiani temono di ricorrere alla maternità surrogata in quanto in Italia tale procedura è vietata per legge e comporta le resposabilità amministrative e persino criminali. Gli italiani hanno paura degli eventuali problemi con il Tribunale, la Procura e che i documenti ucraini non vengano ufficialmente riconosciuti.
Però bisogna precisare che una volta in patria il bambino viene registrato senza ostacoli all’Ufficio anagrafico del comune in cui si pensa che avrà la residenza dopo di cui vengono rilasciati i documenti italiani. Ancora nel 2014 la Corte Europea dei diritti umani a Strasburgo ha fatto una delibera secondo la quale è a discrezione dello stato la decisione se legalizzare o vietare l’attuazione della maternità surrogata nel suo territorio. Tuttavia i bambini nati con l’ausilio di questa tecnica in altri paesi hanno il diritto alla cittadinanza del paese dove vivono i loro genitori biologici.
Le autorità locali sono obbligate ad eseguire la registrazione degli atti civili per i bambini che sono nati all’estero da una madre surrogata. Il rifiuto di riconoscere tali bambini è una violazione diretta degli articoli della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo. In particolare si tratta della violazione dell’articolo 8 (Diritto al rispetto della vita privata e familiare), dell’articolo 6 (Diritto ad un processo equo), dell’articolo 12 (Diritto al matrimonio), dell’articolo 14 (Divieto di discriminazione).
È questo il modo in cui senza infrangere alcuna legge (né italiana né ucraina) ogni anno circa 700 coppie infertili italiane diventano genitori felici. Gli italiani organizzano le serate degli incontri in Ucraina dove tutti che hanno già fatto un programma di maternità surrogata oppure quelli che stanno ancora per cominciare possono incontrarsi in un ambiente amichevole per parlare e condividere le esperienze positive personali.
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